Leaving Neverland ha riportato a galla il passato di Michael Jackson e quelle accuse di pedofilia mosse nei suoi confronti da alcuni bambini. Il cortometraggio prodotto dalla CBO pone l’accento, in particolare, sulle testimonianze di Wade Robson e Jimmy Safechuck, due dei numerosi ragazzini che dagli anni ’80 in poi lo accompagnavano nei suoi concerti. Wade e Jimmy, all’epoca dei fatti, avevano rispettivamente 7 e 10 anni; Oggi, rispolverando quei ricordi, tracciano un ritratto raccapricciante del cantante, svelando al mondo intero situazioni e vicende che la famiglia della pop star, con un recente comunicato, ha provveduto a smentire. Nella nota, si legge in particolare su Corriere.it, gli eredi di Jako hanno evidenziato che i due protagonisti di questa vicenda in passato hanno deposto ben due volte sotto giuramento negando, sia nei procedimenti penali che in quelli civili, di aver subito abusi da parte del Re del Pop.
La madre di Wade: “Leggeva ad alta voce libri e poesie”
Sono diverse le accuse mosse a Michael Jackson da parte dei sue protagonisti di Leaving Neverland. Qualcosa, però, sembra non tornare e di recente sono in molti ad aver solvato qualche obiezione. In particolare, si legge su Panorama, la madre di Wade Robson a un certo punto del documentario, rivelerebbe di aver origliato alla porta di suo figlio mentre di trovava in camera proprio con il Re del Pop: “Mio figlio non lo sapeva – spiega la testimone – ma mi avvicinavo piano piano alla porta della stanza, ascoltavo quello che dicevano e poi andavo via”. Nel corso delle sue ispezioni, si nota però subito dopo, non sarebbe venuto a galla nulla di così scabroso, come conferma quando il regista Dan Reed le chiede di esporre cosa abbia potuto origliare di quegli incontri: “Mah, niente: giocavano, lui leggeva ad alta voce libri e poesie”. Dichiarazioni che gettano ulteriori dubbi sulla colpevolezza dell’indimenticabile Jako, che in passato, e in particolare nel procedimento del 2005, fu assolto con formula piena.
Il legale della famiglia di Michael Jackson: “Non ha mai fatto nulla di inappropriato”
Le accuse mosse da Wade Robson e Jimmy Safechuck a Michael Jackson nel documentario Leaving Neverland nascondono un fondo di verità? In questi giorni sono in molti ad essersi mobilitati per cercare di far luce su questa vicenda, dal momento che alcune testimonianze narrate nello speciale diretto da Dan Reed sembrerebbero celare qualche piccola inesattezza. Ma cosa c’è di vero in questa questa storia? Cosmopolitan.com riporta le parole dell’avvocato di Wade, Henry Gladsten, che nel maggio 2013, esattamente quando il suo assistito ha deciso di fare causa al Re del Pop, ha dichiarato: “L’anno scorso, su una percorso di carriera che era fuori dall’ordinario, lui [Wade] è crollato sotto lo stress per il trauma sessuale di quello che gli è accaduto a sette anni. Lui ha vissuto un lavaggio del cervello da un predatore sessuale fino a che il carico di tutto questo lo ha schiacciato”. A rispondere alle sue dichiarazioni, Howard Weitzman, legale dei Jackson: (Wade ndr) è un giovane che ha testimoniato almeno due volte sotto giuramento negli ultimi 20 anni e ha affermato in numerose interviste che Michael Jackson non ha mai fatto nulla di inappropriato per lui o con lui. Ora, quasi quattro anni dopo che Michael è morto, ha fatto questa affermazione triste e meno credibile. Siamo fiduciosi che la corte vedrà tutto ciò per quello che è”.