Ennio Rigato due giorni fa è uscito dal carcere grazie a uno sconto di pena, un colpo duro per i familiari di Loris Giazzon e per Maurizio Cesarotto. Rigato infatti era recluso per l’omicidio del primo e per il grave ferimento del secondo nel corso di una rapina alla banca popolare vicentina di Olmo di Creazzo lo scorso 20 aprile 1993. Le Iene hanno raggiunto Maurizio Cesarotto, rimasto paralizzato da quel giorno, che ha parlato di quei tragici momenti e della morte di Giazzon: «Ho sentito quell’urlo che sa di morte: è diverso da uno che si è ferito, raggiunge un’apice e poi un silenzio che sa di morte. Mentre i banditi salivano sull’auto, questo ridendo ha ripetuto “se potevo li ammazzavo tutti e tre”». Ora Rigato sarà libero dopo 25 anni di carcere: «Li ho fatti anche io, seduto qua: ora lui esce e farà quel che vuole. Per questo motivo sento questa rabbia».
LE PAROLE DI MAURIZIO CESAROTTO
Ennio Rigato è stato raggiunto dall’inviato Schembri ma l’esponente della Mala del Brenta di Felice Maniero, che tra il ’70 e il ’90 si è macchiata di decine di omicidi compiendo oltre 200 rapine in banche, orafi e uffici postali, si è dileguato. Il fratello Massimo ha commentato: «Tua mamma deve morire, e tuo fratello. Ho preso 30 anni quindi vai via prima che ti ammazzo». E successivamente: «Non so niente dai. Quelli sono i destini della vita… Lascia stare mio fratello, lascia stare, non verrà mai la verità. Non si può dai…». «Giorno per giorno peggiora il dolore» aggiunge Maurizio, che spiega: «Il proiettile mi ha preso milza, colonna vertebrale, l1, l2, l3. Ho scoperto di essere paralizzato alla banca, ho capito che non avrei mai più camminato. Ho pensato a mia moglie e a mio figlio». E sulla famiglia: «Ha vissuto la mia condizione duramente. Con mia moglie è finita dopo quattro anni, mio figlio un giorno mi chiese perché non scendevo a giocare con lui, come facevo a spiegarglielo…». Clicca qui per vedere il video.