Se per parlare di rivoluzione nelle terapie contro una delle più comuni neoplasie è ancora prematuro, i risultati di una ricerca di un team dell’Università di Trento sul legame tra il microbioma presente nell’intestino e il cancro al colon potrebbe avere comunque nel futuro immediato il merito di migliorare ancora di più l’accuratezza dei test diagnostici previsti in questi casi, rendendoli meno invasivi. Secondo Nicola Segata, che del gruppo di lavoro è stato il coordinatore, dunque il microbioma intestinale oramai deve essere preso in considerazione quale marcatore del tumore al colon, costituendo di fatto un importante campanello d’allarme sulla presenza di carcinomi. “Sul piano terapeutico, sebbene si sia visto per altri tumori che la composizione del microbioma è in qualche misura collegata con l’efficacia dei nuovi approcci immunoterapici, tuttavia in questo caso è ancora troppo presto per pensare di agire direttamente sullo stesso microbioma per migliorare le terapie già esistenti” ha concluso Segata. (agg. di R. G. Flore)
STUDIO ITALIANO SU MICROBIOMA
Due studi, condotti in parallelo in Italia e in Germania, sembrano aprire nuove prospettive in merito alla lotta al cancro al colon. Nelle ultime ore, infatti, è stato reso noto il risultato dell’indagine di una équipe del Dipartimento Cibio dell’Università di Trento che ha stabilito un legame tra la composizione di un microbioma (un batterio) presente nell’intestino e la genesi del tumore al colon-retto: analizzando dei campioni fecali, infatti, i ricercatori hanno osservato come i pazienti affetti da tale patologia denotassero la presenza di un insieme di questi batteri che dunque fungerebbero da veri e propri ‘marcatori’ del carcinoma stesso. Intanto, in Germania, l’European Molecular Biology Laboratory di Heidelberg ha stabilito, al termine di una ricerca, che il microbioma dei pazienti trasformerebbe gli acidi biliari impiegati per la digestione in delle sostanze cancerogene. (agg. di R. G. Flore)
LA DIAGNOSI PRECOCE DEL TUMORE
Forse in futuro sarà possibile effettuare una diagnosi precoce del cancro al colon semplicemente eseguendo un’analisi delle feci. Sembra aprire a questa ipotesi lo studio internazionale coordinato dal team italiano del Dipartimento Cibio dell’Università di Trento che attraverso la genomica, impegnandosi nello studio del microbiota, il complesso ecosistema di batteri, funghi e virus che abita buona parte del corpo umano, ha scoperto dei segnali potenzialmente predittivi del tumore. Come riportato da La Repubblica, i risultati dello studio pubblicato su Nature evidenziano come vi sia “una forte correlazione tra la composizione del microbioma intestinale – che comprende non solo i microrganismi ma anche i loro prodotti – e il cancro al colon-retto”. Non è ancora del tutto chiaro il motivo, ma nelle forme non ereditarie di tumore – che sono la maggioranza – la componente genetica può spiegare una minima parte dell’incidenza della malattia. Altri fattori chiave sono le abitudini alimentari e lo stile di vita.
CANCRO AL COLON: STUDIO ITALIANO SCOPRE “SPIA”
I ricercatori che hanno condotto lo studio hanno messo sotto esame un migliaio di campioni fecali prelevati da popolazioni molto diverse: dagli Usa al Giappone passando per Canada, Cina, Italia e altri Paesi europei. Nicola Segata, bioinfarmatico e coordinatore della ricerca, ha spiegato questo tipo di approccio che ha coniugato genomica, statistica e intelligenza artificiale: “Il sequenziamento massivo del materiale genetico presente nei campioni ci permette di identificare, tramite avanzati metodi bioinformatici, organismi e geni microbici presenti nel microbioma intestinale”. Nei campioni fecali delle persone affette da cancro al colon-retto, i ricercatori hanno osservato la presenza di un insieme di batteri marcatori della malattia, in primis il Fusobacterium nucleatum (e non è la prima volta che viene associato al tumore al colon), ma anche una decina di altri batteri che rafforzano l’associazione. Segata spiega: “L’aspetto interessante è che l’insieme dei batteri fortemente associati al carcinoma del colon-retto è lo stesso in popolazioni distinte che hanno solitamente un microbioma intestinale abbastanza diverso”. Ma c’è di più: nello studio è emerso anche che il microbioma delle persone malate di cancro è ricco infatti di “copie di un gene che codifica per un enzima (cutC), coinvolto nella produzione di trimetilammina. Questa molecola è stata associata da alcuni studi a un rischio più elevato di sviluppare il cancro al colon-retto”. Il fatto di aver scoperto questa correlazione, però, non deve spingere a cantare vittoria sulla possibilità di attuare strategie terapeutiche mirate:”Questo lavoro dimostra la correlazione tra microbiota e carcinoma al colon-retto, non il nesso di casualità che dovrà essere stabilito da studi successivi. Sebbene si sia visto per altri tumori che la composizione del microbioma è in qualche misura collegata con l’efficacia dei nuovi approcci immunoterapici, è ancora troppo presto per pensare di agire direttamente sul microbioma per migliorare le terapie esistenti”.