Sono dure le parole usate dal procuratore aggiunto di Trapani Maurizio Agnello sulla loggia segreta scoperta a Castelvetrano. È stato creato «un sistema di potere capace di condizionare la vita politica, ma anche di asservire ai propri interessi un ente come l’Inps». Dalle indagini dei carabinieri è emerso che Giovanni Lo Sciuto aveva creato una loggia segreta in una terra dove la massoneria ha occupato da sempre posti chiave. Ma non siamo di fronte ad una semplice loggia, ma ad un gruppo ristretto di potere «che manifesta il suo operato anche attraverso rapporti e pressioni occulti volti a realizzare ingerenze sulle decisioni della pubblica amministrazione». Sono emerse pressioni «sui componenti dell’Ars volti a garantire l’approvazione dei finanziamenti in favore di Paolo Genco» e del «rapporto con le forze dell’ordine il cui ufficio viene piegato a interessi meramente personali», fino al al controllo totale della vita politica del Comune di Castelvetrano, con l’ex sindaco Felice Errante che, come riportato da Live Sicilia, si sarebbe prestato al gioco sporco. I membri della loggia segreta si ritrovavano in una pizzeria, la Miros di Castelvetrano, per organizzarsi e oliare la macchina di clientele e favoritismi. (agg. di Silvana Palazzo)
IL PENTITO NEL 2016 “INDAGATE E SCOPRIRETE”
Una loggia segreta è stata scoperta nelle scorse ore a Castelvetrano, e 27 persone sono finite in manette fra cui numerosi esponenti della politica trapanese e siciliana. Una vicenda che ha fatto prepotentemente tornare di moda le dichiarazioni rilasciate nel 2016 da parte di un pentito di mafia, Giuseppe Tuzzolino, che disse: «Indagate su quella loggia segreta di Castelvetrano, scoprirete molte cose». All’epoca il caso venne chiuso forzatamente da Stefano Bisi, considerato a capo della più grande loggia massonica d’Italia, «Vogliono una schedatura di massa. Ma la legge va rispettata – commentava tre anni fa – ci sono delle leggi approvate dal Parlamento italiano che tutelano il diritto alla riservatezza sui dati sensibili». Dichiarazioni che alla luce di quanto accaduto oggi, sono risultate più che veritiere. Giorgio Ciaccio, palermitano che nel 2016 era deputato del Movimento 5 Stelle, ha provato a vederci chiaro 36 mesi fa: «Dopo le parole del pentito – spiega Ciaccio a PalermoToday – volevamo capire e approfondire i legami tra mafia e massoneria. Questa, tra l’altro, è stata una battaglia che ho sempre portato avanti. Sembra che non se ne voglia mai parlare e solitamente si tende a generalizzare». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CASTELVETRANO, SCOPERTA LOGGIA SEGRETA
Emergono ulteriori dettagli in merito alla loggia segreta scoperta a Castelvetrano, in provincia di Trapani, e che ha portato all’arresto di 27 persone. Un’indagine partita nel 2015 e che ruota, come spiegato già in precedenza, attorno alla figura di Giovanni Lo Sciuto, 56enne ex vice-presidente della commissione lavoro e componente dell’antimafia Sicilia, deputato regionale di Forza Italia fino al 2017. Lo Sciuto agiva in collaborazione di Rosario Orlando, ex responsabile del centro medico legale dell’Inps, poi collaboratore esterno dell’ente di previdenza sociale con l’incarico di «medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità civili». Lo Sciuto favoriva la concessione di pensioni di invalidità a coloro che lo eleggevano, anche in assenza dei requisiti specifici, e con l’aiuto appunto del dottor Orlando. Stando a quanto riferisce l’edizione online del Corriere della Sera, sarebbero 70 al momento le pensioni sospette al vaglio degli inquirenti, e il medico avrebbe ricevuto in cambio del proprio operato fuori legge, vari regali e favori. Come spiegano le forze dell’ordine, si tratta di «una associazione a delinquere promossa ed capeggiata da Lo Sciuto». I soggetti facenti pare il gruppo «non si limitavano alla esecuzione di una serie indeterminata di delitti ispirati da un medesimo disegno criminoso, ma miravano anche al condizionamento e l’asservimento dell’attività di organi costituzionali e di articolazioni territoriali della pubblica amministrazione alle finalità segrete del gruppo criminale». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ARRESTATO ANCHE LO SCIUTO
Una superloggia segreta è stata scoperta nelle scorse ore dalle forze dell’ordine in quel di Castelvetrano, cittadina siciliana in provincia di Trapani, nota per essere il comune di Matteo Messina Denaro, il superboss di Cosa Nostra. Massoni, politici e professionisti, come riporta Repubblica, facevano parte di un gruppo segreto in grado di orientare le scelte del comune nonché quelle della regione, e di ottenere anche informazioni riservate su indagini in corso da parte della magistratura. I carabinieri del nucleo investigativo di Trapani hanno così arrestato 27 persone, mentre altre 10 sarebbero indagate a piede libero. A capo della superloggia vi sarebbe Giovanni Lo Sciuto, ex deputato regionale in quota a Forza Italia. Domiciliari invece per l’ex sindaco di Castelvetrano, Felice Errante, e stessa misura cautelare nei confronti di Francesco Cascio, altro ex deputato forzista: quest’ultimo avrebbe avvisato Lo Sciuto circa l’esistenza di intercettazioni, dopo averlo saputo dall’ex segretario del ministro dell’interno Alfano, Giovannantonio Macchiarola, indagato per rivelazione di notizie riservate.
CASTELVETRANO, LOGGIA SEGRETA: 27 ARRESTI
In manette anche tre poliziotti, mentre l’ex rettore di Palermo, Roberto Lagalla, al momento assessore regionale della Sicilia, avrebbe ricevuto un avviso di garanzia, accusato di aver favorito l’emissione di una borsa di studio nei confronti della figlia di uno dei professionisti arrestati. Particolare la storia di Lo Sciuto, che nel 1998 veniva indicato come finanziatore della latitanza di Messina Denaro, anche se dalle indagini non emerse nulla. Nel 2012 era quindi divenuto deputato regionale, ed era in seguito entrato nella commissione antimafia: «Cercherò di essere la sentinella alla Regione – diceva – per l’intera provincia di Trapani e per Castelvetrano in particolare». Ma secondo gli inquirenti era solo una facciata per accrescere il proprio consenso politico attraverso la superloggia da lui gestita. Secondo gli investigatori, il gruppo aveva un «controllo generalizzato e penetrante delle scelte politiche e amministrative». I reati contestati dalla procura di Trapani sono quelli di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, rivelazione di segreto d’ufficio, favoreggiamento, abuso d’ufficio e associazione a delinquere segreta finalizzata ad interferire con la pubblica amministrazione.