Durante il periodo della sua malattia, Fabrizio Frizzi non ha mai tradito preoccupazione per sé stesso né per quella che avrebbe potuto essere la sua sorte. Un solo rimpianto, legato alla moglie Carlotta Mantovan e alla sua piccola figlia, Stella. La consapevolezza di non poter passare più tempo con loro né di avere la certezza di un futuro insieme. E soprattutto la consapevolezza, se la fine fosse sopraggiunta, di non poter veder crescere la figlioletta né essere loro vicino. Pensieri strazianti che hanno probabilmente fatto male più della malattia, ma Fabrizio ha lasciato poco spazio pubblicamente a queste preoccupazioni, con qualche confessione agli amici più stretti, mentre nelle interviste rilasciate prima della morte ha sempre manifestato ottimismo e quell’amore per la vita che lo ha sempre contraddistinto. (agg. di Fabio Belli)
La malattia e il coraggio
È passato esattamente un anno da quando Fabrizio Frizzi ci ha lasciati. L’amato conduttore di Rai 1 si è spento infatti lo scorso anno in maniera improvvisa, dopo una lotta contro un male incurabile. Le sue condizioni, in particolare, si sono aggravate la sera del 25 marzo dopo un malore, a cui è seguita una corsa disperata all’ospedale Sant’Andrea di Roma; qui le sue condizioni sono apparse sin da subito molto gravi e, all’alba del 26 marzo 2018, Fabrizio Frizzi si è spento a causa di una gravissima emorragia cerebrale. A comunicarlo, la moglie Carlotta Mantovan (dalla quale Frizzi ha avuto una figlia, Stella) e il fratello Fabio con una nota: “Grazie Fabrizio per tutto l’amore che ci hai donato”. I funerali si sono svolti nella chiesa degli Artisti in piazza del Popolo in presenza di familiari, amici, vertici Rai e una folla di gente comune accorsa per l’ultimo saluto.
L’ischemia a ottobre 2017: “Non è ancora finita”
Ma le prime avvisaglie del male che il 26 marzo 2018 ha stroncato Fabrizio Frizzi si sono avute nell’ottobre del 2017 quando il conduttore, mentre registrava una puntata de L’Eredità negli studi Rai della Dear in via Nomentana, a Roma, ha avuto un malore. Erano le ore 19 e, allertato il 118, un’ambulanza trasportava Frizzi d’urgenza al policlinico Umberto Primo. Al conduttore fu diagnosticata un’ischemia, ma dopo qualche giorno di controlli ed accertamenti, fu dimesso. Dopo poche settimane riuscì a tornare al timone de “L’Eredità”, ma nella prima intervista ufficiale rilasciata al Corriere.it, non nascose che la sua battaglia era purtroppo soltanto agli inizi: “Non è ancora finita. Se guarirò, racconterò tutto nei dettagli, perché diventerò testimone della ricerca. Ora è la ricerca che mi sta aiutando”.
Come è morto Fabrizio Frizzi: “Aveva dei tumori inoperabili”
Dopo aver superato il primo malore, Fabrizio Frizzi tornò a condurre “L’Eredità”; qualcosa, però continuava a turbarlo, tanto da indurlo a dichiarare in un’intervista di avere sul proprio futuro una “visuale leggermente cambiata”: “Fino al 23 ottobre scorso, giorno in cui sono stato colpito dall’ischemia, pensavo ai miei 60 anni come a un’età ideale, in cui sei maturo, puoi fare le scelte giuste, pur sentendoti ancora fresco e giovanile – ha spiegato il conduttore raggiunto da Corriere.it – Dopo il 23, la visuale è leggermente cambiata: a questa età si entra in un imbuto che restringe l’orizzonte, vedi la vita assottigliarsi”. Ma dopo la sua morte, avvenuta per un’emorragia cerebrale, a rivelare la verità sul suo stato di salute è stato Alfonso signorini, che in una puntata di Matrix ha spiegato: “ad Ottobre, dagli esami di questa ischemia è risultato che aveva dei tumori diffusissimi che erano inoperabili. E questa cosa è stata messa al corrente non soltanto della famiglia ma anche di lui”.