Il Ministro degli Interni Matteo Salvini lancia un messaggio piuttosto netto ai giudici che dovranno investigare sulla maxi manifestazione avvenuta ieri a Torino di un folto gruppo di anarchici, con bombe carta ritrovate, scontri con la polizia e vetrine della città devastate. «”Salvini muori, non sparare a salve ma spara a Salvini”: Ieri a Torino i “bravi ragazzi” dei centri sociali: mazze e bocce di ferro, fumogeni, maschere antigas, 74 violenti denunciati, bene! Speriamo i giudici non facciano sconti. Questi delinquenti non mi fanno paura, solo pena», scrive questa mattina su Twitter il vicepremier dopo la giornata di massima tensione vissuta ieri nel capoluogo piemontese. Attaccata ancora la sindaco Appendino, insulti e minacce contro il Governo e contro soprattutto il Ministro Salvini: lo sgombero del Centro Sociale Asilo ha di nuovo portato in piazza un nutrito gruppo di anarchici che mischiati ai tanti dei centri sociali hanno dato vita ad uno “spettacolo” indecente per le vie di Torino.
MAXI CORTEO DI TORINO: 74 DENUNCIATI
Settantaquattro anarco insurrezionalisti sono stati denunciati a Torino dopo che tutto sommato gli scontri con le forze dell’ordine sono stati “ridotti”: la città però è stata bloccata per un giorno intero e per questo motivo Viminale e Comune ora non intendono concedere altro “spazio” per caos ai gruppi dei centri sociali. Il questore di Torino, commentando l’intera giornata di “passione” vissuta ieri afferma «La gestione dell’ordine pubblico è un affare da addetti ai lavori. Ho sentito critiche e tanti commenti nei giorni scorsi ma è una questione complicata che va gestito da addetti ai lavori». La Questura risponde a tono anche alla capogruppo M5s in comune Valentina Sganga che in settimana aveva detto come la gestione della manifestazione da parte della polizia era stata una sorta di «repressione ingiustificata che non può che rendere doverosa una profonda riflessione sulla gestione dell’ordine pubblico attualmente presente nella città di Torino». Ecco, secondo il questore Messina «Ieri abbiamo gestito più eventi, Biennale Democrazia, la partita della Juve e il corteo, ciascuno con profili di rischi di ordine pubblico. Il più complicato era senza dubbio il corteo. Il grande lavoro della Digos ha portato all’identificazione degli esponenti del blocco nero, la parte più pericolosa. Questi soggetti sono stati tenuti sotto controllo per giorni e quando hanno cercato di raggiungere il corteo principale sono stati bloccati. Bloccare questi delinquenti venuti da tutt’Europa è stata la svolta».