Per Salvini il dialogo con Conte è stato sereno, ricco di spunti e ha confermato come nel Governo non ci sono liti: «Dicono che siamo litigiosi, fascisti, razzisti… Dopo nove mesi gli italiani hanno toccato con mano: abbiamo fatto tante cose e tante le stiamo preparando. Al di là delle chiacchiere che posso fare con il presidente Conte davanti a un buon bicchiere di rosso, il Governo va avanti, figurarsi se mollo». Nell’intervista rilasciata stamattina a Lady Radio Firenze, il Ministro degli Interni prova a spegnere le polemiche specie dopo quel titolo di Repubblica che oggi mette in evidenza il “qui comando io” che Salvini avrebbe detto ieri nello scontro-pace armata con il Premier Conte. Di Maio già aveva avvertito che quella frase, fosse realmente stata pronunciata, non trovata per nulla il suo consenso: «spero la smentisca, se fosse vera non lo riconoscerei. Abbiamo già avuto uomini da soli al comando che hanno fatto abbastanza danni». Ora Banche e Confindustria sono i due “temi” sui quali Lega e M5s tentano di far fronte comune per evitare di sfilacciarsi ulteriormente: non sarà facile però, specie se viene scelta ancora la tattica (come pare in queste ore) del mettere Tria “in un angolo” costringendo il Mef ad aprire in cordoni della borsa.
FONTANA ATTACCA, DI MAIO REPLICA
Per capire il concetto di “pace armata” occorre vedere come questa mattina dopo la tregua siglata tra Conte e Salvini hanno reagito altri due autorevoli esponenti del Governo gialloverde: in una intervista al Corriere della Sera, il Ministro della Famiglia Lorenzo Fontana attacca «Nell’ultimo mese sono stato più insultato dai 5 Stelle che dalle opposizioni: ci accusano di essere nemici delle donne e ci danno dei fanatici. Forse – aggiunge il leghista doc – non hanno più a cuore lo stare al governo del Paese. E’ evidente che se qualcuno continua a provocare, significa che vuole una reazione». L’ammissione è di quelle pesanti, specie dopo le ultime schermaglie al Congresso di Verona dello scorso weekend: «La cosa che mi ha dato più fastidio è che ci abbiano dipinto come dei nemici delle donne, gente che le vorrebbe segregare in casa e togliere loro dei diritti. Ho persino letto una dichiarazione di Luigi Di Maio in cui diceva che qualcuno nega il tema della violenza sulle donne. Questo è un insulto deliberato. Difficile andare avanti a lavorare con chi ti insulta». La replica arriva da Di Maio che in una intervista mattutina a Rtl 102.5 spiega «Credo che Movimento Cinque Stelle e Lega abbiano forti differenze, ma questo lo sapevo già, per questo abbiamo fatto il contratto di Governo. […] Si minaccia ogni giorno la crisi di Governo, io non lo faccio mai perché so che gli italiani ci pagano per governare questo Paese e per fare le cose. Andiamo avanti, facciamo le cose, e poi sappiamo bene che ci sono differenze di opinione e ogni volta che ci saranno io le dirò. Questo non vuol dire che si debba arrivare a dire ‘qui comando io’, mi dispiace». Pace poca, “armata” assai di più..
TREGUA CONTE-SALVINI IN TOSCANA
Salvini è volato in Toscana ieri pomeriggio e ha visto in un casale il Premier Giuseppe Conte per provare a mettere fine ad una settimana di tensioni, liti e forti distanze avvertite tra il Viminale e Palazzo Chigi e in generale tra il Movimento 5 Stelle e il leader della Lega. Famiglia, Legittima difesa, castrazione chimica, e poi ancora Decreto Crescita, Confindustria e manovra correttiva: i temi sono tanti e quella di ieri in Toscana potremmo definirla una “tregua armata” con una non facile linea di continuità rispetto ai primi mesi di Governo assai più “semplici” nel triumvirato Salvini, Conte, Di Maio. «Bel pomeriggio insieme nella campagna fiorentina. Bene le parole e le discussioni, rispettando ognuno le idee dell’altro, ma non perdiamo mai di vista la “ragione sociale” per cui siamo al governo: lavoriamo con la massima concentrazione per gli interessi degli italiani», scrive il Presidente del Consiglio sui social, seguito a ruota (con una simile foto opportunity) dal Ministro degli Interni «Pomeriggio di lavoro e relax in Toscana, parlando di futuro. Buona domenica Amici!».
PACE ARMATA, MA LE DISTANZE RESTANO
Tutto risolto? Non esattamente: se per Di Maio l’incontro tra gli altri due leader è positivo – «Se ero informato? Si lo ero, ma non è questo, piuttosto sono felice che Conte e Salvini si siano chiariti» – la distanza tra Lega e M5s è tutt’altro che eliminata. «Il mio motto è: sobri nelle parole e generosi nelle azioni, lo dico a tutti i ministri e così bisogna continuare a fare, come stiamo facendo tutti. Quindi, le polemiche lasciano il tempo che trovano» ha sentenziato come linea ufficiale il Premier Conte stufo degli attacchi visti in merito al Congresso delle Famiglie tra Salvini e Di Maio (“fanatici”, “sfigati” e quant’altro). Il momento tra i due partiti di Governo è complesso, con i provvedimenti economici da prendere al più presto – come intimato ieri da Tria – e il peso delle Elezioni Europee che non può che rendere più complesso il dialogo di Governo. Decreto Crescita e banche i prossimi step, con una malcontento che nella Lega cresce sempre più: il Premier si dimostra sempre più “schierato” sulle posizioni M5s e l’ago della bilancia-avvocato del popolo per molti leghisti non rientra più nelle “skills” di Giuseppe Conte. A Salvini non basteranno incontri in Toscana per tenere a bada il malumore strisciante: servirà molto di più (Flat Tax da subito?) per poter evitare lo strappo dopo il voto di Bruxelles.