Da New York giunge una novità che potrebbe essere integrata sui Boeing 737 Max 8 per provare a risolvere uno dei presunti motivi che originerebbero i tanti guai a bordo dei moderni aeromobili intercontinentali: un segnale d’allarme aggiuntivo per poter avvisare i piloti in fase di decollo se il sistema elettronico anti-stallo avesse qualche anomalia. Ancora non è chiaro se sia questo il motivo del crollo a terra in Indonesia ed Etiopia, ma la Boeing prova a “giocare d’anticipo” in un terreno assai burrascoso dopo che mezzo mondo ha vietato il volo di tutti i modelli incriminati. «Sarebbe questa, oltre a una revisione di tutto il software nel giro del prossimo mese, la risposta che Boeing starebbe valutando assieme alla Federal Aviation Administration, per migliorare la sicurezza dei suoi velivoli a medio raggio 737 Max 8 e 737 Max 9», sottolinea il Sole 24 Ore. Stando ad un rapporto preliminare, sarebbe un errore dei sensori che misurano l’angolo di incidenza dell’aereo in tempo reale nel sistema anti-stallo: questo potrebbe essere l’origine della tragedia nel volo indonesiano lo scorso ottobre, mentre per il disastro di Addis Abeba è ancora troppo presto per avanzare ipotesi certificate preliminari. Intanto, riporta l’Ansa, il comandante del volo Ethiopian Airlines precipitato ad Addis Abeba il 10 marzo scorso non era mai stato addestrato su un nuovo simulatore di volo specificamente realizzato per il Boeing 737 MAX 8. Lo ha rivelato un collega del pilota scomparso all’Agenzia Reuters: «Il pilota, il 29enne Yared Getachew, avrebbe dovuto seguire un corso di aggiornamento alla fine di marzo due mesi dopo che la Ethiopian Airlines aveva ricevuto uno dei primi nuovi simulatori».
AEREO CADUTO IN ETIOPIA
Dopo i rumors delle scorse ore, la conferma ora è ufficiale e arriva direttamente dal Pentagono: in merito al disastro dell’aereo Ethiopian Airlines caduto in Etiopia la scorsa settimana, gli Stati Uniti hanno aperto una inchiesta per poter indagare i legami ancora non chiari tra il Segretario alla Difesa Pro-Tempore Patrick Shanahan e la Boeing, finita nella bufera dopo che ben due modelli di 737 Max 8 sono precipitati in pochissimi mesi (ad ottobre l’altro disastro in Indonesia, con la compagnia Lion Air). Stando ad alcune segnalazioni pervenute al Pentagono, in particolare al vaglio dell’ispettore generale del Dipartimento alla Difesa, Shanahan potrebbe aver favorito negli scorsi mesi il colosso Usa di Seattle dove vi lavorava proprio prima degli incarichi affidatigli dal Presidente Donald Trump. Dopo l’addio di Jim Mattis, Shanahan era divenuto Segretario Pro-Tempore in attesa che la Casa Bianca prendesse una decisione definitiva: aver però, forse, screditato la concorrenza di Boeing e favorito una supremazia di un’azienda che ora si ritrova nella bufera per la (presunta) negligenza sul software a bordo dei 737 Max 8, potrebbe essere un vero problema politico nell’ottica di venir riconfermato numero 1 del Pentagono.
NUOVI RETROSCENA SUL DISASTRO IN INDONESIA
Le indagini intanto continuano sull’incidente drammatico avvenuto nei cieli appena fuori Addis Abeba (ricordiamo che l’aereo è precipitato 6 minuti dopo il decollo): mentre le scatole nere del volo Ethiopian Airlines sono sotto analisi a Parigi, anche l’Fbi ha aperto una inchiesta sull’inter che ha portato l’ente per la sicurezza dell’aviazione civile Usa (la Faa) a dare il suo via libera al 737 Max 8. Insomma, anche la polizia federale si unisce ai dipartimenti di Trasporti e Giustizia Usa per provare a capire cosa diamine sia successo in quei due terrificanti incidenti. Nel frattempo emergono nuovi retroscena in merito alla tragedia avvenuta in Indonesia, ripetiamo con elementi assai simili al disastro in Etiopia: «la prima percezione a bordo è stata relativa all’incapacità di mantenere la quota che serviva. Tutto, ed è proprio qui che il condizionale diviene più obbligatorio, ruoterebbe attorno al sistema anti – stallo, che sarebbe stato precedentemente disattivato da un pilota fuori servizio», segnala oggi il Corriere della Sera. Proprio quel pilota qualche ora prima aveva evitato un’altra tragedia intervenendo in soccorso di suoi colleghi alle prese con lo stesso problema sul software Boeing: il problema, pare dalle indagini di Giacarta, è che i piloti dell’aereo poi precipitato non avevano nessuna conoscenza specifica di quel nuovo software e questo potrebbe, ripetiamo col condizionale, essere una delle cause rivelatrici della tragedia indonesiana e dunque anche etiope.