SCONTRO DURIGON-ROSSI SU RIFORMA DELLE PENSIONI
“Quota 100 non serve a nulla. È solo una finestra di prepensionamento e non porterà ad un aumento dei posti di lavoro”. Questo il giudizio piuttosto duro di Alessio Rossi, Presidente dei giovani di Confindustria, riportato da Adnkronos. Claudio Durigon gli ha replicato indirettamente, dato che, secondo quanto riportato da Askanews, il sottosegretario al Lavoro ha detto che solamente in autunno si riusciranno a vedere gli effetti del ricambio generazionale di Quota 100, che saranno ancora più evidenti l’anno prossimo. I sindacati, intanto, nelle loro audizioni sul Def, hanno lamentato il fatto che i progetti di riforma fiscale, come la flat tax, non guardano alla diminuzione del carico fiscale che grava su lavoratori e pensionati. “Occorrono politiche che rimettono in moto i consumi interni attraverso una riforma fiscale complessiva improntata sul valore della progressività che diminuisca il carico fiscale su salari e pensioni”, ha detto il Segretario generale aggiunto della Uil Pierpaolo Bombardieri secondo quanto riportato da Lapresse.
LA RICHIESTA DEL CODS PER UNA RIFORMA DELLE PENSIONI
Quota 100 ha requisiti inaccessibili, Opzione donna è troppo riduttiva. Il giudizio di Orietta Armiliato su quello che la riforma delle pensioni fa per le italiane è abbastanza sintetico e chiaro. Con un post su Facebook l’amministratrice del Comitato Opzione donna social torna quindi a evidenziare l’importanza del riconoscimento del lavoro di cura svolto dalle donne ai fini previdenziali. “È condivisibile il pensiero di chi denuncia la necessità di andare oltre la conciliazione rispetto al concetto casa/lavoro, ma è altrettanto vero che da qualcosa bisogna pur incominciare; dunque, cosa c’è di meglio di un manifesto e tangibile riconoscimento economico sostanziabile in termini di anni di contribuzione o di abbassamento dell’età in modo che le lavoratrici possano raggiungere più agevolmente la quiescenza?”, scrive Armiliato, sottolineando come un’istanza di questo genere andrebbe a vantaggio di tutta la platea femminile e non solo di una parte di essa. Dunque dovrebbe essere interesse di tutte le italiane la valorizzazione del lavoro di cura.
RIFORMA PENSIONI E QUOTA 100, LA RICHIESTA DI TARICCO
Dopo il varo della riforma delle pensioni con Quota 100 è stata denunciata l’esistenza di una sorta di “corsia preferenziale” nell’esame delle domande presentate all’Inps a favore della nuova misura, situazione che comporterebbe una penalizzazione per gli altri aspiranti pensionandi. Mino Taricco ha presentato un’interrogazione a Di Maio e Tria sul tema insieme ad alcuni colleghi di partito. Il Senatore del Pd, secondo quanto riporta cuneo24.it, ora segnala che “la priorità che emerge dai dati Inps nel rispondere alle richieste di pensione per quota ‘100’, a discapito delle richieste di pensione ‘normale’ costituisce una discriminazione” e “i dati confermano che a seguito della presentazione delle prime domande si sta creando una situazione a dir poco paradossale. La volontà di accelerare la definizione delle pratiche correlate all’erogazione di ‘quota 100’ nella prima finestra utile, ha determinato un serio rallentamento nella definizione di tutte le pratiche ‘altre’ legate a pensioni di vecchiaia, anzianità o reversibilità”. Per questo, secondo Taricco, il Governo dovrebbe rispondere urgentemente alla sua interrogazione.
IL RENDIMENTO DELLE PENSIONI INTEGRATIVE
Nella riforma delle pensioni con Quota 100 non si parla di previdenza complementare, ma intanto emerge che i fondi pensioni negoziali di natura collettiva hanno degli oneri che sono inferiori a quelli di altri strumenti di previdenza integrativa. Come si legge su Il Sole 24 Ore, in particolare, “i Pip (Piani individuali pensionistici) evidenziano oneri mediamente superiori di 4 volte quelli dei fondi negoziali per i comparti garantiti, di oltre 5 per quelli obbligazionari, di 6 volte per i bilanciati e per oltre 7 per quelli azionari”. Il quotidiano di Confindustria cita dati della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, la quale spiega anche gli effetti che questi oneri possono avere sulla futura pensione integrativa: “Un indice sintetico di costo superiore del 2% invece che dell’1% può ridurre il capitale accumulato dopo 35 anni di partecipazione al piano pensionistico di circa il 18%. Chi sceglie un Pip al posto di un fondo di categoria, in sostanza, si condanna a una pensione complementare defalcata dal 20 al 40% circa”.
QUOTA 100, LA POSSIBILE CAUSA PER DOMANDE RESPINTE
In un’intervista a pensionipertutti.it, Roberto Ghiselli affronta il tema delle domande per fruire di Quota 100, la novità principale della riforma delle pensioni, che sono state respinte dall’Inps. Secondo il Segretario confederale della Cgil, “la ragione principale delle reiezioni delle domande è la mancanza del requisito relativo all’interruzione del rapporto lavorativo”. Questo perché “l’Inps ha deciso di liquidare Quota 100 senza accertare l’interruzione del rapporto di lavoro: questo comporterà in certi casi la restituzione della pensione indebitamente percepita, e quindi anche il fatto che molte domande, che ora risultano accolte, verranno poi revocate o liquidate con un’altra decorrenza”. Ghiselli evidenzia che per evitare di incorrere in errori è meglio che il pensionando si faccia assistere da un patronato, di modo che possano essere compiute tutte le verifiche del caso sui requisiti e la documentazione da presentare per la domanda di pensionamento. Dal suo punto di vista non è comunque da escludere che le domande liquidate per Quota 100 saranno più basse del previsto.
IL TESORETTO DALLA RIFORMA DELLE PENSIONI
Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, la riforma delle pensioni con Quota 100 e il Reddito di cittadinanza richiederanno l’uso effettivo di meno risorse rispetto a quelle stanziate e ciò potrebbe portare alla creazione di un “tesoretto” consistente. “Rispetto a uno stanziamento per il 2019 di 5,6 miliardi per il reddito di cittadinanza (Rdc) e di 3,8 per quota 100, per un totale di 9,4 miliardi, potrebbe avanzare un «tesoretto» a nove cifre piuttosto che a sei. Con effetti che si trascinerebbero negli anni successivi, aiutando il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a continua caccia di risorse”, si legge sul quotidiano milanese. I risparmi più consistenti dovrebbero arrivare dal Reddito di cittadinanza, mentre, per quanto riguarda Quota 100, il Corriere scrive: “Sulle nuove pensioni anticipate viene accettato circa l’80% delle domande. Finora siamo quindi intorno a 93 mila su 117 mila presentate. Il grosso dei richiedenti in attesa che si aprissero i cancelli di quota 100, cioè quelli che avevano i requisiti già da anni, ha già presentato domanda mentre nei prossimi mesi arriverà il flusso di coloro che man mano matureranno i 62 anni più 38. Ma, ad oggi, siamo a un terzo delle 290 mila pensioni previste dal governo”.
RIFORMA PENSIONI, LA POLEMICA SU QUOTA 100 E L’INPS
La Repubblica è stato il primo quotidiano a far emergere il problema che si sarebbe creato dopo la riforma delle pensioni con Quota 100 all’interno dell’Inps. Oltre alle denunce dell’Usb, infatti, era stato il quotidiano romano a segnalare che le domande per Quota 100 hanno goduto di una sorta di “corsia preferenziale” per la loro liquidazione a scapito delle altre richieste, anche per via di una politica di incentivazione interna all’Inps. Il Presidente Pasquale Tridico ha smentito, ma Valentina Conte presenta nuovi elementi a sostegno della tesi di Repubblica, scrivendo che “l’Inps ha messo in coda le pratiche ordinarie di pensione – diminuite di un quarto da un anno all’altro – per accelerare su quota 100. E per questo – grazie a uno sforzo titanico dei suoi dipendenti costretti a straordinari anche nei fine settimana – si prefigge ora di assicurare l’assegno così caro alla Lega a 50 mila quotisti entro i primi di maggio. Al punto da autorizzare tre finestre di erogazione nel mese di aprile: 1, 8 e in un’altra data dopo il 20. Un fatto senza precedenti”.
I DATI SULLE DOMANDE DI RIFORMA DELLE PENSIONI
La giornalista parla anche di un documento interno all’Inps e ricorda che, analizzando i dati sulle pensioni liquidate nel primo trimestre dell’anno si vede che “le domande accolte di pensioni anticipate sono calate del 22% (da 59.388 a 46.235). Quelle di vecchiaia del 25,5% (da 40.753 a 30.374). Un quarto in meno, all’incirca. Quando dunque si scorpora quota 100 dal totale, emerge ciò che cittadini e patronati sanno già: quota 100 gode di una corsia preferenziale”.