Nel giorno in cui si celebra il #NoPhoneDay, cioè la giornata senza telefonino istituita dagli Stati Uniti, arriva da Roma la notizia di un telefonino che semina il panico in un appartamento. Si tratta di un Huawei Mate 10 Lite acquistato per 329 euro, mentre 25 euro sono stati spesi per l’assicurazione. Il telefono è andato fuoco. Lo ha raccontato Lello Barbacane, che aveva acquistato lo smartphone un anno fa per il compleanno della moglie. «Era in carica, lei era sul divano a guardare la televisione con il nostro cane. L’ha staccato dalla presa e quando l’ha acceso le ha preso fuoco in mano», ha raccontato il pensionato, come riportato da Leggo. Di istinto la donna ha buttato a terra il telefonino, per evitare di ustionarsi, infatti ha riportato solo una scottatura. «Il telefonino ha continuato a bruciare sul pavimento con il cane che scappava in terrazzo. A ripensarci è andata bene, poteva essere una tragedia», ha aggiunto Barbacane.
HUAWEI MATE 10 LITE SI INCENDIA: PAURA A ROMA
La moglie del signor Lello lo chiama in preda al panico e gli racconta che il suo smartphone ha preso fuoco. «L’ho acquistato il 9 febbraio del 2018 in un centro commerciale a Roma e il 7 febbraio di quest’anno, quasi a un anno esatto, ha preso fuoco». Dunque, quando il Huawei Mate 10 Lite ha preso fuoco era ancora in garanzia, visto che dura 24 mesi. Nonostante la garanzia e l’assicurazione, la coppia non otterrà alcun rimborso né un eventuale cambio del prodotto, perché dalla perizia è emersa una «manomissione». L’uomo prima si è rivolto al negozio dove l’ha comprato, poi al centro servizio clienti Huawei di via La Spezia. «Dopo un esame, durato 20 giorni, mi hanno detto che avrei inserito un ago o una forcella dentro al cellulare. Mi accusano, ma giuro che non è così». La Huawei ha confermato che il centro di Ricerca e Sviluppo ha verificato che l’esplosione del telefono «pare non essere addebitabile a un difetto del telefono stesso, quanto a un uso errato da parte del consumatore». L’azienda parla della mancanza del tasto di accensione mentre la batteria è risultata forata all’altezza del tasto mancante. Inoltre, l’alloggiamento presenterebbe graffi e scalfitture. «Questo lascia intendere che l’evento sia scaturito a seguito della manomissione del terminale a mezzo di un oggetto appuntito che ha provocato il foramento, con conseguente corto, della batteria».