«Mina la collaborazione con le aziende Usa e avalla una scelta politica che diffide il G7»: così l’amministrazione Trump lancia un messaggio di allarme all’Italia in merito all’accordo imminente con la Cina sulla Via della Seta. «Siamo molto preoccupati che quando il presidente cinese Xi visiterà Roma, l’Italia firmi la Belt and Road Initiative, perché legittimerebbe un progetto politico, inviando il messaggio sbagliato a Pechino», fa sapere ancora l’amministrazione Usa nel giorno in cui in realtà all’interno del Governo si registra una piccola, ma significativa distanza, tra Lega e Movimento 5 Stelle. Nel pieno della tregua-scontro sul fattore Tav, il Ministro Salvini intervenendo alla scuola politica del Carroccio a Milano affonda «Il 26 marzo c’è l’appuntamento con la storia. Qualcuno pensa che l’Europa debba diventare il centro commerciale di merci prodotte altrove. Se vinciamo noi l’Europa torna ad essere l’Europa. E la Via della Seta, e il trattato con gli Usa, e va bene però l’Europa è l’Europa». (agg. di Niccolò Magnani)
IL NODO-CINA
Nuovo monito nei confronti dell’Italia in merito alla “Via della seta”, il corridoio economico e infrastrutturale che dovrebbe unire Cina, Europa e Africa, voluto fortemente dal presidente cinese Xi Jinping. Garrett Marquis, consigliere del presidente degli Stati Uniti, ha utilizzato il proprio profilo Twitter per esternare la propria posizione: «L’Italia è una grande economia globale e un’importante destinazione di investimenti. Non è necessario che il governo italiano legittimi il progetto di vanità delle infrastrutture della Cina». Parole che susseguono l’annuncio di due giorni fa del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, che a Genova aveva anticipato l’imminente accordo fra Roma e Pechino. Secondo il premier si tratterebbe di un «importante progetto di connettività infrastrutturale che propone una grande disponibilità della Cina a coltivare uno scambio in campo economico e commerciale. Con tutte le cautele necessarie – necessarie – potrebbe essere una chance per il nostro Paese». Sulla vicenda si è espresso anche Guglielmo Picchi, sottosegretario leghista agli Affari esteri, che si è invece mostrato senza dubbio più prudente rispetto al presidente del consiglio: «Condivido le preoccupazioni, non per compiacere gli alleati, ma perché è necessario un ulteriore approfondimento».
VIA DELLA SETA, USA “ITALIA NON LEGITTIMI PROGETTO CINA”
A fine mese è atteso in Italia il presidente cinese, e stando a quanto anticipato dal premier Conte sarà proprio quella l’occasione in cui l’Italia apporrà la propria firma sull’accordo ‘Belt and Road Initiative’, già ribattezza la nuova Via della seta. Se tutto ciò avvenisse, l’Italia diverrebbe il primo paese facente parte del gruppo del G7 a sottoscrivere il progetto di Pechino, che punta a connettere tre continenti attraverso una serie di infrastrutture all’avanguardia. Conte ci ha tenuto comunque a precisare che un’eventuale adesione dell’Italia all’accordo con la Cina non pregiudicherebbe in alcun modo la sua posizione nei confronti degli alleati. «Un’iniziativa fatta dalla Cina per la Cina – le parole di Marquis al Financial Times – invitiamo tutti gli alleati e i partner, inclusa l’Italia, a fare pressione sulla Cina affinché adegui i suoi sforzi di investimento globali agli standard accettati a livello internazionale».