Il caso dello stupro alla Circumvesuviana sembra aver preso una nuova piega dopo gli ultimi risvolti: il tribunale del Riesame ha infatti scarcerato anche l’ultimo dei tre ragazzi accusati, puntando quindi il dito nei confronti della 24enne di Portici, definita una “bugiarda patologica”. Secondo i giudici, la ragazza avrebbe mentito clamorosamente, e il rapporto con i tre sarebbe quindi stato consenziente. Negli studi del programma Storie Italiane, di Rai Uno, si dibatte sulla questione, e sono molti quelli che esprimono perplessità, a cominciare dalla nota criminologa Roberta Bruzzone: «Bene hanno fatto i giudici a procedere in questo modo, visto che vi sono delle macro divergenze fra quanto emerso e quanto dichiarato dalla ragazza. È fondamentale però capire se questa donna fosse realmente in grado di acconsentire ad un rapporto a tre. La questione è: questi tre ragazzi erano consapevoli o meno della sua fragilità?». E’ emerso infatti un quadro clinico fragile dal punto di vista psichico, e di conseguenza c’è il rischio che i tre abbiano potuto approfittarne, conoscendo lo stato mentale della loro conoscente: «Hanno avuto un comportamento infame – spiega Don Aldo – possiamo dirlo o dobbiamo giustificare questi tre che si sono chiusi in ascensore? Ancor peggio se la donna ha dei problemi psicologici gravi. Non è violenza in un senso, ma per questa società deve essere violenza se uno adesca una ragazza, con l’aggravante che ne conosce la fragilità». Le indagini preliminari proseguiranno nei prossimi giorni, e al termine delle stesse si capirà se il caso verrà archiviato o meno. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
STUPRO CIRCUMVESUVIANA “LA RAGAZZA È UNA BUGIARDA”
In un mese si è comportamento capovolto il quadro riguardante il caso del presunto stupro alla Circumvesuviana: in 30 giorni si è passati da violenza brutale di gruppo, ad un rapporto consenziente. I tre ragazzi accusati, Raffaele Borrelli, Alessandro Sbrescia e Antonio Cozzolino, sono stati tutti scarcerati (l’ultimo, Raffaele, nella giornata di ieri), perché il fatto non sussiste, demolendo completamente il racconto della presunta vittima. A ribaltare definitivamente il racconto della 24enne di Portici, il filmato delle telecamere presenti presso la stazione, che mostrano quattro ragazzi che si incontrano, si salutano, scherzano e ridono fra di loro, prima di cercare un anfratto e consumare rapporti sessuali. Dopo di che i quattro, sempre assieme, si dirigono nuovamente verso i binari, senza alcuna drammaticità ne disperazione. Filmati che il gip inizialmente non aveva ricevuto, disponendo quindi gli arresti domiciliari per il trio di cui sopra, basandosi sul semplice racconto della giovane. Inoltre, non era stato accertato lo stato mentale della stessa, che a quanto si è appreso solo in seguito, soffre di gravi problemi psicologici.
STUPRO CIRCUMVESUVIANA: LA RAGAZZA UNA BUGIARDA PATOLOGICA
Insomma, per i giudici si tratta di una «bugiarda patologica», definizione che tra l’altro la 24enne dà di se stessa ai medici. Una giovane bipolare con un vissuto sia sessuale quanto familiare problematico, che si sottoponeva a delle specifiche terapie. «La giovane saluta Alessandro Sbrescia – scrivono i giudici nell’ordinanza di scarcerazione – poi sale con i tre la rampa di scale; poi si vede lei, abbracciata d Alessandro, che fuma, consulta il cellulare, chiama l’ascensore però guasto; sempre abbracciati i due si spostano verso un altro ascensore, poi lei offre un tiro di sigaretta ad Alessandro, per poi entrare spontaneamente, senza essere spinta in ascensore». Poi ancora «gli indagati escono insieme alla ragazza perfettamente ricomposta nel vestiario, con il cellulare in mano, in condizioni di apparente tranquillità; si intrattiene con un paio di loro, poi scende le scale con assoluta normalità». Una realtà che giunge come un pugno nello stomaco, alla luce anche delle numerose ospitate in televisione della stessa 24enne, che più volte, in maniera drammatica e lucida, ha raccontato i momenti dello stupro, mentendo clamorosamente.