Esce oggi, venerdì 12 aprile, l’atteso, nuovo e rivoluzionario disco di inediti dell’artista Achille Lauro dal titolo “1969” (Sony Music Italy), anticipato dal singolo “C’est la vie”. Achille Lauro, pseudonimo di Lauro De Marinis (Roma 1990), è un artista istrionico, poliedrico, nato dalla musica Rap e Trap, ma nella quale lui stesso si sente stretto. In questo disco lo dimostra a pieno, creando una vera rottura con il passato. Dopo il successo, lo scorso gennaio, del suo libro “Sono io Amleto” (Rizzoli), che ha registrato in poco tempo dalla sua uscita, ben 3 ristampe, Achille Lauro propone un disco in cui si fondono sonorità moderne ed elettroniche, con stili rock e retrò. “1969” racconta, attraverso la visione di Achille Lauro, di quel tempo, di quel modo di vivere, di quella voglia di fare comunque al di là delle conseguenze. Parla di Jimi Hendrix, di Marlyn Monroe, di Jim Morrison, di Federico Fellini, di John Lennon, di Pelè, di Peter Fonda, di Neil Armstrong, di Elvis Presley e dei Beatles, ma in una chiave totalmente diversa, totalmente unica ed originale. Semplice, ma allo stesso tempo articolata.
Il contenuto del testo in secondo piano
Registrato presso i nuovi studi di registrazione RCA della Sony Music, “1969” ha sonorità molto potenti, con suoni molto curati e belli rispetto all’offerta musicale italiana, anche se i testi non sono così tanto articolati e spesso ripetitivi (Lucifero, inferno, angelo, zucchero, etc.) anche se, visto nella sua completezza e totalità, la musica e i testi si fondono perfettamente. La ritmicità della musica e la scansione delle parole che creano il “flow” su di essa, passano in secondo piano l’aspetto “Contenuto del Testo” in sé. Il disco risulta interessante e sicuramente di grande rottura con le sonorità del passato dell’artista. Ad aprire la sequenza delle canzoni, il brano “Rolls-Royce” che ha suscitato molte polemiche nella scorsa edizione del Festival di Sanremo. È lo stesso Achille Lauro a stemperare, in conferenza stampa, la questione, chiarendo una volta per tutte, che la canzone non parla di droga ma di una sua personale visione di quel momento storico, in cui si viveva a pieno la vita e la musica, senza pensare alle conseguenze. Vivere il qui, oggi. Forse, a breve, l’interesse e il chiacchiericcio, si soffermerà sul brano “Zucchero” al quale si daranno, certamente, connotazioni varie e discordanti. Chissà! Forse una scelta che Achille Lauro ha fatto con grande maestria per creare nuovamente “rumors” su di sé. Interessante il brano “Roma” che, a suo modo, sottolinea il forte legame che lega l’artista alla sua città ed al suo dialetto, presente in tutto il disco. Certo non è l’unico che desta interesse, ma questo aspetto lo lasciamo a chi ascolterà il disco. Per noi è un buon disco, almeno dai primi ascolti. Come definirlo? Definire “1969” Pop, Rock o Rap è molto difficile. È un insieme di tutto questo.
Un personaggio dalla creativa vulcanica
Achille Lauro è un artista molto particolare già dal suo aspetto e modo di essere. Innovatore e precursore di nuove tendenze musicali, artistiche ed estetiche. Guardandolo, ci ricorda negli atteggiamenti, nel modo di presentarsi e di vestirsi – scusate l’azzardo – un giovane David Bowie. Certo, non possiamo paragonare Achille Lauro a Bowie sul piano Artistico, ma sicuramente da un lato “vulcanico” della creatività, dello spaziare tra le varie forme d’arte (letteratura, musica, moda, etc.) sicuramente sì. “1969” è un disco che vedrà e troverà sicuramente la sua chiave principale nei live. infatti è già pronto un tour che partirà il prossimo ottobre da Firenze. Achille Lauro è sicuramente uno dei personaggi del momento, una piacevole rivelazione. Uno di quegli artisti che, in ogni momento, riesce a sorprendere cambiando direzione e facendo diventare quella direzione, un nuovo punto interessante in cui esplorare il suo punto di vista. C’è chi considera Achille Lauro un poeta. Forse un azzardo, non saprei. Certo in “1969” le parole non hanno un grande contenuto, un particolare spessore, ma si sposano perfettamente con la musica e risultano comunque, nell’insieme, interessanti. Forse domani, o tra qualche anno, considereremo Achille Lauro un poeta della musica, forse no, ma non importa. Per il momento, godiamoci questo buon disco di musica italiana fatta da un ragazzo che ha molto da dire e che, ogni volta, riesce a sorprendere in modo positivo.
InStore Tour:
Venerdì 12 aprile (ore 17:00) a Milano – Mondadori Megastore (Piazza Duomo, 1)
Sabato 13 aprile (ore 14:30) a Genova – La Feltrinelli (Via Ceccardi, 16)
Sabato 13 aprile (ore 18:00) a Torino – Mondadori Bookstore (Via Monte di Pietà, 2)
Domenica 14 aprile (ore 14:30) a Verona – La Feltrinelli (Via Quattro Spade, 2)
Domenica 14 aprile (ore 18:00) a Stezzano (BG) – Media World, Le Due Torri (Via Guzzanica, 62/64)
Lunedì 15 aprile (ore 15:00) a Firenze – Galleria Del Disco (sottopassaggio Stazione Santa Maria Novella)
Lunedì 15 aprile (ore 18:00) a Lucca – Sky Stone & Songs (Piazza Napoleone, 22)
Martedì 16 aprile (ore 17:00) a Roma – Discoteca Laziale (Via Mamiani, 62)
Mercoledì 17 aprile (ore 16:30) a Bari – La Feltrinelli (Via Melo, 119)
Venerdì 19 aprile (ore 15:00) a Forlì – Mondadori Bookstore c/o CC Mega (Corso della Repubblica, 144)
Venerdì 19 aprile (ore 18:00) a Bologna – Semm Music Store & More (Via Oberdan, 24F)
Sabato 20 aprile (ore 14:30) a Varese – Varese Dischi (Galleria Manzoni, 3)
Sabato 20 aprile (ore 18:00) a Como – F.lli Frigerio Dischi (Via Garibaldi, 38)
Giovedì 2 maggio (ore 15.00) a Napoli – La Feltrinelli Stazione Centrale (Piazza Garibaldi)
Giovedì 2 maggio (ore 18.00) a Salerno – La Feltrinelli (Corso Vittorio Emanuele 230)
Venerdì 3 maggio (ore 16.30) a Foggia – Mondadori Bookstore (Via Guglielmo Oberdan, 9-11)