“Finalmente la verità è uscita fuori. Anche se quella verità noi la sapevamo, perché il corpo di Stefano aveva già parlato”. Così Rita Calore, madre di Stefano Cucchi, ai microfoni di Rai Radio 1. Sono le prime dichiarazioni dopo la confessione di Francesco Tedesco, il vicebrigadiere accusato di omicidio preterintenzionale insieme ai colleghi Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo. Per la sorella Ilaria è una vera e propria vittoria: sudata, certo, ma meglio tardi che mai. Oggi, insieme a lei, Giovanni e Rita Cucchi fanno la loro prima uscita pubblica. Tutti insieme, a Che tempo che fa, a 6 giorni dal processo. “Stefano è stato pestato. È morto per quello, dentro quattro mura dello Stato”, sottolinea Rita, che ancora stenta a crederci. “Adesso aspettiamo giustizia”.
Giovanni e Rita Cucchi, padre e madre di Stefano: solidarietà dai carabinieri
Un altro forte segnale è arrivato dall’Arma dei Carabinieri nella persona di Giovanni Nistri: si costituiranno parte civile, cita la lettera indirizzata a Giovanni e Rita Cucchi. “Ci ha aperto il cuore”, commenta ancora la donna. “È un segnale importante che ci ha fatto un enorme piacere. E non è giusto che per qualcuno che si è comportato male e non è degno di indossare la divisa venga penalizzato tutto il corpo”. Del figlio dice che “era un ragazzo sempre allegro”: “Ogni volta che penso a lui lo ricordo con il sorriso. Ora glielo hanno tolto, per sempre. E per questo una madre non si può dare pace”. Quel che più le fa rabbia è il fatto che sia morto “per 20 grammi di erba”: “No, non è possibile. Stefano aveva sbagliato, avrebbe pagato, ma non con la vita: non si può”.
Giovanni e Rita Cucchi, nei nipoti la forza per andare avanti
“La nostra vita si è fermata lì. Ci hanno distrutti sia psicologicamente sia moralmente. Sopravviviamo per merito dei nostri nipoti, Valerio e Giulia, di 12 e 6 anni”. Giovanni Cucchi si è aggrappato alla famiglia, insieme alla moglie Rita. “Loro sono il nostro futuro. Cerchiamo di farcela per loro. Ma anche per la memoria di nostro figlio e per tutti coloro che, come lui, subiscono ingiustizie. In questi anni ci siamo resi conto che il caso di Stefano è solo la punta di un iceberg“. A Famiglia cristiana descrive il suo stupore: “Ci sono stati, nei confronti di nostro figlio, una sciatteria e un cinismo incredibili. Stefano è entrato all’ospedale Pertini già con una brachicardia che doveva far scattare l’allarme dei medici. Brachicardia che ha avuto origine da percosse che hanno causato anche fratture spinali”.