Contromanifestazione prevista quest’oggi al Congresso delle famiglie di Verona, una risposta anche al feto gadget che è stato distribuito ieri al Family Day. Sul piede di guerra vi sono in particolare le donne del Partito Democratico, che nella giornata di ieri avevano annunciato: «Domani saremo migliaia di donne da tutt’Italia per dimostrare che i diritti delle donne non si toccano e soprattutto che le donne di questo paese sono pronte a togliere la fiducia a chi vuole farle retrocedere in un assurdo Medioevo». Per le esponenti del Pd, i partecipanti e gli organizzatori del congresso sono degli “odiatori medievali”: «Come ben sapevamo – hanno aggiunto – il cosiddetto Congresso mondiale delle famiglie è in verità un meeting internazionale di gruppi d’odio. La distribuzione di un feto di plastica come gadget conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che i rappresentanti di governo della Lega, Regione Veneto e Friuli-Venezia Giulia sono i principali sponsor di un incontro di barbari». Oggi al Congresso delle famiglie ci sarà anche Giorgia Meloni, segretario generale di Fratelli d’Italia, convinta invece che l’evento sia occasione per sottolineare ancora di più i diritti delle donne. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
VERONA, POLEMICA SUL GADGET FETO
E’ polemica attorno al gadget distribuito al Congresso famiglie di Verona, il feto di gomma contro l’aborto. Numerose le reazioni politiche, a cominciare da quella dell’ex presidente della Camera, Laura Boldrini. La deputata di Leu ha detto: «È semplicemente mostruoso fare un’operazione di questo genere. Se l’obiettivo è quello di suscitare sdegno collettivo nei confronti delle donne che sono costrette a interrompere la loro gravidanza sappiano, questi signori, che a vergognarsi dovrebbero essere loro». L’ex numero uno della Camera sarà domani a Verona per la contro-manifestazione: «Un motivo in più per essere presenti a Verona – conclude – a sostegno dei diritti delle donne, a difendere le leggi dello Stato e a promuovere una società dove nessuno venga discriminato». Ma si difende l’associazione Provita, quella che ha distribuito i gadget di cui sopra a Verona: «La riproduzione di un feto di 11 settimane – fanno sapere Toni Brandi e Jacopo Coghe – è un residuo della vecchia campagna che ha reso famosa l’associazione Provita e che comprese anche l’affissione del manifesto grande quanto la facciata di un palazzo. Fu creata per aprire un dibattito sulla vita. E sulla vita ci concentriamo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
FETO AL CONGRESSO FAMIGLIE: È POLEMICA
Un piccolo feto di plastica, confezionato in una bustina trasparente e riportante la scritta “L’aborto ferma un cuore che batte”. E’ questo uno dei gadget distribuiti questa mattina in occasione del Congresso mondiale delle famiglie che si sta svolgendo a Verona e donato da uno degli sponsor, Notizie ProVita. Un’idea che ovviamente, come era probabilmente negli intenti, ha chiaramente sollevato delle polemiche alle quali però Gianfranco Amato, presidente dell’associazione Giuristi per la Vita ha voluto replicare ai microfoni di Fanpage.it: “Penso che chi ha realizzato questa cosa abbia voluto lanciare un messaggio: guardate che l’aborto non riguarda come spesso si dice un grumo di cellule, pochissime cellule, ma riguarda una cosa che è un po’ più che un grumo di cellule”. Nel guardare il gadget di plastica che rappresenta un embrione di dieci settimane ha aggiunto: “Io qui vedo un essere umano formato: mani, piedi. E’ evidente quindi che al di là del gusto il messaggio di chi ha voluto esprimere così un’idea è quello: ‘Guardate che non stiamo parlando di un grumo di cellule ma di un essere umano”.
CONGRESSO VERONA, ATTACCO ALLA LEGGE 194
In apertura della prima giornata del Congresso Mondiale delle Famiglie, che andrà in scena fino alla prossima domenica, non sono mancati gli attacchi alla legge 194 che regola il diritto delle donne all’interruzione di gravidanza. L’ideatore del Family Day, Massimo Gandolfini, in apertura dell’evento aveva dichiarato: “L’aborto è l’omicidio di un bambino in utero, e la legge 194 è stata applicata soltanto negli articoli che permettono la soppressione di una vita e non in quelli che aiutano la maternità”. Dure anche le parole del vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti, che aveva definito la famiglia come “l’opera d’arte di Dio”. E sull’aborto, citando la Chiesa lo aveva definito anche lui come “un omicidio”. Pur asserendo di non avere nulla contro gli omosessuali, aveva aggiunto “non hanno niente a che vedere con il concetto di famiglia”. A fare chiarezza era intervenuto il ministro Salvini, presente all’evento: “Non si discute di revisione del divorzio, dell’aborto, della libertà di scelta di uomini e donne. Si ragiona su come aiutare le famiglie italiane, mamme e papà coi bimbi e i nonni”. E se al Congresso non ha preso parte alcun esponente di spicco del M5s, a farlo è stata la senatrice Tiziana Drago: “Ci tengo moltissimo a sottolineare che il Movimento 5 Stelle non è quella realtà politica che viene delineata e non è nemmeno quella realtà politica legata solo alle dichiarazioni di questi giorni. Ci sono anche dei senatori e dei deputati che hanno apertura nei confronti della famiglia naturale”, ha dichiarato, motivando la sua presenza.