La “striscia” politica quotidiana di Pomeriggio 5 continua imperterrita dopo i successi di pubblico e share delle “puntate” precedenti: dopo le ospitate della maggioranza (Di Maio, Salvini, Buffagni), di Forza Italia (Berlusconi) e Fratelli d’Italia (Giorgia Meloni) era il turno del Pd che con Nicola Zingaretti si presenta col duplice ruolo di candidato alla Segreteria nelle prossime Primarie e leader di quel Centrosinistra a sostegno del candidato dem in Sardegna Massimo Zedda. Si parte però dal Congresso Pd e dalla scelta del Governatore del Lazio di “scendere” in campo: «Dopo il voto ho avuto paura: la politica mi spaventava, le persone soffrivano e la ricerca continua di capri espiatori non mi piaceva. Ho avvertito questa distanza tra la politica e la gente reale, io volevo provare a riportare la politica vicino ad una posizione più umana e con sentimenti di unità e non di rabbia. Bisogna riavvicinare la gente al Pd, voglio fare politiche che possano aiutare su crescita e giustizia: l’odio non crea lavoro e società più giuste, bisogna partire dai bisogni delle persone per ricostruire un senso di giustizia nel nostro Paese. Non possiamo litigare su tutto». Inevitabile poi il commento sul caso che agita la base del Pd, ovvero l’arresto dei genitori di Matteo Renzi: «la magistratura deve fare il suo corso e deve essere libera di indagare: ma in questa inchiesta Renzi non c’entra nulla, sono problemi di una azienda di famiglia». D’altro canto Nicola Zingaretti ricorda come fino a prova contraria l’accusa non è mai una condanna: qui però la stoccata all’avversario arriva, «va data libertà ai giudici e non vanno aperti polveroni, lui è un mio avversario ma non ho problemi a dire che lui non c’entra nulla. Certo, non bisogna gridare al complotto: servono processi ma non polveroni alzati sulla criminalizzazione dei giudici. Ci si difende nei processi e non dai processi, ma le persone non devono essere attaccati prima della condanna».
“PARLO COL M5S. RICHETTI-MARTINA? NON DEVE ACCADERE”
Barbara D’Urso chiede poi al suo ospite a Pomeriggio 5 se nel “nuovo” Pd dopo le Primarie, qualora le vincesse, ci sarà spazio per un dialogo con il Movimento 5 Stelle: «Noi dobbiamo porci il problema del perché tanti elettori a sinistra hanno scelto i Cinque Stelle: dove abbiamo sbagliato? Perché quelle persone si sono sentite sole e abbandonate da noi? Io voglio costruire un Pd che riparta da queste domande ancora senza risposta; dobbiamo poter dialogare e parlare con quel mondo, ne sono convinto». Inevitabile la domanda sul caos interno alla mozione Martina-Richetti scoppiato stamattina dopo la diffusione dell’audio “choc” che di fatto rende “spompa” l’alleanza a sole due settimane dalle Primarie: «queste cose non devono accadere, quando la politica diventa gossip allora la politica non diventa più bella. È una brutta situazione, noi dobbiamo essere totalmente un’altra cosa da quella.. Boschi vota Giachetti? Tutto il gruppo dirigente renziano vota per Martina o Giachetti, ma loro sbagliano: il Paese ha dato un segnale enorme lo scorso 4 marzo, dovete cambiare e voltare pagina. La fiducia da ricostruire solo se noi con umiltà diamo un segnale per voltare pagina: abbiamo portato l’Italia fuori da una crisi economica drammatica, ma questo Governo ora lo sta riportando a picco. Serve dunque che noi ripartiamo da una novità: ci impegniamo a voltare pagina ed essere più vicini alle condizioni umane di chi oggi soffre».
IL GOVERNO CADE?
È sempre Nicola Zingaretti a rispondere infine alla “provocazione” della padrona di casa in merito alla possibilità che il Governo possa cadere nei prossimi mesi: «il Governo sta preparando una stangata per gli italiani: crollano produzioni, lavoro, debito pubblico risale e lo stesso Tria allarma su possibili manovre correttive per recuperare i fondi perduti. Dico al Governo: basta bugie, non date illusioni alla gente. Non ho paura di una crisi di Governo ma temo una mazzata per le famiglie che non se lo meritano». Dopo il caso Diciotti, il Governatore del Lazio lancia la sua personale stoccata al metodo utilizzato dai Cinque Stelle, «Trovo legittimo che se un senatore leggendo le carte di un processo decide di non voler mandare a processo un altro politico lo rispetto: ma quello che hanno fatto i M5s votando “no” per un motivo politico, è inaccettabile. È stato un voto di scambio, con la Tav sospesa e la nomina Inps andate al Movimento 5 Stelle». Chiusura d’obbligo con il tema più seguito e rilanciato da Barbara D’Urso non certo da oggi, la violenza sulle donne: «in Lazio abbiamo raddoppiato i centri anti-violenza in Lazio oltre ad un fondo per aiutare gli orfani rimasti dopo omicidi e violenze contro le donne. Il filo è sempre “non lasciare sola la donna e la persona”, come fa bene a fare Mara Carfagna nelle sue battaglie». Sullo sfondo le foto col fratello Luca Zingaretti (il volto storico del Commissario Montalbano, ndr): «facciamo vite molto diverse però almeno ogni due settimane ci troviamo per cucinare assieme e stare un po’ in famiglia. Ma cucino meglio io!».