Spunta un retroscena sull’affaire Teatro alla Scala-sauditi-Milano. Come vi abbiamo raccontato, è stata rispedita al mittente l’offerta, con il sindaco Sala che ha annunciato la restituzione dei fondi già presi. Secondo Dagospia, però, il caso degli ultimi giorni non ha nulla a che vedere con i diritti umani o i vizi di procedura, ma è da inquadrare nell’ambito politico. E Matteo Salvini, con la Lega, è il protagonista: la Scala sarebbe il mezzo per attaccare i sindaci di Centrosinistra. Dopo le invettive di Fiorenzo Tagliabue, membro di Regione Lombardia nel CdA, contro l’ex sovrintendente Stephane Lissner sotto la gestione Pisapia, è arrivato il turno di Pereira, con l’attuale numero uno del CdA che rischia il posto come annunciato dal presidente Fontana. E lo stesso Sala ha evidenziato: «Il sovrintendente è stato un po’ ingenuo, dovrebbe capire come funziona la politica italiana. Apprezzo l’attivismo e il modo di spendersi di Pereira, ma se tu ti aspetti che un politico che dice una cosa il giorno la confermi il giorno dopo si sbaglia, è un ingenuo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
FONTANA CONTRO PEREIRA
Caos Teatro alla Scala-sauditi, il comportamento di Alexander Pereira «provocherebbe il suo licenziamento, in qualunque Consiglio, a qualsiasi latitudine»: il governatore della Lombardia Attilio Fontana mette nel mirino il sovrintendente della Scala. Come riporta il Corriere della Sera, il presidente leghista ha spiegato: «Il signor Pereira non mi ha consegnato alcuna documentazione che facesse riferimento al versamento di tre milioni ricevuto dai Sauditi. Ne ha fatto cenno per la prima e unica volta, e quasi involontariamente (“…forse adesso dovrò rimandare indietro i soldi!”), durante la conversazione avvenuta nel mio ufficio il pomeriggio dell’8 marzo scorso. Nonostante la sorpresa e l’irritazione, ho ritenuto di non rendere pubblica in quel momento tale informazione, per rispetto al Teatro». Claudio Borghi punzecchia il dem Sala: «Intanto oggi registriamo che siamo riusciti a respingere i sauditi che volevano entrare nel cda della Scala. Bene così. Altro che “segnalati dalla Lega”, se non avessi (mo) sollevato il caso tempestivamente adesso starebbero già innalzando il minareto sul teatro». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
PASSO INDIETRO DEL CDA DELLA SCALA
Scala, passo indietro del Cda dopo una riunione di fuoco: verranno restituiti gli acconti dei due bonifici all’Arabia Saudita. È questo quanto emerge oggi al termine di una riunione che pare essere stata di fuoco del Consiglio di Amministrazione dello storico teatro milanese e per bocca del sindaco, Beppe Sala, per adesso viene rispedita al mittente (assieme agli assegni da tre milioni e centomila euro) l’offerta di Abdullah bin Mohammed Al Farhan, Ministro della Cultura del Paese mediorientale. “Ad oggi si torna al punto zero, ma non ci precludiamo altre possibilità di collaborazione in futuro” ha detto ancora il primo cittadino di Milano (che della Scala è anche il presidente) dopo il Cda, ribadendo anche, a tal proposito, la sua fiducia al sovrintendente Alexander Pereira che per Sala al momento rimane al suo posto e “non è in discussione”. Dunque, dopo le polemiche e lo scontro che lo stesso sindaco aveva avuto col governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in merito all’ingresso dei sauditi nel Consiglio del teatro, per adesso l’ipotesi decade in base a quella che sarebbe stata una decisione presa all’unanimità.
CDA SCALA RESPINGE OFFERTA DEI SAUDITI
“La decisione del Consiglio di oggi è stata netta e precisa, cioè i fondi che sono arrivati senza che il Cda fosse al corrente verranno restituiti” ha aggiunto Beppe Sala a margine della riunione, precisando che l’incontro di oggi pone automaticamente fine a tutte le speculazioni giornalistiche e politiche che parlavano di un oramai imminente ingresso dei sauditi. Incontrando la stampa, il sindaco di Milano ha pure spiegato che però questo non implica che ci siano pregiudizi verso gli esponenti di quel Governo anche perché a suo giudizio “se facessimo l’elenco dei Paesi con cui non si parla per una serie di ragioni, questo sarebbe probabilmente lungo…”. Non a caso, proprio a voler rimarcare come i rapporti col Regno arabo dall’Asia occidentale siano comunque buoni, Sala ha confermato che la stessa tournée del Teatro alla Scala si farà, “anche perché La Scala ha sempre parlato con tutti i Paesi del mondo e quindi o il nostro Governo ci dà una black list o noi non ci sentiamo di dire di no…”.