Nel Medio Evo, quando si costruivano cattedrali come quella di Notre Dame, si trattava di un lavoro collettivo che impegnava tutta la comunità, un evento fuori della norma per lo sforzo economico, le dimensioni, le tecnologie necessarie. Ma nessuno, a seconda delle sue capacità, si tirava fuori da queste imprese che avevano come intento di realizzare il simbolo delle comunità stesse, la loro fede, il loro omaggio. Ci volevano tante e diverse figure professionali, specializzate in compiti diversi, spesso arrivavano anche da città lontane. Sono rimasti nella storia ad esempio i maestri comencini della Lombardia, specializzati nel romanico italiano, o i Cosmati, artisti romani del marmo, specializzati nel rifacimento dei pavimenti e degli arredi liturgici tra il XII e il XIII secolo. Ma soprattutto muratori, manovali, scalpellini, carpentieri, scultori, vetrai. Oggi queste categorie professionali non esistono quasi più. Siamo bravissimi a inventare nuove tecnologie, nuovi smartphone, nuovi televisori a 3D, ma non a lavorare con le semplici mani.
UNA RICOSTRUZIONE DIFFICILE
E’ quello che denuncia Francis Maude, direttore del Donald Insall Associates, ente specializzato nella storia e nello studio degli antichi edifici del passato. Commentando la frase del presidente francese Macron, che Notre dame sarà ricostruita in cinque anni, dice che prevede sia molto difficile. Questo perché manca una forza specializzata del lavoro per compiere il lavoro richiesto: “Ci vuole un project manager esperto nell’identificare i materiali necessari che rischiano di non avere una larga diffusione oggigiorno, lo stesso vale per la forza lavoro specializzata necessaria per le sculture in pietra, per il piombo per il tetto, per le riparazioni alle vetrate e per le decorazioni interne”. In sostanza, manca quel popolo che sapeva rendere inestimabile la bellezza di una cattedrale medioevale. Il governo francese ha intanto annunciato un concorso internazionale per progettare la nuova guglia andata distrutta nell’incendio. Ci sono architetti che hanno già espresso il parere che la ricostruzione non debba seguire il profilo originale della cattedrale, sostenendo che ogni restauro deve essere legato all’epoca in cui viene compiuto.