M5S ALL’ATTACCO DEL PD
La conversione in legge del decreto sulla riforma delle pensioni con Quota 100 diventa un’occasione per il Movimento 5 Stelle di attaccare il Partito democratico. Non solo a livello nazionale, con il Senatore Marco Pellegrini che critica la proposta di Luigi Zanda sugli stipendi dei parlamentari, proprio mentre il Governo interviene su vitalizi e pensioni d’oro, ma anche a livello locale. Gianluca Quacquarini fa infatti presente che nel decreto è stato previsto “un turnover più esteso per Regioni e Comuni nel triennio 2019-2021”. “Questa novità, già annunciata dal nostro gruppo in Consiglio Comunale, toglie alibi al Sindaco del Mondo, che da febbraio in poi, ha accusato il Governo Nazionale per le gravi carenze di organico derivanti da Quota 100”, sono le parole del consigliere comunale pentastellato, rivolte al Sindaco di Ancona Valeria Mancinelli e riportate da vivereancona.it. “Ora non si può fare più lo scaricabarile ma agire concretamente per sostituire i dipendenti comunali andati in pensione nel 2018 e quelli che usufruiranno di Quota 100”, aggiunge Quacquarini.
PRECOCI E DONNE, LE PAROLE DI PROIETTI
I sindacati hanno espresso un giudizio chiaro sulla riforma delle pensioni con Quota 100. Non si tratta di un giudizio negativo tout court, ma Cgil, Cisl e Uil evidenziano la necessità di altri provvedimenti da parte del Governo. Linea che è stata ribadita anche da Domenico Proietti, in una dichiarazione raccolta da pensionipertutti.it. “Quota 100 è una risposta positiva alle attese di tanti lavoratori. Positiva anche la proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna. Nel decreto mancano interventi per i precoci con il paradosso che con 41 anni di contributi non si va in pensione. Manca la valorizzazione del lavoro di cura e la maternità ai fini contributivi. Non si affrontano le future pensioni dei giovani e non viene completata la salvaguardia degli esodati”, segnala il Segretario confederale della Uil, aggiungendo quindi che “su questi temi vogliamo aprire un confronto con il governo per trovare soluzioni unitili per i lavoratori”. Probabile che se ne parlerà in uno degli incontri già programmati tra l’esecutivo e le organizzazioni sindacali.
DI MAIO: QUOTA 100 OPPORTUNITÀ PER PA
Durante la sua trasferta a New York, Luigi Di Maio è stato intervistato da Cnbc e ha tra le altre cose parlato anche della riforma delle pensioni con Quota 100, evidenziando come questa rappresenti anche un’opportunità per riformare la Pubblica amministrazione, rivendendo alcune funzioni lavorative che non stanno rispondendo alle esigenze del mercato e delle imprese. Resta il fatto che in alcuni settori, come la sanità, c’è invece il rischio che manchi personale e si debbano anche chiudere reparti, come ha evidenziato Giovanni Leonis, Presidente dell’Ordine dei medici di Venezia, in un’intervista alla trasmissione di Rete 4 “Stasera Italia”. Leonis ha tra l’altro deciso che non utilizzerà Quota 100 proprio per evitare che manchi la continuità nell’erogazione di un servizio importante come quello dato dalle strutture ospedaliere. Servirà quindi un importante lavoro di coordinamento per evitare che ci siano dei servizi pubblici la cui erogazione possa essere messa a rischio dalla riforma delle pensioni.
M5S SULLA PENSIONE DI CITTADINANZA
L’Inps ha comunicato ieri dei dati sulle pensioni erogate che mostrano come ci sia un’alta percentuale di assegni sotto i 750 euro al mese. “Questa realtà espone molte persone al rischio povertà. Per chi rientrerà nei requisiti patrimoniali e finanziari previsti, la Pensione di Cittadinanza sarà preziosa, così i nostri nonni potranno avere finalmente una vita dignitosa. La situazione è preoccupante soprattutto per le donne, dato che il 74,5 per cento riceve meno di 750 euro al mese”, affermano in una nota i deputati M5s della commissione Lavoro alla Camera, evidenziando quindi come la conversione in legge del decreto relativo alla riforma delle pensioni con Quota 100 aiuti anche quei tanti pensionati che per troppo tempo “hanno avuto difficoltà ad arrivare alla fine del mese perché costretti a vivere con assegni mensili bassissimi. Ora, la Pensione di Cittadinanza darà un po’ di respiro a chi non riceve altri trattamenti previdenziali e non ha nel complesso le risorse sufficienti a godersi la vecchiaia e a dedicarsi alle cose che ha trascurato durante la sua vita lavorativa”.
IL VULNUS SUL CUMULO CONTRIBUTIVO
Sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, Orietta Armiliato ricorda una stortura che la riforma delle pensioni con Quota 100 non ha sistemato. Il riferimento è al cumulo contributivo gratuito, introdotto con la Legge di stabilità del 2017, che non era però utilizzabile da chi volesse accedere a Opzione donna o all’ottava salvaguardia per gli esodati. Il Cods aveva già chiesto a suo temo di poter sanare questo vulnus, ma non c’era stato modo. Armiliato ricorda che “la RgS non produsse nei termini necessari ad inserire il provvedimento nella legge di Bilancio i dati attesi per la copertura economica e dunque la norma che doveva includere anche questi lavoratori, per un soffio, non vide la luce”. Nonostante i diversi solleciti avanzati con l’inizio della nuova legislatura e i lavori dell’ultima Legge di bilancio, nulla è stato fatto su questo fronte e Armiliato ha anche riportato la mail inviata al sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon sul tema. Una mail cui non è pervenuta risposta.
RIFORMA PENSIONI, ANOMALIA AUTONOMI
Martedì a Siena si è tenuto un incontro organizzato dalla Cna pensionati in cui si è anche parlato dell’ultima riforma delle pensioni. Il Presidente Cna Pensionati di Siena, Alberto Rossi, ha esordito dicendo che “sono oltre venticinque anni che ogni riforma del sistema pensionistico implica un abbassamento dell’assegno mensile e un innalzamento dell’età pensionabile. Nessun governo ha poi pensato a diminuire le imposte sulle pensioni, veramente troppo alte”. All’incontro ha preso parte anche Giuliano Cazzola, che ha evidenziato come “i recenti provvedimenti non vanno nella direzione della giustizia sociale. È evidente l’anomalia che si crea per i lavoratori autonomi che solo a determinate condizioni potranno usufruire di questi provvedimenti. Con questi provvedimenti si rischia che il sistema non regga e si debba fare fra qualche anno una nuova riforma molto drastica”.
Rossi ha voluto chiarire che “non siamo contro al reddito e pensioni di cittadinanza, perché aiutare il prossimo in difficoltà è un dovere di ogni persona. Chiediamo però giustizia sociale, ovvero meno imposte per le pensioni, in particolare per gli assegni più bassi, che invece si sono visti bloccare anche l’adeguamento Istat”. All’incontro ha partecipato anche Antonio Licchetta, responsabile politiche sociali di Cna Nazionale, che non ha nascosto che si attendeva “una maggiore attenzione per il mondo delle imprese e per il mondo produttivo da questi provvedimenti in materia pensionistica, che ho difficoltà a definire riforma. Non credo che porterà nuova occupazione, almeno nell’immediato”.