Il Ministro del Lavoro nonché “mente” del Reddito di Cittadinanza, Luigi Di Maio dopo aver letto le notizie filtrate da alcune sedi di Caf italiani, specie quelle del Messaggero in merito alla presenza del clan Spada a Ostia, ha voluto replicare immediatamente sui propri canali social per provare a “spezzare” la polemica ovviamente esplosa. «Il Reddito di Cittadinanza è una misura per il sostegno degli invisibili, per ridare una speranza a chi la merita. Leggo che alcuni membri del clan Spada avrebbero avanzato richiesta», scrive il leader M5s il quale si chiede se effettivamente le notizie filtrate sulle richieste addirittura di Roberto Spada siano vere oppure no. «Non so se è vero, ma posso garantire che chi fa parte del clan Spada non prenderà un solo euro. Nemmeno uno! Ho già chiesto personalmente di fare le opportune verifiche sul caso», sentenzia Di Maio mentre è in corso in queste ore il secondo giorno ufficiale di richiesta per il sussidio RdC.
CLAN SPADA IN CODA AI CAF
Le polemiche sulle code e gli assalti ai Caf e Poste per il Reddito di Cittadinanza sono state evitate per fortuna da un primo giorno, quello di ieri, dove le domande per il sussidio di stampo M5s sono andate tutto sommato via lisce: inevitabili a quel punto andare a “scovare” tutte le magagne di una misura con ancora molti punti oscuri e pochi chiari. Su tutte, due presenze “scandalose” nelle file dei primi 45mila che hanno richiesto il RdC: uno dei “boss” del clan Spada di Ostia e addirittura un ex brigatista come Rosario La Paglia. Ma andiamo con ordine, partendo dall’emblema del malaffare e della malavita in quel di Ostia: secondo quanto riportato dal Messaggero questa mattina, anche alcuni membri degli Spada si sono visti ieri in fila ai Caf per prenotare la propria richiesta di sussidio d’assistenza e lavoro. «Almeno tre nuclei della famiglia Spada – spiegano dal Caf della Cisl di Ostia – hanno preso appuntamento per la compilazione dell’Isee, il documento è senz’altro prerogativa per poter chiedere poi il reddito di cittadinanza». Tra questi, sempre secondo il Messaggero, vi sarebbe anche Roberto Spada, il reggente del clan di origina sinthi di cui si ricorda, tra le altre malefatte, la testata nei confronti del giornalista Rai Daniele Piervincenzi.
ANCHE EX BRIGATISTA NELLE LISTE DEL REDDITO DI CITTADINANZA
In attesa che le autorità prendano eventuali provvedimenti (se si dimostrasse ad esempio l’impossibilità di richiesta del Reddito di Cittadinanza laddove vi sono pendenze penali in corso) sul caso di Ostia, agitano le discussioni anche sul web altre presenze “scomode” nelle file dei potenziali beneficiari della Card RdC. Su tutti, a far parlare e molto nelle ultime ore è il caso di Rosario La Paglia, oggi 63enne, e con un passato da brigatista comunista di fatto mai rinnegato. «Sono stato in carcere per terrorismo, facevo parte della colonna torinese delle Brigate Rosse ma dopo che è nata la mia prima figlia ho appeso il ‘ferro’ al chiodo e pagato il mio debito con la giustizia. Voto Cinque stelle? Non credo nei Cinque Stelle, l’unica stella in cui ho creduto è stata quella a cinque punte», spiega così al collega di Repubblica mentre si trovava ieri al Caf della Cgil di Corso Brescia a Torino. Ha tentato di rifarsi una vita dopo il carcere prendendo l’attività del suocero che nel frattempo si era ammalato di tumore: gli affari però non sono andati bene, «Ora siamo praticamente in mezzo a una strada perché per i commercianti non esistono ammortizzatori sociali. Le mie due figlie hanno trovato un lavoro, ma malpagato e per i loro spostamenti si servono di un’auto di proprietà che mi esclude dagli aventi diritto al reddito di cittadinanza».