Da oltre sette anni è calato il mistero sulle sorti di Roberta Ragusa, la donna e mamma 44enne della quale si sono perse le tracce la notte tra il 13 ed il 14 gennaio 2012, dalla sua abitazione di Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. Per due gradi di giudizio non ci sarebbero dubbi sul fatto che quella scomparsa sia da ritenere un omicidio, commesso dal marito Antonio Logli, per questo condannato a 20 anni di reclusione ma ancora a piede libero in attesa della Cassazione. Il processo di terzo grado si celebrerà a partire dal prossimo 20 luglio e a pochi mesi dalla sentenza al termine della quale Logli potrebbe andare in carcere, con l’accusa di aver ucciso la madre dei suoi figli, emergono alcune novità clamorose che saranno rese note nel corso della nuova puntata di Quarto Grado, in onda stasera su Rete 4. Si tratta di novità che realmente potrebbero ribaltare le due sentenze di condanna finora emesse nei confronti dell’uomo poichè metterebbero in dubbio la fine tragica di Roberta Ragusa. Già in passato, ai microfoni della medesima trasmissione, Logli aveva dichiarato che, a suo dire, la moglie potrebbe essere ancora viva: “Per me sì. Perchè se l’assassino sono io che non gli ho fatto niente, per me deve tornare. A meno che non sia successo qualcos’altro…”, aveva commentato. Ma è davvero così?
ROBERTA RAGUSA VIVA, IN FRANCIA? IPOTESI CHOC
Ad alimentare la tesi sulla quale ora puntata la difesa di Antonio Logli, secondo la quale Roberta Ragusa si sarebbe allontanata volontariamente e sarebbe ancora vive, sarebbe ora una presunta testimonianza clamorosa, da parte di un uomo che si è detto certo di aver visto la donna in Francia. La testimonianza shock, ripresa anche dalla trasmissione Pomeriggio 5, è stata diffusa dal portale Velvet che cita a sua volta il settimanale Oggi: “Roberta Ragusa? Io l’ho vista, l’ho incontrata a Cannes, in Francia. Ci ho parlato e lei si è subito allontanata”, si legge. A detta del testimone, la donna si trovava in compagnia di un uomo con il quale si sarebbe poi allontanata. In attesa della Cassazione, secondo quanto spiegato dall’inviata della trasmissione di Canale 5, la difesa di Antonio Logli starebbe cercando di dimostrare che Roberta Ragusa avrebbe avuto sufficienti disponibilità economiche per allontanarsi volontariamente e da sola dalla sua abitazione. Eppure l’opinione pubblica è convinta della colpevolezza di Logli dietro la sparizione della donna.
ANTONIO LOGLI, GUERRA TRA GIORNALISTI
A pensarla diversamente, iniziando a credere invece nell’innocenza sempre proclamata di Antonio Logli, di recente è stato il giornalista Carmelo Abbate, il quale ha raccontato su Facebook di essersi recato in casa Logli e di aver ripercorso l’intera dinamica descritta dai giudici e dagli inquirenti, passando dalla campagna fino a giungere in via Gigli. “Se fino a oggi ero stato prudente, ora non ho più dubbi: Antonio Logli non può aver fatto quello di cui l’accusano i giudici. Io non so cosa sia successo quella notte, non c’ero. Ma le cose non possono essere andate come c’è scritto nelle carte. La dinamica ipotizzata dai giudici è inverosimile, ai limiti dell’impossibile”, aveva commentato, asserendo poi di essersi seduto a pranzo con l’indagato, con i suoi figli (che continuerebbero a difendere con forza il padre) e con Sara Calzolaio, ex amante e attuale compagna di Logli, “che dentro quella casa ama e viene amata con eguale intensità da tutti i componenti”, ma dimenticandosi anche solo di citare Roberta Ragusa. Un post che ha particolarmente fatto indignare non solo la cugina della donna scomparsa, Maria Ragusa, ma anche un altro giornalista, Fabrizio Peronaci, che nel suo Gruppo Facebook sul Giornalismo Investigativo ha chiesto rispetto per la vittima contestando l’atteggiamento del collega. “Nell’Italia capovolta dei misteri e delle inchieste sui crimini più atroci, troppo spesso contro le donne, c’è un signore che, esercitando il suo ruolo di operatore dell’informazione, ritiene di fare cosa buona e giusta andando a trovare in casa un uomo condannato per omicidio e distruzione di cadavere della moglie, e poi difenderne la posizione a spada tratta”, scrive Peronaci. “Lasciamo lavorare i giudici. La sconvolgente fine di Roberta Ragusa, per rispetto alla vittima e alle persone che le hanno voluto bene, non merita ulteriori schiaffi, e non vorremmo che da qui al prossimo luglio cominciasse una campagna di delegittimazione della magistratura e di interferenza su decisioni da prendere in punta di diritto e di giustizia”, aveva chiosato il giornalista del Corriere della Sera, criticando le azioni del collega.