Un orto al Meeting di Rimini? Chissà. È questa la simpatica provocazione, o forse più, lanciata dall’onorevole Roberto Pella, vicepresidente di Anci, ieri durante la presentazione del Meeting Salute a Roma, nell’elegante cornice di Palazzo Theodoli, in piazza del Parlamento. “Non mi spaventa costruire un piccolo orto, abbiamo già tanto verde nei padiglioni. Anzi grazie per lo spunto”, è la risposta pronta del direttore del Meeting, Emmanuele Forlani.
Presente da tre anni nel palinsesto del maggiore festival culturale internazionale, l’area salute, luogo di confronto e dialogo, sarà ancora più protagonista nell’edizione del quarantennale del Meeting. Così come sempre più centrale, almeno dalle proposte nate a Roma, sarà l’integrazione tra le tre aree e altri settori del Meeting: non solo la salute, ma anche il lavoro, la città, lo sport. «Per noi il tema è cruciale. La salute non è un di più nella vita delle persone, ma è centrale e riguarda tutti, dal più piccolo al più grande, dal più ricco al più povero. Il tema della salute non è un accessorio, anzi fa parte integrante del percorso del Meeting. Il tema della salute, inoltre, ha un legame inscindibile con altri temi affrontati al Meeting, come quelli della città, del lavoro, della formazione professionale, dell’intelligenza artificiale. Ha inevitabilmente dei nessi che ci interesserà approfondire e lo faremo con dei compagni di strada con i quali anche oggi abbiamo potuto dialogare», sottolinea Forlani.
«Compagni di strada nel pensare il Meeting», come li ha definiti il coordinatore dell’area Luigi Cammi, sono Anci con il già citato Roberto Pella e il professor Andrea Lenzi, del think tank Health City. Tutti e due presenti attivamente durante la presentazione romana. «Il 2019 per noi è una scadenza importante. Ci apprestiamo alla 40esima edizione e arrivati a 40 anni si può fare un esame di maturità, si può avere la libertà di mettersi in discussione per immaginare quello che potrà essere il Meeting del futuro», ha esordito Forlani. «Partiamo dalle premesse. Quello che noi proponiamo non è una fiera B2B, non è una fiera specialistica, eppure ha mantenuto 800mila presenze agli eventi in una settimana, è l’evento culturale principale nel nostro Paese e anche in ambito europeo».
L’edizione di quest’anno ruota attorno a un titolo che rappresenta una provocazione, un filo rosso di dibattito lungo tutta la settimana. Tratto da una poesia di Giovanni Paolo II, rimanda al tema dell’identità e dello sguardo e ha a che fare con ciò che sta a cuore a ciascuno, con ciò che ognuno ha come prospettiva. L’identità di ciascuno è determinata da ciò a cui punta guardando l’orizzonte. Mettere a tema ciò, in un momento di confusione a livello sociale e politico, è già di per sé una provocazione. Poterlo fare in un’area specializzata, come quella di Meeting Salute per noi è entusiasmante e affascinante».
Dopo 40 anni il Meeting, quindi, non ha perso il suo smalto, anzi ha acquistato colore, «basti pensare al fatto che oggi come nel 1980, ha ancora senso parlare di amicizia fra i popoli. Quella di 40 anni fa, nella scelta del nome del festival, è stata una sfida azzeccata. Non abbiamo mai avuto la pretesa di avere tra le mani una sfera di cristallo con tutte le risposte, ma la curiosità e desiderio, forti ancora oggi, di approfondire in un dialogo con amici i temi che ci stanno a cuore, tra cui quello della salute».
Il Meeting «è stato sempre luogo del confronto tra popoli e comunità, un grande momento di aggregazione», ha commentato l’onorevole Pella. «Quando c’è confronto si arriva sempre ad ottenere dei grandi risultati. Oggi più che mai è una necessità giocare di squadra, e ognuno nella sua posizione raggiungere il risultato», ha aggiunto.
«Noi sindaci viviamo la quotidianità dei problemi dei nostri concittadini, e quando vengono a parlarci ci interrogano principalmente sui temi del lavoro, della sicurezza e della salute. Ma l’ultimo punto diventa il primo quando si affrontano tematiche che ricadono su qualche proprio familiare. La salute è centrale e strategica anche perché noi sindaci amiamo lavorare per il bene comune, per l’interesse collettivo al di là della nostra appartenenza politica. E quindi dobbiamo ragionare con la mentalità degasperiana e pensare al miglioramento della qualità di vita nei prossimi anni. Per far questo dobbiamo anche lavorare molto sull’abbattimento dei costi che oggi incidono per l’80-85% sui bilanci delle regioni, per il 35-40% sui bilanci nazionali e circa 10-15% sui bilanci delle politiche sociali dei nostri comuni. Ciò significa che se facessimo una forte azione di prevenzione, oggi potremmo abbattere questi costi fissi e nello stesso tempo migliorare la qualità della vita dei nostri cittadini. Ecco perché un Meeting importante come quello di Rimini diventa fondamentale perché è grande platea di persone qualificate, che hanno a cuore il tema della famiglia e quindi sul tema della salute noi dobbiamo fare una forte campagna di sensibilizzazione proprio per agevolare sempre di più i cittadini e soprattutto le nuove generazioni su temi quali la qualità della vita, l’attività fisica, la lotta all’obesità, il diabete urbano, quelle malattie che a differenza di altre malattie possono essere curate attraverso azioni di prevenzione a partire dall’attività sportiva e dalla sana alimentazione». Qui Pella, ricordando un’iniziativa di successo nelle scuole, “Gli orti della salute”, propone di creare anche al Meeting un’esperienza simile.
Lenzi di Health City, da medico, sottolinea l’importanza di portare al Meeting la ricerca e le scoperte scientifiche. «Ritengo che la ricerca scientifica sia uno dei tanti beni comuni a disposizione di noi uomini su questa terra. L’uomo da sempre fa ricerca, cercando di migliorare le sue condizioni di vita: la ricerca scientifica è uno dei tanti strumenti che ha a disposizione. In particolare, la ricerca scientifica in area medica, in area sanitaria, in area biosanitaria e biomedica, è quanto di più importante per la specie umana si possa immaginare. In questa epoca in cui siamo riusciti, grazie a una serie di scoperte clamorose e straordinarie a raddoppiare la speranza di vita e la vita media, noi adesso dobbiamo indirizzare i nostri studi sulla qualità di vita. In questi tempi proprio su questo stiamo lavorando attivamente occupandoci di quelle che si chiamano malattie non trasmissibili. Mi spiego meglio, abbiamo risolto affrontandole tutte le malattie infettive, e ora dobbiamo occuparci di quelle patologie che possono manifestarsi con l’avanzare dell’età».
Da qui l’idea della Health City, una città ideale dove la persone possano nella quotidianità assumere abitudini salutari e preventive, rispetto a possibili malattie. «Oggi si va nelle città per il lavoro, per la qualità abitativa, ma si va in un ambiente patogeno». Il professore cita il diabete urbano e l’obesità, come esempi. Dipendono da stili di vita, «ma non sono vizi». Dipendono da «geni con cui nasciamo» e che possono dare certi sviluppi, oppure no perché, spiega Lenzi, «si vestono durante la nostra vita in funzione del posto in cui viviamo». Per questo la partecipazione al Meeting Salute, «manifestazione transculturale e transdisciplinare» è importante perché «dà la possibilità di parlare con i giovani, che sono il nostro domani».
Insomma la città c’entra con la salute e la salute con la città. Appare sempre più evidente, rileva Cammi, «come evoluzione rispetto allo scorso anno una maggiore interazione tra le diverse aree del Meeting». Gli fa eco il direttore Forlani sottolineando come non ci sia «soluzione di continuità tra i temi delle varie aree. Il filo rosso è la persona, è l’uomo. Stiamo parlando di tanti aspetti collegati inscindibilmente tra di loro». Forlani cita ad esempio il lavoro che si sta facendo sull’area dedicata alla “città”. «Due o tre volte si è parlato dell’indicazione dell’Oms sull’incidenza dell’ampiezza del marciapiedi sulla salute dei cittadini. È uno spunto interessantissimo: lavoriamoci nelle settimane a venire per capire quali possano essere le parti di sperimentazione quest’anno. Vedo come luogo di interazione anche lo sport».
A tirare le conclusioni è il coordinatore Cammi, che introduce alle novità in serbo per il 2019. «Le novità sono tantissime. Avremo sicuramente un’area di screening e di consulto medico molto più ampia rispetto a quella che già c’era lo scorso anno perché ci siamo accorti che ai cittadini interessa molto poter dialogare e parlare con opinion leader e con professori di caratura internazionale. Quest’anno il titolo è particolarmente interessante per noi. La salute è importante all’interno di una relazione personale e le testimonianze che escono fuori rispetto alla salute sono veramente incredibili. Quest’anno punteremo tantissimo ad avere più associazioni di pazienti e più medici che possano portare la loro testimonianza di vita quotidiana. Abbiamo relatori di grandissimo spessore sia nazionale che internazionale. Per la prima volta amplieremo i panel anche a persone in ambito della salute e dell’organizzazione della salute e della sanità a livello internazionale, non soltanto europeo ma anche statunitense e canadese. Tantissimi gli appuntamenti, tra cui i due più importanti all’interno dell’auditorium e della sala Neri, che sono le sale principali, e i circa 21 appuntamenti dentro l’arena del Meeting Salute». Tre le mostre proposte nell’area: una sarà dedicata al medico giapponese Takashi Nagai, una all’Ospedale degli Innocenti di Firenze e una all’Istituto Oncologico Romagnolo.