La prevenzione è fondamentale contro il cancro, e non ci stancheremo mai di dirlo. Uno dei più diffusi nei maschi italiani è quello alla prostata, quindi è importante sapere quali sono gli esami da fare per scoprire se c’è un tumore. Se identificato in fase iniziale, si può guarire in oltre il 90 per cento dei casi. In primis non vanno ignorati i sintomi, anche se non ne esistono caratteristici del carcinoma della prostata. Però non bisogna sottovalutare la comparsa di vari problemi urinari: flusso urinario debole, difficoltà a iniziare la minzione, incompleto svuotamento della vescica, frequenza elevata delle minzioni, urgenza di svuotare la vescica, anche di notte. Questi sintomi si accompagnano all’ipertrofia prostatica benigna. Basta parlarne col medico di famiglia, il quale valuterà se è necessaria la visita dall’urologo facendola precedere da eventuali esami. Quali? Il test del PSA, ad esempio: è semplice, perché avviene con un normale prelievo di sangue, ed è utile poiché misura l’antigene prostatico specifico.
PROSTATA, QUALI ESAMI FARE PER SCOPRIRE TUMORE
Ma il PSA è un buon indizio di tumore, ma non distingue tra tumori aggressivi e indolenti. Per individuare coloro che realmente dovrebbero fare la biopsia vengono proposti test aggiuntivi, come la valutazione del rapporto Psa libero/totale, la Psa density e/o velocity, il proPSA e l’indice PHI o marcatori come PCA3 (un esame che si esegue sulle urine). Come riportato dal Corriere della Sera, c’è un esame che permette di riscontrare l’eventuale presenza di noduli sospetti, ma può essere fastidioso, anche se non doloroso: è l’esplorazione rettale. Un tipo di risonanza magnetica invece sta modificando lo standard diagnostico per il cancro alla prostata. Prevede l’acquisizione di parametri multipli. La European Assocition of Urology consiglia di eseguire una risonanza multiparametrica prima di fare la biopsia dopo l’esplorazione rettale e in presenza di PSA sospetto. La biopsia normalmente si esegue durante l’ecografia in anestesia locale. La biopsia potrebbe dare un esito negativo anche quando in realtà il tumore è presente, per questo a volte si chiede di ripeterla a distanza di mesi.