Vanno avanti ormai da giorni, ma in maniera sempre più insistenti, le proteste in Algeria dopo che il presidente Abdelaziz Bouteflika ha comunicato la sua decisione di candidarsi alle elezioni previste per il 18 aprile per quello che sarebbe il suo quinto mandato. Il capo dello stato algerino ha 82 anni, è al comando da 20 ma da ormai 7 anni non parla in pubblico: le sue condizioni di salute sono infatti molto gravi. Da quel che si sa, Bouteflika dal 2013 ad oggi ha avuto almeno due episodi di ictus e si sposta su una sedia a rotelle; come riportato da Il Post, chi è sceso in piazza per protestare è ormai convinto che non sia più in grado di governare e sia qualcun’altro a farlo al suo posto. Di questa versione è convinto ad esempio Mustapha Bouchachi, un avvocato e attivista di Algeri, che al New York Times ha detto che Bouteflika non è nemmeno più in grado di “leggere e scrivere”.
ALGERIA, PROTESTE CONTRO CANDIDATURA BOUTEFLIKA
Le proteste di piazza contro la candidatura di Bouteflika avevano portato nella giornata di ieri al ferimento di 50 persone. Nelle proteste che hanno avuto luogo nella centrale piazza Primo Maggio e in piazza Maurice Audin, a causa degli scontri con le forze dell’ordine, ha perso la vita anche il giovane Hocine Benkhedda, figlio di Benyoucef Benkhedda, tra i leader della rivoluzione anti-coloniale, presidente del governo in esilio del Fronte di liberazione nazionale. Come riferisce Rai News, anche alcune personalità politiche e altri candidati alle presidenziali si sono uniti alle proteste con degli appelli. Fra loro spicca l’ex premier algerino dal 2000 al 2003, Ali Benflis, candidato alle presidenziali del 2004 e del 2014, che al sito tsa-algerie.com, ha dichiarato: “Chiediamo uno stato democratico, basato sulla sovranità popolare. Oggi, il popolo algerino nel suo complesso dirà no alla versione ufficiale, no alle minacce, no alla repressione, sì alla sovranità del popolo, sì alla vera cittadinanza per tutti. La gente vuole la sua autodeterminazione. Come ha sconfitto il colonialismo, il popolo algerino dirà no ai governanti ingiusti e a colui che vuole governare il paese senza la volontà degli algerini”.