Il Nome della Rosa è la nuova co produzione internazionale Rai che sbarcherà su Rai1 il prossimo 4 marzo cercando di replicare il successo che in questi due anni hanno portato a casa cast e personaggi de I Medici. La scrittura di Umberto Eco è da sempre sinonimo di cambiamento per la Rai e da questo non si può prescindere almeno secondo il neo direttore Teresa De Santis che ha preso parte oggi all’affollata conferenza stampa di presentazione della serie: “”Umberto Eco fa parte della storia della Rai, ha contribuito al suo rinnovamento, per questo la serie ha per noi un grande valore simbolico” e per questo sono state messe in campo tutte le risorse possibili e non solo a livello artistico ma anche di produzione visto che proprio lo studio di Cinecittà è stato location delle riprese della serie come simbolo di “un Made in Italy capace di unire lavoro italiano e grandi star internazionali”.
LE PAROLE DI JOHN TURTURRO IN CONFERENZA STAMPA
Il cast corale è un perfetto mix di grandi personalità internazionali, come John Turturro pronto a vestire i panni di Guglielmo da Baskerville, e Rupert Everett (che vestirà i panni di Bernardo Gui) e dell’italiano Fabrizio Bentivoglio in quelli di Remigi. Tutto il resto ruota intorno ai protagonisti di un romanzo che ha fatto la storia della letteratura e che sono stati minuziosamente raccontati e dipinti da Umberto Eco e lo stesso Carlo Palomar, alla produzione, ha voluto rendere omaggio a quel libro riprendendolo in mano quando il progetto gli è stato proposto e partendo proprio da quelle parole. A mettere tutto insieme ci ha pensato il regista Giacomo Battiato che non ha voluto scollegare Il Nome della Rosa all’Italia stessa definendo la serie internazionale come un dipinto “della nostra storia e della nostra cultura”. Proprio del regista ha parlato il protagonista Turturro che si è detto lusingato per essere stato scelto come parte del progetto: “È stato un privilegio essere scelto da un regista italiano. È stata una grande esperienza lavorare su un romanzo fondamentale per la letteratura mondiale. È importante per me imparare sempre qualcosa dai progetti a cui lavoro, come è stato per Il Nome della Rosa“. Non sappiamo bene se ci sarà un seguito e dove si fermerà la serie ma sicuramente i presupposti per fare bene ci sono tutti. Un altro punto a favore della Rai ormai in grado di stupire e lasciare a bocca aperta il pubblico di tutto il mondo?