Era attesa oggi l’udienza presso il Tribunale del Riesame di Firenze per la richiesta dei genitori di Matteo Renzi in merito alla revoca della misura cautelare ai domiciliari dove sono costretti dallo scorso 18 febbraio. L’accusa di bancarotta fraudolenta nella gestione delle aziende vicine alla famiglia vede Laura Bovoli e Tiziano Renzi ancora rinchiusi agli arresti domiciliari, mentre proseguono le richieste degli avvocati difensori in merito alla revisione delle decisioni poste dal gip: l’udienza è durata circa due e mezza e i legali di Tiziano Renzi e Laura Bovoli hanno posto ufficiale richiesta di revoca degli arresti, dopo il rifiuto della Procura negli scorsi giorni. Al termine della lunga discussione in Aula, i giudici del Riesame hanno preso tempo, riservandosi una decisione definitiva entro lunedì prossimo: secondo quanto appreso dalle fonti dell’Ansa a Firenze, i difensori hanno contestato uno per uno i capi d’accusa, in particolare la bancarotta. «I nostri clienti hanno fiducia nella giustizia – ha detto uno dei difensori, l’avvocato Federico Bagattini – e questo non deve mai venir meno. Sono chiaramente un po’ ‘storditi’ ma i loro avvocati sono combattivi come è giusto che sia». Ricordiamo che i genitori dell’ex premier Renzi sono accusati di bancarotta e false fatturazioni nell’ambito della maxi inchiesta della Procura fiorentina “filone” del fu caso Consip: i giudici hanno puntato il mirino delle indagini sul fallimento in particolare di alcune cooperative collegate alle aziende di casa Renzi, la Eventi 6 su tutte.
RENZI, NUOVO ATTACCO AL GOVERNO
Al momento però Tiziano Renzi e Laura Bovoli sono detenuti in casa della figlia Matilde, ma sperano entro lunedì di ricevere la notizia di scarcerazione in attesa del processo. Ancora l’avvocato aggiunge «In ogni caso stiamo parlando al massimo di un’evasione fiscale per 114 mila euro»: oggi l’ex segretario del Pd sarà atteso ad un evento di presentazione dell’ultimo libro “Un’altra strada” dove inevitabilmente potrà tornare a commentare la difficile situazione in cui è coinvolta l’intera sua famiglia. In mattinata Renzi aveva invece deciso di non commentare l’iter giudiziario in corso, preferendo postare su Facebook una personale opinione sulla situazione di altri imprenditori che di fronte all’emergenza socio-economica decidono di togliersi improvvisamente la vita: «un imprenditore in difficoltà si è ucciso nel nord-est. È difficilissimo capire perché una persona arriva al punto di togliersi la vita: per dolore, per amore, per una crisi, per il mal di vivere direbbe il Poeta. Chi ha perso degli amici così sa che è un dolore devastante per sempre: impossibile stabilire una causa, impossibile non sentirsi in colpa. Quando eravamo al Governo le opposizioni grillini e leghiste ci rinfacciavano sempre i suicidi degli imprenditori in crisi. I resoconti parlamentari sono pieni di loro interventi: è colpa vostra, li avete sulla coscienza. Mi faceva schifo il loro modo bieco e meschino di strumentalizzare quel dolore. Schifo. Non ho altre parole. Oggi che al Governo ci sono loro vorrei che arrivasse un abbraccio solidale alla famiglia di quest’uomo. Vorrei che nessuno desse al premier la colpa anche dei suicidi come facevano quando a Palazzo Chigi eravamo noi. E vorrei che tutti insieme recuperassimo un po’ di umanità, anche in politica».