L’omicidio di Pamela Mastropietro torna al centro della trasmissione Quarto Grado, in onda stasera con la nuova puntata su Rete 4. Il programma mostrerà in diretta alcuni documenti esclusivi sul processo attualmente in corso e che vede imputato Innocent Oseghale, accusato di aver abusato della 18enne e di averla poi fatta a pezzi. Lui, di contro, ha sempre negato le violenze (emerse dall’autopsia) e l’omicidio ammettendo solo di essersi disfatto in modo comunque brutale del cadavere, rinvenuto in due trolley il 30 gennaio dello scorso anno. In attesa della nuova nonché terza udienza che avrà luogo il prossimo 20 marzo davanti alla Corte d’Assise di Macerata, ieri i genitori di Pamela Mastropietro hanno incontrato al Viminale il ministro dell’Interno e vicepremier Matteo Salvini. Con loro anche lo zio della giovane vittima, Marco Valerio Verni, avvocato e legale della famiglia Mastropietro. Durante l’incontro, come riferisce Il Resto del Carlino online, si è discusso anche del processo e delle indagini, dal momento che per i familiari di Pamela Oseghale non sarebbe il solo responsabile. Eppure, al momento l’inchiesta resta ferma ad un solo imputato. “Chiedo giustizia per questa povera ragazza, chi ha commesso un delitto così orrendo deve marcire in prigione, senza sconti”, ha scritto su Facebook Salvini, al termine dell’incontro. Insieme alle sue parole, anche una foto che lo ritrae con i familiari della vittima, mentre tiene in mano una t-shirt con il volto di Pamela. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“PAMELA MASTROPIETRO ERA BORDELINE”
Sarebbero dovute essere due le deposizioni al processo di Macerata che vede alla sbarra Innocent Oseghale, accusato di aver drogato, violentato, ucciso e sezionato il corpo di Pamela Mastropietro e divisi i resti in 2 trolley lo scorso 30 gennaio 2018: invece dopo lo psichiatra e consulente della comunità Pars di Corridonia (dove Pamela scappò il giorno prima della tragedia) la compagna del nigeriano accusato dell’orrore Michela Pettinari non si è presentata. Con ordine, partiamo dai “presenti”: Giovanni Di Giovanni ha raccontato tutte le difficoltà e le patologie di cui la giovanissima Pamela soffriva e per la quale era praticamente impossibile non accorgersene non appena si fosse passato del tempo con lei. Arrivò nella comunità maceratese attorno al 17 ottobre 2017 (per poi sparire nel nulla il 29 gennaio scorso, ndr) e subito la situazione che si presentava fu molto complessa: «È arrivata da noi con una diagnosi clinica molto complessa, borderline grave, non aveva un rapporto realistico con la realtà», spiegava nella deposizione di ieri in aula alla Corte d’Assise di Macerata l’esperto psichiatra.
LA COMPAGNA DI INNOCENT OSEGHALE NON SI PRESENTA A DEPORRE
Venne cominciato il progetto, racconta ancora Di Giovanni, «si fece in modo che Pamela Mastropietro riprendesse gli studi, un programma terapeutico finalizzato ad obiettivi con un significato emozionale. Il problema iniziò a sorgere verso il 26 dicembre quando è stato riferito che la ragazza si induceva vomito e si era fatta delle autolesioni». Era fortemente e ancora condizionata dalla dipendenza della droga e purtroppo non solo: «la promiscuità sessuale è un tratto della patologia dalla quale Pamela era affetta. Una persona che sta soffrendo si butta in quel comportamento, rientra nella patologia». La prossima udienza si terrà il 20 marzo, intanto però resta il “mistero” della deposizione mancata della compagna di Innocent Oseghale: la Pettinari avrebbe dovuto raccontare quelle ultime ore del suo compagno nigeriano ma in Corte di Assise a Macerata non si è vista. «Pettinari non è presentata, è stata cercata a casa, ma è irreperibile», ha detto il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio che però ha fatto sapere che non verrà “recuperata” nelle prossime udienze ma verranno acquisiti semplicemente i verbali resi dalla donna e dei sequestri eseguiti dalla Guardia di Finanza.