C’è l’apertura al dialogo del premier del Pakistan, Imran Khan, ma poco altro di positivo nelle tensioni che coinvolgono l’India. Dopo l’abbattimento di due jet nei cieli del Kashmir sono diventate virali le immagini che riprendono la cattura del pilota del caccia indiano, riuscito a salvarsi dalla morte ma non dalla furia dei civili pachistani che lo hanno trovato in prossimità di un corso d’acqua. Il militare, che come riportato da La Repubblica era alla guida di un Mig21, è stato bloccato da alcune persone che lo hanno riempito di schiaffi e calci anche al capo, il tutto sotto gli occhi dei militari pachistani che successivamente lo hanno preso in custodia. Immagini forti (cliccate qui per il video fornito da Repubblica ma attenzione: potrebbe urtare la vostra sensibilità), che rendono evidente l’odio che intercorre tra questi due Paesi confinanti. Di più: il pilota viene trattato di fatto come un prigioniero di guerra, l’esito che il mondo intero si augura venga scongiurato per evitare lo scoppio di un pericolosissimo conflitto nucleare. (agg. di Dario D’angelo)
PREMIER PAKISTAN APRE AL DIALOGO
Cresce la tensione tra India e Pakistan dopo l’abbattimento di due jet di New Delhi che avevano sconfinato nello spazio aereo di Islamabad. Dall’India respingono la versione secondo cui i velivoli abbattuti siano due, sostenendo che uno dei due aerei immortalati dalle immagini sia in realtà pachistano e sia stato colpito dalla sua contraerea. Ma al di là dei movimenti che vanno in scena tra i cieli del Kashmir è evidente che l’interesse del Pianeta sia quello di evitare un’escalation che considerando il potenziale militare di due Paesi dotati dell’atomica potrebbe risultare devastante. In questo senso possono essere considerate un buon inizio per una soluzione della crisi le parole del premier pachistano, Imran Khan, che in un discorso alla nazione si è detto pronto ad avviare un dialogo con l’India, sottolineando che “il buon senso deve prevalere” e che vanno evitati da entrambe le parti “errori di calcolo”. Difficile dargli torto…(agg. di Dario D’Angelo)
SCONTRO NEI CIELI DEL KASHMIR
E’ già guerra tra Pakistan e India. Nei giorni scorsi le truppe di Nuova Delhi erano sconfinate nel Kashmir pachistano uccidendo un imprecisato numero di islamisti da sempre sostenuti dal governo di Islamabad, che poche settimane fa si erano resi autori di una strage di poliziotti nel Kashmir indiano. Adesso arriva la notizia che l’aviazione pachistana ha abbattuto due aerei indiani che volavano nello spazio aereo del Kashmir pachistano. I due piloti sono sopravvissuti e adesso sono prigionieri. Non è certo la prima volta anzi che fra i due paesi la tensione nel Kashmir, da sempre conteso e oggi diviso in tre aeree una delle quali cinese, arriva a questi livelli, fino a sfociare in vere guerre o in accordi armistizio, per cui si spera che anche questa volta India e Pakistan riescano a trovare la via della pace. Il problema più grande è che entrambi i paesi sono potenze nucleari.
LA DIVISIONE DEL KASHMIR
Certo è che la tensione è altissima. Un portavoce di Islamabad ha commentato che “Non vogliamo portare la regione alla guerra ma l’India non ci ha dato altra scelta che rispondere”. La regione è a maggioranza islamica, ma nel 1947 al momento dell’indipendenza dall’Inghilterra il Maharajah del Kashmir scelse di stare con l’India. Questa decisione portò alla guerra del 1948, seguita da altri conflitti nel 1965 e nel 1999. Oggi la regione è divisa in tre zone di influenza: India, Pakistan e Cina ma questo non evita la tensione continua fra i primi due paesi. L’India accusa il Pakistan di sostenere e armare terroristi islamici autori di numerosi attacchi in territorio indiano.
CHIUSO LO SPAZIO AEREO DEL PAKISTAN
Secondo le ultime informazioni che arrivano dall’India, sarebbe uno solo l’areo abbattuto dai pachistani, anche se Islamabad aveva diffuso immagini in cui si vedono due prigionieri bendati portati via dai soldati dal luogo dell’incidente. Altre informazioni dicono che il secondo aereo abbattuto è pachistano. Intanto il Pakistan ha chiuso tutto il proprio spazio aereo nazionale a qualunque volo. La cosa ha provocato un grave problema, un elicottero che doveva raggiungere il campo base del monte Nanga Parbat al confine tra India e Pakistan dove da giorni è disperso un alpinista italiano, Daniele Nardi, non ha potuto decollare. Dell’alpinista non si hanno più notizie da domenica scorsa, con lui anche un alpinista americano