Come è morta Imane Fadil, la teste nel processo Ruby Ter? Una domanda a cui stanno cercando di dare una risposta gli inquirenti, ma al momento si brancola nel buio. Sulla vicenda si sono espressi in molti fra cui l’avvocato Federico Cecconi, legale dell’ex presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, che al termine dell’udienza di oggi del processo Ruby Ter, nel quale il numero di Forza Italia è imputato per corruzione in atti giudiziari, ha spiegato: «La morte di Imane Fadil – le parole del legale – nuoce anche alla difesa di Silvio Berlusconi perché determina una conseguenza negativa nel dibattimento. A livello tecnico-processuale – ha aggiunto e ribadito l’avvocato – la morte di Imane Fadil ci danneggia perché le sue dichiarazioni entrano direttamente nel processo e noi non possiamo più fare il controesame». L’avvocato non ha però voluto esprimersi sulla scomparsa della 34enne modella marocchina: «Quando muore una persona – le sue parole riportate da Fanpage – vi è la massima forma di dolore. E non è una frase retorica». Karima El Mahrough, più nota come Ruby, ha invece affermato sulla questione: «Non ci siamo mai incontrate. Ma provo una pena grande per lei. Prima gli scandali, poi la malattia e ora questa fine terribile a 34 anni». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IMANE FADIL, MORTA AVVELENATA?
E’ sempre più forte il sospetto che Imane Fadil, la 34enne marocchina teste nel processo Ruby, sia stata avvelenata con sostanze radioattive. Il procuratore Francesco Greco ha snocciolato i dati riguardanti l’analisi effettuata sul sangue della stessa vittima, in cui si evidenzia un’importante presenza di metalli pericolosi: «L’antimonio nel suo sangue ha dato il risultato di 3 e invece il range della tollerabilità è tra lo 0,2 e 0,22. Anche il cadmio urinario è stato rilevato al livello di 7, mentre la normalità è fino allo 0,3. E ancora: è stata riscontrata la presenza di molibdeno, cobalto, cromo urinario (7,4 mg/litro contro il massimo dello 0,6 tollerato) e cromo del sangue (2,6 mg/litro contro il livello normale che si ferma a 0,5)». Non è ancora ben chiaro se si tratta di sostanze radioattive o meno, ma i metalli pericolosi vi sono, e sono ampiamente confermati dai dati di cui sopra. «Non conoscendo le cause del decesso – ha proseguito il procuratore capo – nulla si può escludere. Per questo, d’accordo con i medici legali, si è deciso di procedere con massima cautela». L’autopsia verrà eseguita forse nella giornata di domani da un’equipe con speciali attrezzature per evitare il rischio di un eventuale contagio. Difficile comunque che l’eventuale omicidio di Imane sia collegabile al processo Ruby Ter, come riferisce La Stampa, mentre non è da escludere che la ragazza sia stata una spia di qualche servizio segreto straniero, infiltrata nelle note feste di Arcore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IMANE FADIL, LA SUA MORTE E’ UN GIALLO
Perché e come è morta Imane Fadil? Il mistero sulla bellissima modella 34enne morta il primo marzo dopo quasi un mese di agonia all’ospedale Humanitas di Milano non accenna a diminuire anche perché, come tutti ormai sanno, la ragazza era la teste chiave del processo Ruby Ter in merito alle “cene eleganti” ad Arcore nella casa di Silvio Berlusconi. La anatomopatologa Cristina Cattaneo che dirige il Labanof (laboratorio di antropologia e odontologia forense della Statale di Milano) a metà settimana compierà la completa autopsia e si proverà a scoprire se e come sia stata avvelenata la modella: fu la stessa Imane Fadil a confessare al fratello e al suo avvocato, negli ultimi giorni di agonia, «mi hanno avvelenata» ma ora bisognerà attendere le novità dai test dopo che ieri alcuni hanno dato segno negativo (arsenico e metalli tossici, ndr). Durante il ricovero all’Humanitas, Imane è stata testata per moltissime patologie: leptospirosi, ma è stata scartata, linfomi e altri tumori ematologici, fino alle malattie autoimmuni, tutto è stato reso negativo dagli esiti degli esami. Positivi sono stati invece i livelli di cobalto, cromo, nichel e molibdeno nel sangue, appena sopra la norma ma comunque non così alti da provocare, da soli, un avvelenamento: potrebbe ancora essere lupus, malattia autoimmune, ma sarà l’autopsia da questo punto di vista ad avere l’ultima parola per capire se si tratti di una vicenda intricata giudiziaria o una tragica fine naturale per una 34enne sempre stata in salute fino ad due mesi fa.
SPUNTA LA “PISTA MAROCCHINA”
In una intervista a Repubblica intanto spunta una possibile pista “marocchina” rivelata dalla ex deputata del Pdl Suad Sbai, 58enne oggi presidente dell’Associazione donne marocchine in Italia: «L’hanno uccisa. So che, come tante altre bellissime ragazze, frequentava molto la nostra ambasciata. È lì, nel giro dell’alta diplomazia, che devono andare a cercare», spiega la politica ex Forza Italia che ritiene come Imane Fadil purtroppo «sapeva tanto e per questo avrebbe anche voluto fare un passo indietro», ma non glielo hanno permesso. Non ci sono nomi e nemmeno piste precise, ma la Sbai è abbastanza convinta che la bella 34enne sia stata avvelenata «con qualcosa che non è quello che è stato detto in questi giorni. Purtroppo da noi non è una novità, succede spesso». Una pista marocchina con la Sbai che ammette, sempre a Repubblica, di aver subito un tentativo simile: «Ti fanno fuori con molto poco, ti fanno bere una cosa che contiene una sostanza particolare, una specie di mercurio, cristallo di acido, inodore, che ti avvelena. Sembra una malattia che ti distrugge gli organi e ti uccide. È successo anche a me. Nel 2010. hanno tentato di avvelenarmi con cristalli di acido, ho passato l’ inferno, mi sono salvata». Infine, l’ex deputata Pdl rivela il possibile “movente” dietro all’avvelenamento “marocchino”: «Di ragazze marocchine bellissime, come Ruby, come lei, in questi anni in Italia ne sono arrivate tante ed è facile immaginare a fare cosa. Incontri, filmini, ricatti. Non è successo solo a Berlusconi. Lui è conosciuto e la sua storia è venuta fuori ma di persone di alto livello ne sono state ricattate e minacciate tante. Probabilmente Imane si era tirata indietro, era diventata un problema e l’hanno eliminata. Ma non c’è solo lei».