Come l’Italia ha cercato accordo con la Cina alle spalle di Ue, ora la Francia e la Germania hanno deciso di guidare la politica europea sulla Cina escludendo l’Italia. Durate la visita del presidente cinese Xi Jinping a Parigi, il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato un vertice con Xi, il premier tedesco Angela Merkel e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Tale incontro getterà le basi del vertice Ue-Cina del prossimo 9 aprile.
Roma quindi che cosa fa? Accetta la politica sulla Cina decisa dai grandi, esce dalla Ue e magari, visto che c’è, anche dalla Nato, per diventare un paese come fu negli anni 60 e 70 l’Albania con la Cina?
Inoltre Xi non ha detto “non vedo Macron, Merkel e Juncker perché ho appena fatto un accordo con l’Italia”. La Cina, giustamente, non può e forse non vuole neanche pestare i piedi di Germania, Francia e commissione europea per reggere il gioco all’Italia. Roma con Pechino ha peraltro chiuso accordi vaghi, spesso cambiati all’ultimo minuto, e talvolta magari rifirmati perché uguali a tanti già siglati ma mai applicati del passato.
E la mossa di Macron potrebbe essere solo la prima di tante, perché l’America bolle di sdegno per l’Italia a causa dello sgarbo della firma sulla nuova via della seta cinese proprio nel bel mezzo di un aumento delle tensioni tra Washington e Pechino.
Alla fine di questo giro di valzer in nome di “aumentiamo gli scambi con la Cina” insomma l’Italia è isolata come forse non lo è mai stata nella sua storia.
La politica estera fa e disfa le nazioni, è questione di vita o di morte di uno Stato, come annuncia in sostanza nel suo primo rigo Sunzi nell’Arte della guerra.
I Savoia nell’800 hanno usato Inghilterra e Francia contro Austria e Russia per conquistare la penisola italiana. L’America ha usato Francia contro Inghilterra per avere l’indipendenza. La Cina di Mao ha giocato Usa e Urss contro Giappone e altre potenze occidentali per prendere il potere.
Po ci sono gli esempi negativi: il Regno delle due Sicilie, che sbagliò politica internazionale, credette nel sostegno di Austria e Russia e perse l’indipendenza. La Cina della dinastia mancese non si rese conto della minaccia rappresentata dall’Inghilterra e dalla Francia a metà del secolo e cadde, pur essendo allora di gran lunga il paese più grande e ricco del pianeta.
Oggi questo governo guidato da Giuseppe Conte sta distruggendo l’Italia allo stesso modo? Da lontano, senza capire alcunché di politica italiana, lo temiamo. Quindi mi appellerei al presidente Sergio Mattarella. I due partiti di governo, M5s e Lega sono la maggioranza, l’Italia non può andare oggi alle elezioni anticipate, ma è chiaro che i “tecnici” che avrebbero dovuto instradare i partiti e il governo hanno miseramente fallito.
I principali colpevoli del disastro sono Conte, il ministro degli Esteri Moavero (che non ha agito là dove avrebbe dovuto) e l’iperattivo viceministro Geraci. Costoro, come accadde al generale Cadorna e ai suoi a Caporetto, andrebbero rimpiazzati subito per cercare di iniziare il difficilissimo recupero dall’isolamento dove il paese è all’improvviso sprofondato.