Forza Italia sul piede di guerra: la Tav va fatta, scende in campo anche il leader Silvio Berlusconi. Il Cavaliere si è scagliato contro il governo gialloverde, con Di Maio e Salvini agli antipodi, analizzando ai microfoni di Mattino 5: «Noi siamo obbligati, come Italia, a fare la Tav. abbiamo firmato il trattato internazionale con l’Europa e con la Francia. Questo trattato è stato fatto da una legge del Parlamento italiano: per non fare la Tav dovremmo presentare in Parlamento una modifica dell’articolo 2 della legge esistente e questa modifica non troverà mai i numeri per essere approvata. Tutto quello che si è svolto sulla Torino-Lione è qualcosa di vergognoso e ridicolo, dimostra come gli italiani abbiano dato il loro voto a persone che sono lontanissime da qualunque capacità di poter governare nemmeno un’edicola, un condominio o un piccolo bar. Una situazione comica, ci ha portato una perdita di credibilità da parte dei Paesi europei e dell’Ue». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI MAIO VS SALVINI, FI VS CHIAMPARINO
Nuovo scontro a distanza tra Lega e Movimento 5 Stelle sulla Tav, con Luigi Di Maio che ha definito «folkloristiche» le parole di Matteo Salvini sulla Torino-Lione. Su una cosa però sono d’accordo: nonostante le scaramucce nel governo, l’esecutivo gialloverde «durerà cinque anni», escludendo qualsivoglia crisi. E c’è un altro scontro da segnalare, questa volta a livello locale: parliamo di Forza Italia e di Sergio Chiamparino. Gli azzurri hanno messo nel mirino il governatore del Piemonte: «Avevamo consigliato il presidente Chiamparino di lasciar perdere la via del referendum. Giusto fare le pressioni del caso quando il M5S tentava di bloccare la realizzazione dell’opera, ora che i bandi sono partiti e che il sottosegretario Giorgetti ha chiarito che in caso di nuovi blitz di Toninelli e Di Maio la parola spetterà al Parlamento la sua iniziativa ha un sapore esclusivamente elettorale. Il Governatore piu che alle ragioni delle imprese e delle famiglie piemontesi: si aggrappa al referendum sulla Tav per nascondere sotto il tappeto i tanti fallimenti della sua Giunta regionale che si traducono in un Piemonte che cresce meno delle altre regioni del Nord Italia. Tutti sappiamo le abilità di prestigiatore politico di Chiamparino, ma “esageruma nen”. Le elezioni di fine maggio sono una partita che si gioca sulla sanità, sulle politiche industriali, l’organizzazione del trasporto pubblico locale, il sostegno dei comparti turistici, sportivo e culturale. Tutti ambiti dove la sua Giunta di centrosinistra ha raccolto solo insuccessi. Non ci presteremo alla sua azione di distrazione di massa. Le uniche sentinelle Sì Tav siamo noi ed è la nostra coerenza di questi anni a certificarlo», la nota del capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Andrea Fluttero. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
NUOVO SCONTRO LEGA-M5S
La Tav continua ad essere argomento di dibattito all’interno del governo e anche ieri ne hanno discusso a distanza i due vice-presidenti del consiglio, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Entrambi hanno ribadito il proprio pensiero a cominciare dal leader del carroccio, che in Basilicata per un tour elettorale ammette: «Non è un mistero che siamo a favore della Tav. Noi possiamo risparmiare ancora un miliardo, Francia e Europa possono fare di più, ma dobbiamo essere collegati con l’Europa e abbiamo le Alpi». Da tempo la Lega invoca un referendum regionale in Piemonte, di modo che siano i cittadini a decidere se procedere o meno con la costruzione della Tav: «Il referendum chiesto da Chiamparino sulla Tav? Non c’è la legge regionale, non ci sono i presupposti giuridici – aggiunge Salvini – certo che sarei d’accordo. Lo farei anche domattina, e sarei il primo ad andare a votare. Ma dovremmo cambiare la Costituzione». A Di Martedì su La7 ha invece parlato Di Maio, che ha anticipato una ridiscussione dell’opera: «Nel contratto di governo c’è scritto: ridiscussione integrale dell’opera. E adesso il presidente Conte, sulla base del fatto che abbiamo scoperto che i soldi dei cittadini italiani si stavano spendendo male, ridiscuterà l’opera con la Francia e con la Ue. Il M5s non è contro la Tav ideologicamente. Per noi vale il principio del buon padre di famiglia: gestire bene le casse dello Stato e non sprecare i soldi degli italiani». Sulle parole di Salvini, infine: «Salvini ha detto anche che va fino in fondo e che ha la testa dura. Ma, quando fa così, per me è folclore. Noi dobbiamo lavorare – sottolinea Di Maio – Io e Salvini ci sentiamo continuamente». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TAV, TELT: “OBIETTIVO COMPLETAMENTO ENTRO 2030”
«L’obiettivo per la consegna della linea ad alta velocità Torino-Lione resta il 2030, bisogna tenere duro»: così il presidente di Telt Hubert du Mesnil, che ha ribadito di essere «al servizio di questa scelta, ci crediamo». In Italia prosegue il dibattito tra Lega e Movimento 5 Stelle, con il pentastellato Stefano Patuanelli che ha sottolineato: «L’importante è che adesso abbiamo la possibilità di andare a un bilaterale con la Francia e poi in Europa per ridiscutere completamente l’opera che era l’obiettivo contenuto nel contratto di governo», riporta l’Ansa. Prosegue il capogruppo grillino al Senato ai microfoni di Radio Anch’io: «L’obiettivo è convincere Parigi a non fare la Tav? Mi sembra che non faremo grande fatica perché non c’è l’interesse francese a completare l’opera nella tratta nazionale. La Francia ha già comunicato che la sua parte, quella nazionale, fino al 2038 non ha alcuna intenzione di farla. Non ha vincolato alcuna spesa nel bilancio». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
FRANCIA: “VERSATI 400 MILIONI”
Un botta e risposta a distanza è esploso dopo la lettera inviata da Chiamparino a Salvini questo pomeriggio, ed è il premier Conte ad aver preso sul “personale” la questione rilanciando «Non è previsto dall’ordinamento italiano (la protrazione delle attività di realizzazione dell’opera, ndr)». Il Presidente del Consiglio a San Cataldo (Caltanissetta) assieme al Ministro Toninelli ha provato a rispondere alle critiche del Governatore dem Chiamparino, aggiungendo «il referendum sulla Tav non è previsto dall’ordinamento italiano. Non ci sono gli strumenti giuridici. Se qualcuno li dovesse introdurre, ben venga. Ma non è all’ordine del giorno». Immediata la replica del Presidente piemontese, «Mi permetto di ricordare al presidente del Consiglio che non ho mai chiesto un referendum sulla Tav, ma una consultazione popolare che riguarda i cittadini del Piemonte e che è prevista dallo statuto regionale». Mentre Salvini al momento non ha risposto ufficialmente alla richiesta di Chiamparino, il Premier Conte ha voluto smentire ogni altra possibile alternativa alla Tav “ufficiale” di cui i media rilanciano da giorni: «Non ho parlato mai di mini-Tav, non ho mai concepito una mini-Tav perché non sono un tecnico e nessuno mi ha mai portato una mini-Tav sul tavolo. Chi scrive ‘Conte pensa alla mini-Tav’ scrive un’altra di quelle fandonie che mi vengono attribuite». Intanto dalla Francia fanno sapere di avere già versato all’inizio dei lavori sulla Tav già 400 milioni di euro: «per il 2019 sono disponibili 55 milioni di euro per la parte francese, in attesa di eventuali aggiunte che sarebbero necessarie in funzione del lancio effettivo dei bandi», ribadendo l’impegno a trovare un accordo con il Governo italiano.
LETTERA CHIAMPARINO CHIEDE REFERENDUM
Il Presidente della Regione Piemonte, come già annunciato ieri, ha scritto una lettera pubblica inviata questo pomeriggio al Ministro degli Interni Matteo Salvini sul tema cardine della Tav: Sergio Chiamparino si oppone così allo slittamento dell’avvio dei bandi per l’Alta Velocità Torino-Lione e prova a richiedere un referendum per il 26 maggio in concomitanza con le Elezioni Europee e le Regionali in Piemonte. «Bisogna sospendere la protrazione delle attività di realizzazione dell’opera e quindi degli effetti negativi sul territorio, per la mancata attivazione dei cantieri», si trova scritto nella lettera presentata da Chiamparino alla stampa appena dopo mezzogiorno. Il forte Sì-Tav fa una sorta di appello alla Lega e a Salvini che possano convincere i propri alleati di Governo del M5s a tornare sui propri passi per evitare inutili rischi futuri: «Tale consultazione riguarderebbe l’impegno per la Regione Piemonte di attivarsi in tutte le sedi per la rimozione degli elementi di impropria protrazione delle attività di realizzazione dell’opera e degli effetti negativi immediati sia sul territorio, per la mancata attivazione dei cantieri di lavoro, sia prospettici conseguenti all’isolamento del territorio dai grandi collegamenti di trasporto europei»
SALVINI “LA TAV SERVE PER COLLEGARE ITALIA E UE”
Lo stesso Chiamparino ha poi spiegato nella lettera inviata a Salvini come «un tema così delicato pretenda di essere affrontato con uno strumento di voto certo e trasparente»: da ultimo, l’auspicio del Governatore prossimo ricandidato alla guida del Piemonte è che la richiesta di voto referendum «possa trovare la sua piena condivisione, tale da imprimere l’indirizzo per l’adozione di tutti necessari e conseguenti provvedimenti a livello statale, in relazione ai quali l’amministrazione regionale porrebbe in essere i propri adempimenti». Il giorno dopo l’avvio delle gare per i bandi Ue stilato dal cda di Telt, il Ministro Salvini è tornato ancora sullo scontro interno al Governo con i Cinque Stelle e ribadisce «I bandi sono partiti, che si chiamino bandi, avvisi, inviti, e adesso il presidente del Consiglio ha il mandato di incontrare i francesi, la Commissione europea per rivedere, ricontrattare, come da programma di Governo, un’opera che può avere dei tagli, delle modifiche e che, a mio avviso, comunque serve per collegare l’Italia al resto dell’Europa». Di contro, i grillini intendono convincere la Francia della non bontà dell’opera facendo così naufragare il progetto Tav (o così o tramite voto in Parlamento italiano, come ha ben spiegato Giorgetti domenica scorsa): «l’obiettivo è convincere Parigi a non fare la Tav? Mi sembra che non faremo grande fatica perché non c’è l’interesse francese a completare l’opera nella tratta nazionale. La Francia ha già comunicato che la sua parte, quella nazionale, fino al 2038 non ha alcuna intenzione di farla. Non ha vincolato alcuna spesa nel bilancio», ha spiegato Stefano Patuanelli, capogruppo M5s al Senato questa mattina ai microfoni di “Radio anch’io” su Rai Radio1.