Disposta una perizia psichiatrica nei confronti di Ezzedine Arjoun, il 34enne tunisino accusato dell’omicidio dell’ex moglie Marisa Sartori e del tentato omicidio della cognata Deborha a Curno. Lo ha deciso il pm Fabrizio Gaverini. La consulenza sarà affidata, secondo quanto riportato da Il Giorno, al dottor Luca Monchieri, il quale dovrà stabilire la capacità di intendere e volere dell’imputato. La decisione è legata anche al comportamento dell’uomo che nelle ultime settimane è stato trasportato più volte dalla cella del carcere al pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per atti autolesionistici. Il magistrato, dunque, vuole accertare lo stato della salute psicologica dell’uomo. Ezzedine Arjoun ha sempre sostenuto che l’aggressione del 2 febbraio scorso, nel garage della casa dei genitori delle due sorelle, in via IV Novembre, non è stata premeditata, ma scatenata dalla reazione furiosa ad una frase della sorella di Marisa Sartori.
OMICIDIO MARISA SARTORI, IL RICORDO DELLA SORELLA DEBORHA
Una frase di Deborha Sartori avrebbe scatenato la furia di Ezzedine Arjoun, che ha ucciso a coltellate l’ex moglie e tentato poi di uccidere la cognata. Lo ha sempre sostenuto il 34enne tunisino, difeso dagli avvocati Daniela Serughetti e Monica Di Nardo. Come riportato da Il Giorno, ha spiegato che solo dopo quella frase avrebbe recuperato il coltello scoperto poco prima nella spazzatura e inferito su Marisa. La versione però è stata smentita dalla cognata, la quale ha spiegato che Ezzedine Arjoun aveva il coltello con sé fin dall’inizio. In occasione della manifestazione dell’8 marzo promossa da “Non una di meno”, Deborha Sartori ha ricordato la sorella 25enne. Ha parlato di «un amore in cui credeva e che si è rivelata frutto di morte». Parlando poi dell’ex marito della sorella e di tutti gli uomini che si rendono autori di violenze sulle donne, come riportato dall’Eco di Bergamo, ha aggiunto: «Mia sorella era insieme a un non uomo».