Come aveva anticipato in una intervista, Mogol si dichiara favorevole alla proposta di legge della Lega per dare di diritto una quota di un terzo di spazio nelle radio a canzoni di autori italiani incise in Italia. Adesso si muove ufficialmente come presidente della Siae, la società dei diritti d’autore, inviando una lettera a chi di dovere perché si faccia di tutto perché questa legge venga approvata. Si tratta di difendere un patrimonio nazionale, scrive l’ex autore dei testi delle canzoni di Lucio Battisti, sull’esempio della Francia che già dal 1994 ha imposto che il 40% della musica passata in radio sia nazionale. La proposta di legge dice che “le emittenti radiofoniche, nazionali e private, debbano riservare almeno un terzo della loro programmazione giornaliera alla produzione musicale italiana, opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione”, e inoltre che una quota “pari almeno al 10 per cento della programmazione giornaliera della produzione musicale italiana sia riservata alle produzioni degli artisti emergenti”.
MAGGIORI INCASSI PER LA SIAE
Per Mogol, “Tale iniziativa avrebbe dunque un impatto positivo sul mercato radiofonico italiano, generando maggiori introiti in diritti d’autore e in diritti connessi e contribuendo ad aumentare la quantità di musica prodotta in Italia. Come sapete, promuovere la musica italiana significa infatti sostenere l’industria culturale del nostro Paese e quindi le tante persone che ci lavorano”. Mogol, e la Lega, non tengono però conto della libertà di decidere cosa trasmettere o meno mentre sembra che si miri solo a un maggior introito economico che inevitabilmente beneficerebbe la Siae per prima. E’ decisamente ambigua questa proposta, anche quando Mogol dice che si avrebbe un “aumento della qualità” cosa tutta da vedere visto quanto invece la musica italiana odierna viva una delle peggiori crisi di creatività di sempre.