Il ricorso in Appello di Antonio Ascione, condannato a 20 anni per l’omicidio della moglie Maria Archetta Mennella, è un’altra ferita per la famiglia della giovane mamma accoltellata. Lo dimostrano le parole del fratello Antonio, intervenuto oggi a La Vita in Diretta: «Ha avuto coraggio a stare insieme quindici anni con un animale. La faceva stare male e non era neppure un buon padre. È stato un duro calvario per lei. Non meritava di morire». L’uomo ha fatto poi una rivelazione: «Abbiamo scoperto che lui ha un altro figlio». Intanto dei figli della coppia si sta occupando Assunta Mennella, sorella della vittima. «Subito ho preso l’affidamento dei figli. Hanno perso tutto in un attimo. Ricordo le urla di mia nipote quando abbiamo ricevuto la telefonata, erano strazianti. Lui nelle lettere che manda chiede perdono, perché quella notte non ha pensato che era la mamma dei suoi figli?». La donna temeva che sarebbe accaduto il peggio: «Lui aveva dato alcuni segni, ma lei cercava di tenere la famiglia unita». In studio è intervenuto anche Riccardo Vizzi, consulente legale che ha seguito da subito i familiari di “Mariarca”. L’uomo ha spiegato che sì la pena non va bene, ma non perché va ridotta: andrebbe inasprita. «Abbiamo cercato di andare a sostenere una premeditazione che avrebbe comportato l’ergastolo. Tre giorni prima del delitto l’aveva minacciata con un coltello per farsi confessare la nuova relazione, c’è stato un nuovo litigio il giorno del delitto e lui l’ha uccisa». Per Vizzi ci sono altri aspetti premeditati. «Anche il modo in cui sono state chiamate le autorità: lei era agonizzante, ma lui dice di non sapere come soccorrerla, ma poteva farselo spiegare al telefono. Si è fatto anche una doccia prima che arrivassero le autorità. Era una situazione ben organizzata». D’altra parte era consapevole che sarebbe stata dura ottenere l’ergastolo. Ma la battaglia legale non è ancora finita. (agg. di Silvana Palazzo)
EX ANTONIO ASCIONE CHIEDE SCONTO DI PENA
Si torna a parlare di Maria Archetta Mennella, la donna assassinata nel sonno dall’ex marito Antonio Ascione il 23 luglio del 2017. Nel corso della puntata di oggi de “La vita in diretta” si è discusso di una delle ultime svolte del caso: il ricorso in appello alla condanna a venti anni di reclusione presentato dall’avvocato dell’assassino, Giorgio Petramelara, condannato lo scorso 4 ottobre dal Tribunale di Venezia per l’omicidio della 38enne. Da Musile di Piave, Veneziano, ha parlato la sorella di Mariarca, Assunta, che dopo quel delitto ha cresciuto i due figli della coppia:”Ma quale appello, direttamente la pena di morte, ci vorrebbe”. Intanto, come riportato da Il Mattino, il legale di parte civile, Alberto Berardi, che assiste i familiari della vittima con Studio 3A si è detto comunque fiducioso per l’appello: “Era prevedibile che il legale di Ascione impugnasse la sentenza di primo grado e d’altra parte è un diritto dell’imputato: ne prendo atto. Premesso questo, confido assolutamente che la pena venga confermata integralmente e con fondate regioni”.
MARIARCA MENNELLA, UCCISA NEL SONNO DAL MARITO
C’è grande dolore misto a rimpianto nel cuore di chiunque abbia conosciuto e voluto bene a Mariarca Mennella. Da quel marito così oppressivo, geloso e violento, la donna aveva infatti cercato di liberarsi. E ce l’aveva quasi fatta: lui però con degli escamotage aveva ripreso a vivere insieme a lei, usando anche i figli pur di non perdere il controllo su Mariarca. Le parole pronunciate da Mena, amica di Mariarca nell’ultima punta di Amore Criminale e riportate da Fanpage, sono emblematiche:”Lui era quello che doveva prendere l’ultima decisione e l’ha avuta l’ultima decisione, ha deciso di toglierle la vita. Quanto vale un uomo che ammazza la madre dei propri figli?”. Angela, un’altra amica di Mariarca, rincara la dose:”La minacciava, la faceva dormire in macchina, la picchiava. Lui era un violento, non può dire di aver amato la moglie. Non era amore, era possesso”. E’ giusto che Ascione riceva uno sconto di pena?