SEGRETERIE SCUOLA IN DIFFICOLTÀ PER RIFORMA PENSIONI
Sembra che la riforma delle pensioni con Quota 100 stia creando non pochi problemi nella scuola. Secondo quanto riporta Adnkronos, infatti, la Flc-Cgil del Veneto ha segnalato all’Ufficio scolastico regionale e all’Inps che ci sono quasi 2.000 domande di pensionamento presentate e in attesa presso le segreterie delle scuole, dove il personale non è stato adeguatamente informato e formato nei giusti tempi, anche perché ci sono non poche comunicazioni dei Miur e dell’Ufficio regionale riguardo a modi e alle scadenze per determinare le singole posizioni pensionistiche. Dunque gli addetti devono districarsi con non poche difficoltà e inevitabilmente finiscono per impiegare molto tempo. Di fatto, come spiega il sindacato, le segreterie “devono certificare le varie situazioni e produrre una valutazione economica sui futuri assegni pensionistici. Il che implica il dover ricostruire le carriere di lavoratori che possono avere alle spalle lunghi anni di precariato ed aver operato in scuole diverse, oltre che calcolare i compensi accessori da computare per il calcolo della pensione”. La Flc chiede quindi “di attivare delle task force presso gli Uffici amministrativi territoriali, aumentandone l’organico a supporto”.
RIFORMA PENSIONI, UN RISCHIO DAL DECRETO CRESCITA
Paolo Arrigoni e Antonella Faggi, senatori della Lega, difendono la misura relativa alla rivalutazioni contenuta nella riforma delle pensioni, ribadendo che non c’è alcun taglio degli assegni. “Non si tratta di taglio, ma di un minor aumento degli importi degli assegni pensionistici parametrato all’inflazione. Somme in più e non in meno”, precisano i due, secondo quanto riportato da resegoneonline.it. C’è però chi esprime preoccupazione per quanto appena approvato dal Governo nel decreto crescita. Emilio Croce, Presidente dell’Enpaf, l’enta nazionale di previdenza e assistenza dei farmacisti, ricorda infatti che la misura di incentivazione degli investimenti delle casse professionali rischia di far loro compiere operazioni “che presentano profili di rischio elevati, e questo anche se con tale scelta venissero meno, come stabilito dal provvedimento governativo, le agevolazioni sui nuovi investimenti qualificati”. Secondo quanto riporta farmacista33.it, dunque, i vertici dell’Enpaf ritengono che l’esecutivo dovrebbe ascoltare le istanze che arrivano dai corpi intermedi.
RIFORMA PENSIONI, I NUMERI SUL RISCATTO AGEVOLATO
Forse non servirà a raggiungere prima Quota 100, ma una norma contenuta nella riforma delle pensioni sembra stia riscuotendo un certo successo. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, infatti, il riscatto agevolato della laurea è già stato richiesto da quasi 3.000 persone. Nello specifico, 2.400 domande arrivano dalla gestione privata, mentre 530 da quella pubblica. I numeri possono sembrare bassi, ma il quotidiano di Confindustria ricorda che normalmente vengono presentate in un anno 12.000 domande di riscatto della laurea e che quelle “low cost” si possono presentare da fine gennaio. Non va poi dimenticato che questa forma agevolata riguarda solo gli iscritti all’Inps e non alle casse previdenziali. Difficile dire se nei prossimi mesi il numero di domande si alzerà. Il Sole 24 Ore ricorda che l’opzione può essere usata anche da chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996. Tuttavia sono gli anni di corso all’università a dover essere stati frequentati dopo tale data. E non è facile immaginare tante persone che abbiano frequentato l’università dopo aver già iniziato a lavorare a tempo pieno.
LA PROTESTA DEI PESCATORI PER LE PENSIONI
In questi giorni non mancano le polemiche sul fatto che all’Inps si stia dando la precedenza alle domande di pensionamento con Quota 100, la novità della riforma delle pensioni, rispetto alle altre forme di ingresso alla quiescenza. Ma l’Istituto nazionale di previdenza sociale è finito al centro delle proteste, almeno nelle Marche, da parte di Impresapesca Coldiretti. Come spiega lanuovariviera.it, infatti, ci sono circa 700 pescatori che rischiano di non vedersi riconosciuti i contributi versati “a causa di un’interpretazione dell’Inps Marche che li vuole inquadrati come operatori della piccola pesca nonostante gli stessi abbiano corrisposto somme come quelli della grande pesca”. Il rischio è che quindi vadano a percepire una pensione minima. L’assessore regionale alla Pesca, Angelo Sciapichetti, ha già incontrato le associazioni di categoria e ha chiesto un tavolo con l’Inps Marche, coinvolgendo anche l’assessore regionale al Lavoro, Loretta Bravi. Vedremo se la situazione potrà essere risolta senza che nascano battaglie legali da parte dei pescatori.
RIFORMA PENSIONI, M5S CONTRO IL PD
Con un post pubblicato sul blog delle stelle, il Movimento 5 Stelle non solo ribadisce la promessa di varare una riforma delle pensioni all’insegna di Quota 41, ma difende anche il blocco parziale delle rivalutazioni, smontando “una delle bufale più odiose che stanno diffondendo in queste settimane opposizioni e giornali riguarda i pensionati, che subirebbero nel 2019 decurtazioni ai loro assegni mensili”. Nel post viene spiegato che la realtà è tutto “il contrario. Questo governo ha fatto per i pensionati più di qualunque altro nel passato. Già nella prima Manovra abbiamo introdotto Quota 100, stanziato i fondi per la Pensione di Cittadinanza e aumentato la rivalutazione degli assegni pensionistici al costo della vita. È su quest’ultimo punto che le bufale insistono”.
LA RIVALUTAZIONE NELLA RIFORMA DELLE PENSIONI
Viene quindi mostrato, attraverso una tabella, come di fatto gli importi delle pensioni siano persino superiori, seppur di qualche centesimo, a come sarebbero stati se fosse stato adottato lo stesso meccanismo di indicizzazione utilizzato da Governi Letta e Renzi. “Le pensioni basse e medie aumentano rispetto allo schema del Pd, al contrario di quanto si vuole far credere in questi giorni. A diminuire sono solo le pensioni oltre 9 volte il trattamento minimo (dai 4.569,28 euro lordi in su), cioè pensioni d’oro alle quali abbiamo chiesto un contributo anche per aumentare quelle più basse. Di questo andiamo profondamente orgogliosi”, si legge ancora nel post, che si conclude con queste parole: “Ci vuole un minimo di onestà intellettuale, basta menzogne sulle pensioni”.