Scoperto un sistema di compravendita di voti in quel di Torre del Greco, in occasione delle ultime elezioni amministrative: gli elettori venivano invitati a votare per un determinato candidato, ricevendo in cambio un compenso o un cesto di alimenti. «Un fenomeno di criminale mercimonio di voti – il commento degli inquirenti nel descrivere l’inchiesta – assolutamente indegno di un paese civile». 14 le misure cautelari emesse, di cui 4 in carcere, 4 ai domiciliari e i restanti 6 con divieti di dimora in Campania. Per le forze dell’ordine vi era il serio rischio che tale compravendita di voti potesse ripetersi anche in occasione delle elezioni europee che si terranno il prossimo maggio, di conseguenza, è stato necessario intervenire: «Appare assolutamente indispensabile – proseguono gli inquirenti – provvedere al più presto per impedire che anche per la prossima tornata elettorale nel Comune di Torre del Greco si verifichi un analogo fenomeno di criminale mercimonio di voti». Stando a quanto scrive giustizianews24.it, al centro dello scandalo vi era il consigliere comunale Stefano Abilitato, che attraverso l’amico Domenico Pesce, presidente Unicef di Napoli, faceva arrivare agli elettori compiacenti ,dei pacchi contenenti generi alimentari. In altri casi, invece, gli elettori venivano pagati con una cifra fra i 25 e i 30 euro. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TORRE DEL GRECO, COMPRAVENDITA DI VOTI
Soldi in cambio del voto alle elezioni amministrative del 2018: per la precisione, somme dai 20 ai 35 euro per assicurarsi una preferenza al candidato prescelto. Questo lo scenario emerso dalle indagini dei carabinieri di Torre del Greco, che hanno eseguito 14 misure cautelari emesse dal gip di Torre Annunziata. Gli indagati, come riportato da La Repubblica, sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio elettorale, voto di scambio elettorale, attentati contro i diritti politici del cittadino, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, favoreggiamento, detenzione illegale di armi da sparo comuni e da guerra. Le indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata hanno fatto emergere un quadro inquietante, con un sodalizio criminale attivo a Torre del Greco che in occasione delle elezioni comunali aveva acquistato voti in cambio di piccole somme di denaro oppure di generi alimentari e promesso posti di lavoro previsti da un progetto regionale.
TORRE DEL GRECO, 20 EURO IN CAMBIO DEL VOTO
Giocavano sulla disperazione e le difficoltà dei cittadini di Torre del Greco gli uomini che hanno comprato il loro voto offrendo in cambio 20-35 euro. I due consiglieri coinvolti nell’inchiesta sono stati eletti in due liste diverse ma fanno parte della maggioranza che quelle elezioni le ha vinte, una coalizione civica che fa capo al centro destra. Si tratta di un poliziotto, per cui il gip ha disposto il divieto di dimora, il quale ha avvertito dei controlli imminenti delle forze dell’ordine chi era intento a comprare voti davanti al seggio elettorale; e di un uomo politico locale, confinato ai domiciliari, che ha procurato voti in cambio di 5 assunzioni nella ditta che gestiva l’appalto dello smaltimenti dei rifiuti. Nell’inchiesta, scrive ancora La Repubblica, è stato coinvolto anche il responsabile di una onlus locale che è riuscito a dirottare pacchi di generi alimentari con la sigla Unicef poi distribuiti in cambio di voti.