L’ebola è tornata a colpire in Congo, sono oltre 600 i morti e 1000 i contagi: l’Oms lancia l’allarme. I collaboratori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono al lavoro per debellare il virus, rientrati dopo un momentaneo stop legato a motivi di sicurezza: giovedì la città di Beni è stata attaccata da un gruppo di uomini armati, un assalto che ha causato dieci decessi. Come riporta Africa-Express, il direttore generale Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus «ha fatto sapere che l’organizzazione continuerà a collaborare con il ministero della Salute di Kinshasa per arginare la temibile patologia», evidenziando «di essere quanto mai preoccupato per la sicurezza dei suoi collaboratori e di tutti coloro che giornalmente sono impegnati per mettere fine a questo flagello». Attesi aggiornamenti nei prossimi giorni. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ALLARME OMS
Preoccupa il virus Ebola in Congo. Stando ai dati ufficiali diffusi dal ministero della sanità della Repubblica democratica, già 652 persone sono morte, mentre i contagi sono stati 1044 (di cui 978 già confermati e 66 probabili) e i guariti 325. Una situazione drammatica in Africa Centrale, con il rischio che l’epidemia si diffonda ancora di più per via delle scarse condizioni igienico-sanitarie e delle strutture mediche non all’altezza della situazione. Stando a quanto riferito dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, nel suo ultimo rapporto, solamente negli ultimi 21 giorni si sono registrati 121 nuovi casi, di cui 78 di operatori sanitari intenti a curare i pazienti (l’8% dei casi totali), e 27 decessi. Quella in corso è la decima epidemia di Ebola in Congo, ed è iniziata praticamente un anno fa, ad agosto del 2018. Uno studio pubblicato negli scorsi giorni su “Lancet Infectious Diseases” ha evidenziato la disinformazione diffusa nella Repubblica democratica del Congo in merito a tale virus letale.
EBOLA IN CONGO: 1000 CONTAGI E 650 MORTI
Sono state infatti intervistate 961 persone che abitano nei pressi delle città di Beni e Butembo, a nord del paese, e «più del 25% delle persone intervistate nelle aree colpite ha detto di non credere che la malattia esista, circa il 36% ritiene che la patologia sia stata fabbricata per destabilizzare il Paese». In base alle conclusioni dei ricercatori che hanno effettuato lo studio, tale disinformazione unita all’ignoranza, avrebbe peggiorato di molto la situazione: «questa sfiducia – si legge – è stata un fattore di prolungamento dell’epidemia». L’Oms ricorda come oltre 96mila persone siano state vaccinate contro il virus Ebula in Congo, mentre i controlli sanitari alle frontiere sono stati più di 44 milioni, e grazie anche a tale intervento massiccio si è potuto rallentare la diffusione oltre i confini nazionali. Il virus Ebola si chiamava inizialmente Zaire, scoperto nel 1976 nell’ex nazione africana che ora prende il nome proprio di Congo.