Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz sono stati condannati in Italia rispettivamente a 9 anni e 8 mesi e 6 anni e 10 mesi per la tragedia della Thyssenkrupp, ma non hanno scontato neanche un giorno della pena. Al momento della sentenza i due condannati tedeschi si trovavano in Germania e la richiesta italiana di estradarli è stata categoricamente negata, con i due dirigenti che hanno chiesto di scontare la condanna in Italia. Un escamotage per sfuggire alla pena, con i due manager che sono rimasti a piede libero. Raggiunti da Alessandro Politi, i due manager hanno rifiutato di rilasciare commenti, con Priegnitz che ha brevemente dichiarato prima di scappare: «La giustizia tedesca si farà viva. Sono estremamente dispiaciuto per le famiglie». Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto al dramma, ha commentato: «Corrono, scappano dalla giustizia, da quello che prima o poi è giusto che scontino. Mi chiedo come un Paese come la Germania, visto come perfetto e preciso, non consideri di fare scontare le loro pene a queste persone. Mi ha colpito molto vedere una distanza rispetto a quello che è accaduto, quasi come se non fossero responsabili». Infine, il giudizio del guardasigilli Alfonso Bonafede: «Hanno pensato di potersi trincerare dietro la distanza dei confini: un pensiero sbagliato, siamo in Europa». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
2 MANAGER A PIEDE LIBERO
Thyssenkrupp, il processo per la strage a carico dei manager potrebbe essere archiviato: è questa l’anticipazione di uno dei servizi che andranno in onda nel corso della puntata di questa sere de Le Iene Show, il programma condotto da Alessia Marcuzzi e Nicola Savino su Italia 1. Dunque i riflettori torneranno su uno dei più spinosi casi di cronaca giudiziaria dal momento che pare che Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, i due dirigenti condannati e che al momento sono ancora a piede libero, potrebbero beneficiare dell’archiviazione secondo quanto rivelato da Johannes Hidding, il giudice del Tribunale di Essen. Quest’ultimo, infatti, nel corso dell’inchiesta fatta dalle Iene e che sarà svelata stasera ha spiegato che il procedimento a loro carico rischia l’archiviazione per via di una mozione presentata dalla difesa e secondo cui la sentenza emessa in Italia non sarebbe “legalmente eseguibile anche in Germania”.
THYSSENKRUPP, RISCHIO ARCHIVIAZIONE?
In attesa di capire i contorni dello scoop realizzato dalla redazione de Le Iene Show, ci si interroga sul fatto che Espenhahn e Priegnitz, i manager della Thyssenkrupp accusati della strage, non solo continuerebbero a rimanere a piede libero ma di fatto non sconterebbero per la pena comminata a loro in Italia nemmeno un giorno di carcere dato che appunto la suddetta sentenza sarebbe eseguibile unicamente in territorio italiano. Ad occuparsi della vicenda è stata la Iena Alessandro Politi che non solo ha ricostruito i drammatici fatti verificatisi presso lo stabilimento della Thyssenkrupp nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 e nel corso della quale persero la vita sette operai, ma ha fatto luce anche sulle condanne comminate ai due dirigenti, rispettivamente amministratore delegato del colosso tedesco e consigliere. Infatti, a differenza degli altri dirigenti italiani, loro sono rimasti nel loro Paese d’origine e rischiano di non scontare la loro pena, nonostante la richiesta delle autorità italiane di riportarli in Italia e di procedere quindi al loro arresto.
L’INCHIESTA DELLA IENA ALESSANDRO POLITI
E nella puntata di questa sera de Le Iene Show ci saranno anche i contributi non solo del giudice del Tribunale di Essen sopra citato, ma anche del Ministro della Giustizia del Governo italiano, Alfonso Bonafede, che ha incontrato la sua omologa tedesca, vale a dire Katarina Barley. Nel corso del suo reportage, infatti, la Iena Politi si è recata in Germania dove ha sentito il parere dello stesso Johannes Hidding e anche di Armin Laschet, che riveste il ruolo di Primo Ministro del Lander della Renania-Vestafalia. A tal proposito, se il Guardasigilli italiano ha spiegato che la Barley concorda sul fatto che “ogni volta che vengono violati i diritti, questi devono essere risarciti”, la sua omologa ha spiegato che però la separazione dei poteri vigenti in Germania non le permette di mettere becco nella questione. Secondo Laschet, invece, si sta discutendo ancora per “trovare una soluzione” ma si è mostrato vago sul modo in cui le istituzioni teutoniche si muoveranno a riguardo.