Non è una “sfida nuova” quella lanciata da Luigi Di Maio e dal gruppo M5s in merito al salario minimo per legge: si tratta da un lato di un punto programmatico dei grillini da ben prima delle Elezioni Politiche ma, soprattutto, riguarda un tema “simbolo” della sinistra col quale il vicepremier vuole “tendere una trappola” al neo Segretario Zingaretti per poter iniziare un “secondo forno” nel futuro M5s vista la attuale “crisi” con la Lega. Quando dopo le Primarie di domenica scorsa il Ministro del Lavoro ha “infilzato” subito il neo eletto Segretario Zingaretti con la proposta del salario minimo, il Pd ha immediatamente replicato che loro un ddl sul tema lo hanno già presentato e finora non calcolato dalla maggioranza di Governo. Oggi il Fatto Quotidiano preme il volere sottolineare le differenze esistenti tra i due disegni di legge, a cominciare dai 9 euro lordi e 9 euro netti che riguardano la retribuzione oraria sotto la quale non bisogna scendere: secondo il ddl del Movimento 5 Stelle depositato nel luglio 2018 a prima firma Nunzia Catalfo, prevede un minimo di 9 euro lordi da aggiornare ogni anno in base all’inflazione. Il disegno invece dell’ex Presidente del Consiglio Regionale Piemonte, il dem Mauro Laus, punta a garantire 9 euro netti escluse indennità e rimborsi spese.
DI MAIO, “PRONTI AL SALARIO MINIMO
La principale novità e differenza però tra il progetto di legge Di Maio e quello di Zingaretti riguarda la contrattazione collettiva: la proposta M5s punta a sostenere «la contrattazione collettiva e non sostituirla, nel tentativo evidente di rispondere ai dubbi dei sindacati che sono da sempre contrari al salario minimo orario perché temono faccia venire meno la necessità dei Ccnl che oggi coprono la maggior parte dei lavoratori e apra così la strada al dumping salariale», spiegano i colleghi del Fatto. Su questo punto al momento Zingarettti ha declinato l’offerta, anche se non esclude la possibilità di arrivare ad un ipotetico accordo laddove la Lega di Salvini è storicamente contrario alla tematica. Secondo il ddl M5s, «L’obiettivo esplicito è sostenere per questa via l’attività di regolazione del mercato del lavoro liberamente compiuta dalle parti sociali, che sono le autorità salariali più idonee allo svolgimento del compito, senza sostituirsi ad essa». Intanto questa mattina a Rtl 102.5 è tornato a parlare di salario minimo il leader Di Maio, «il salario minimo e il taglio del cuneo fiscale sono il mio prossimo obiettivo, voglio iniziare un tavolo con Confindustria e i sindacati» rinnovando poi l’invito-trappola alla collaborazione col Pd.