Emergono nuove dichiarazioni da parte della 24enne ragazza vittima dello stupro di poche settimane fa alla Circumvesuviana. La giovane è stata ospite presso gli studi di Porta a Porta, ed ha svelato di essere stata approcciata in maniera sessuale già pochi giorni prima dello stupro. «Quando ci siamo conosciuti e ci siamo presentati, loro mi hanno subito minacciata: prima mi hanno detto che volevano avere dei rapporti sessuali con me, poi mi hanno detto che se non avessi soddisfatto i loro impulsi sarebbero andati da mia sorella. Mi hanno quindi circondata ed hanno iniziato a strusciarsi addosso, questo al primo incontro». A quel punto il gruppo dei tre ha iniziato a seguire la giovane: «Dopo aver preso il treno mi hanno seguita fino a Portici, poi sono arrivati fino al palazzo dove abitavo e sono saliti fino al quarto piano: solo a quel punto hanno desistito e se ne sono andati». A Porta a Porta la giovane ha parlato anche dello stupro: «Uno di loro mi ha spinto dentro l’ascensore, una violenza assolutamente brutale, non me l’hanno chiesto con gentilezza, tutti e tre con la stessa ferocia». Due dei ragazzi sono stati scarcerati dal Riesame, e oggi potrebbe “uscire” anche il terzo. «Ho provato frustrazione per aver denunciato – le parole della giovane come commento a tale notizia – mi ero pentita di essermi incamminata verso questo percorso, poi ho provato rabbia per la scarcerazione, una rabbia impotente. Quando ho iniziato a parlare sono riuscita però a trovare un po’ di pace». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
STUPRO ALLA CIRCUMVESUVIANA: LE PAROLE DELLA 24ENNE
Ha trovato il coraggio di parlare la giovane violentata alla Circumvesuviana. Ha parlato dopo che due dei tre ragazzi accusati di averla violentata sono stati scarcerati. Ora la vittima ha paura ad uscire di casa: «Ho paura a Portici, ho paura di incontrarli – dice ai microfoni del programma “Storie Italiane” su Rai Uno – loro sanno dove abito visto che mi hanno seguito fino a sotto casa. Ho paura anche di incontrarli a San Giorgio a Cremano, dove mi reco per fare terapia visto che soffro di disturbo del comportamento alimentare. Mi sento prigioniera, è stato fatto prigioniero il mio corpo e la mia mente. La mia libertà è stata fatta a pezzi, ho paura a mettere i piedi fuori di casa». La povera ragazza rivolge quindi un appello alle madri dei suoi aguzzini: «Se fossi una mamma dei tre proverei dolore per quanto fatto dai figli, e poi spingerei loro a dire la verità, che è tutto ciò che ci rimane in questo mondo pieno di menzogne».
STUPRO ALLA CIRCUMVESUVIANA: IL RACCONTO DELLA GIOVANE
Quindi la giovane ribadisce per l’ennesima volta la non consensualità durante l’atto: «Il mio atteggiamento di iniziale benevolenza è stato scambiato per un consenso, ma non c’è mai stato. Mi hanno minacciato, hanno minacciato anche mia sorella se non mi fossi concessa». La ragazza si dice stupita dal comportamento quasi scherzoso tenuto dai tre presunti colpevoli: «Si sono comportati come delle vere e proprie bestie, hanno approfittato del mio corpo nonostante io avessi conati di vomito per il nervosismo, e nonostante gli avessi detto più volte di smetterla: più volte ho detto “no” ma non sono stata ascoltata». La giovane vittima è convinta che presi singolarmente i tre del branco non avrebbero mai agito: «Non mi è piaciuta la loro banalità, ridevano e scherzavano mentre mi violentavano, era quasi un gioco per loro».