Alessandro Di Battista si schiera al fianco della famiglia di Marco Vannini, il ragazzo di Cerveteri ucciso nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015. L’ex deputato del Movimento 5 Stelle lo ha rivelato in un post su Facebook, spiegando di aver incontrato questa mattina la mamma del ragazzo, dopo averla chiamata due mesi fa. Decise di farlo dopo aver visto la lettura della sentenza di Appello del processo. «Non conoscevo ancora molto bene la questione, tuttavia mi indignò una frase pronunciata dal Presidente della Corte». Il riferimento è alla dichiarazione del giudice, rivolta ai familiari di Marco Vannini che protestavano per la sentenza: «Se volete farvi una passeggiata a Perugia ditelo». Alessandro Di Battista ha ripercorso brevemente le tappe processuali, spiegando che la sentenza di primo grado è stata ribaltata in Appello. «Niente omicidio volontario ma solo omicidio colposo e una condanna per Ciontoli a 5 anni». L’ex deputato M5s ha provato a mettersi nei panni dei genitori di Marco, invitando i suoi seguaci a fare lo stesso. «Immaginate adesso di perdere vostro figlio ventenne per un colpo di arma da fuoco sparato dal papà della sua fidanzata. Immaginate di essere i genitori di un ragazzo che si sarebbe potuto salvare se solo i soccorsi fossero stati chiamati immediatamente».
MARCO VANNINI, DI BATTISTA INCONTRA LA MAMMA
Alessandro Di Battista ha spiegato nel suo post su Facebook di aver parlato con i genitori di Marco Vannini, i quali gli hanno raccontato tutto con dovizia di particolari. «Quel che è accaduto realmente quella notte è ancora un mistero. Perché? Anche questo è un mistero. C’è chi sostiene che Ciontoli, ex-impiegato del RUD (Raggruppamento Unità Difesa dei Servizi Segreti) avesse qualche santo in paradiso. Io non ne ho idea ma i racconti di Marina e Valerio sono davvero sconvolgenti così come le dinamiche di quell’omicidio e dei soccorsi mancati». Per l’ex deputato del Movimento 5 Stelle quel 20enne «è morto ad ogni menzogna pronunciata». E poi c’è quella frase rivolta dal giudice alla famiglia, soprattutto alla mamma che urlava. Di Battista ha spiegato che da parlamentare non si è mai permesso di commentare le sentenze. «Ho sempre creduto fosse sbagliato invadere quel campo». Ma ora non è più deputato. «Spero con tutto il cuore che la Cassazione possa cancellare il processo di Appello perché quel che è avvenuto quella notte è una vergogna inaudita». Visto che Marco avrebbe oggi 24 anni, ritiene che «il modo migliore per fargli gli auguri è non dimenticare, è informarsi, è non mollare, proprio come fanno Marina e Valerio, i suoi genitori, due esempi di cittadini che combattono a testa alta per la verità».