Dopo le parole di Fabrizio Corona, che ha offerto spunti e notizie di prima mano su Imane Fadil, anche Vittorio Sgarbi ha detto la sua sul caso nel corso di Non è l’arena: «Posso affrontare qualunque pm per la vigliaccheria e l’assurdità di questa inchiesta: ho visto tutti i bunga bunga, so che sono totalmente estranei ad ogni ipotesi di reato. Erano cene assolutamente corrette, ne ho viste di meno corrette in altri luoghi. Io andavo ogni volta e portavo una quota di mie amiche, tra le quali ne vorrei citare una che assolutamente Berlusconi non ricorda: Francesca Lancini, scrittrice». Prosegue il parlamentare: «Lei venne da Berlusconi, l’avevo portata come possibile partner di un programma: lui espresse giudizio positivo. Il giorno dopo mi chiama la Lancini e mi dice che non poteva fare la trasmissione con me perché si sentiva sporca dentro. Ma questi sono dei matti! Non c’era niente, ma solo il clima determinava ciò che questa ragazza scomparsa chiamava il diavolo». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
FABRIZIO CORONA A CHIARAVALLE
Fabrizio Corona si è occupato personalmente del giallo sulla morte della modella Imane Fadil per Non è l’Arena, recandosi nell’abitazione dove la giovane viveva, a Chiaravalle: “Molto probabilmente viveva in una casa piena di topi all’interno di un complesso”, ha spiegato, riprendendo quanto finora emerso dai media. Corona ha tentato di vedere attraverso le finestre nell’appartamento, poi ha cercato di raccogliere le testimonianze di coloro che abitavano nel suo stesso paese: “Non so dove abitava, mi sembrava una ragazza normale però io la vedevo ma non la conoscevo. Qui girava: caffè, cane e tornava a casa”, ha dichiarato una ragazza intervistata dall’ex re dei paparazzi. Quindi si è recato presso l’Abbazia di Chiaravalle dove Imane Fadil, a suo dire, ogni tanto veniva a bere il caffè. Un monaco, avvicinato da Fabrizio, ha dichiarato: “L’ho vista un paio di volte ma non c’ho mai parlato, veniva ogni tanto in chiesa ma di sfuggita. Gli ultimi due-tre mesi non veniva più”, ha spiegato. Tornati in studio Corona ha spiegato a Giletti quali sono state le sue sensazioni andando nei luoghi in cui viveva Imane Fadil: “Ho visto, a differenza di quanto pubblicato dai giornali, che lei non viveva assolutamente in una casa infestata dai topi, diroccata con le finestre rotte ma viveva in una casa normalissima e piena di libri e conduceva una vita normale. Questo degrado dipinto da tutti i giornali è inesistente”, ha confermato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
LA TEORIA DELL’AGENTE DELLE OLGETTINE
Le novità maggiori riguardo l’inchiesta di Fabrizio Corona su Imane Fadil per “Non è l’Arena” arrivano dall’intervista all’agente dei vip Francesco Chiesa Soprani. «Sono l’unico testimone rimasto in vita del processo Ruby ter per la procura di Milano. Non penso ce ne fossero altri: Imane Fadil era fuori da ogni giro», ha dichiarato all’ex paparazzo. Francesco Chiesa Soprani ha poi aggiunto un particolare molto interessante: «Sono la persona che sa che le cosiddette olgettine hanno mentito perché sono state pagate da chi sapeva. Io sono stato il loro agente». L’agente ha aggiunto di aver parlato un paio di volte via Facebook con Imane Fadil e ha espresso l’idea che si è fatto sulla sua morte. «Aveva una vita molto precaria, ha rifiutato un risarcimento quindi può aver ingerito qualcosa per dire di essere stata avvelenata e ottenere delle interviste». Perché avrebbe dovuto avvelenarsi? «Quando dalle stelle si va alle stalle si pensa qualsiasi cosa per attirare l’attenzione, lei poi aveva un libro da lanciare, ma non penso ci fosse nulla di scabroso. Io so molto di più, quindi avrebbero dovuto uccidere prima me che lei». (agg. di Silvana Palazzo)
“DEGRADO? AVEVA UNA VITA NORMALE”
Fabrizio Corona parla di Imane Fadil a “Non è l’Arena” di Massimo Giletti. «La conoscevo – ammette l’ex re dei paparazzi – ha frequentato gli uffici di Lele Mora e miei. Ha vissuto a casa di uno dei miei paparazzi, che mi ha raccontato delle cose». Lo stesso Corona spiega di non essersi subito ricordato di lei, per questo comprende le dichiarazioni di Silvio Berlusconi. «Lei era insignificante tra le tante ragazze, era una delle tante, andata poche volte». E del cosiddetto “bunga bunga” chiarisce: «Si disse che avevo i filmati del bunga bunga, ma non era vero». L’ex agente fotografico, che ha fondato un magazine dopo essere uscito dal carcere, ha smentito alcune delle ricostruzioni giornalistiche circolate negli ultimi giorni su Imane Fadil: «Viveva in una casa normalissima e piena di libri. Conduceva una vita normale. Questo degrado di cui si parla sui giornali non esiste». (agg. di Silvana Palazzo)
IMANE FADIL, INCHIESTA DI FABRIZIO CORONA PER NON È L’ARENA
Nuovi sviluppi sul caso di Imane Fadil, l’ex marocchina teste chiave nei processi Ruby contro Silvio Berlusconi, morta in circostanze misteriose lo scorso primo marzo. Li ha annunciati Fabrizio Corona, che sarà ospite stasera di “Non è l’Arena” di Massimo Giletti. «Inchiesta su una povera ragazza marocchina morta», ha annunciato nelle Instagram Stories. Poi si è sbilanciato riguardo quanto andrà in onda: «Ovviamente abbiamo trovato cose che nessuno aveva mai trovato prima». Intanto si attendono i risultati dell’Enea, istituto incaricato di effettuare un contro esame sui piccoli campioni di tessuti prelevati dagli organi della ragazza. Serviranno a chiudere il cerchio sull’assenza di radioattività dal corpo di Imane Fadil. Intanto l’autopsia che la Procura aveva annunciato per ieri è slittata a domani o forse martedì. Due giorni fa Paolo Sevesi, l’avvocato che l’aveva seguita fino alla fine e rappresentava i familiari, ha rimesso il suo mandato.
LE INDAGINI SULLA MORTE DI IMANE FADIL
L’avvocato Paolo Sevesi si è presentato in Procura per formalizzare la rinuncia all’incarico a causa dei contrasti sulla linea nelle indagini con la famiglia della modella. Il legale insisteva sull’attenersi all’oggettività dei dati. Aveva raccontato che Imane Fadil l’11 gennaio scorso, tre giorni prima dell’udienza sul caso Ruby ter nel quale venne estromessa da parte civile, aveva inviato un messaggio proprio a lui per dirgli che non si sentiva bene. Due settimane prima del ricovero anche in tribunale gli disse di stare male. I familiari intanto hanno già nominato due nuovi legali e insistono, come riportato da Il Giorno, sulla possibilità che si tratti di un omicidio, quindi chiedono verità sul caso. Era stato comunque l’esito degli esami di urine e sangue a far nascere negli inquirenti il sospetto che Imane Fadil fosse morta per avvelenamento da sostanze radioattive. Domani comunque dovrebbe essere conferito l’incarico al consulente tecnico, poi potrà essere effettuata l’autopsia sul corpo della giovane.