UPB STIMA GLI EFFETTI DI RIFORMA PENSIONI QUOTA 100
L’Ufficio parlamentare di bilancio ha messo a punto un rapporto sulla programmazione di bilancio nel quale parla anche delle misure di riforma pensioni. Come spiega Adnkronos, infatti, nel documento si evidenzia che Quota 100 e il blocco fino al 2026 dell’adeguamento dei requisiti pensionistici faranno aumentare la spesa pensionistica “fino al 2040, con un picco di oltre 0,7 punti percentuali del Pil nel 2022”. Questo nonostante le misure di contenimento della spesa, come il blocco parziale delle indicizzazioni sugli assegni sopra i 1.200 euro che viene contestato dai sindacati. Dopo il 2040 l’Upb prevede “una lieve ma prolungata riduzione” della spesa pensionistica (in media circa un decimo di punto di Pil) “negli anni successivi fino al 2070, ultimo anno dell’orizzonte previsivo”. Alla base di questo calo principalmente “l’effetto di contenimento degli assegni pensionistici connesso con il raffreddamento della loro indicizzazione e con minori anzianità contributive”. Secondo l’Upb, il debito pubblico nel 2022 supererà il 135% del Pil.
RIFORMA PENSIONI, AGGIORNAMENTO SUL CASO EX-IPOST
Orietta Armiliato ha fornito alcuni aggiornamenti riguardo alla vicenda delle lavoratrici ex-ipost che si trovano di fronte a ritardi nella liquidazione e/o elaborazione delle richieste inviate per accedere a Opzione Donna. In un post sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social leggiamo quindi che pare che questi ritardi non siano determinati da “Prima Quota 100”, ovvero da quella sorta di “corsia preferenziale” che sembra sia stata data dall’Inps alla lavorazione delle domande per Quota 100 a seguito della riforma pensioni, ma “alla mancanza di adeguati programmi informatici che non ne consentono l’immediata gestione”. Il che pare strano perché, ricorda Armiliato, ci sono già state liquidazioni di pensioni con Opzione donna per le lavoratrici ex-ipost in passato, sempre presso l’Inps. Dunque o il programma informatico è stato “cancellato” oppure c’è qualche altro problema che esula da vicende tecniche e informatiche. Armiliato promette che continuerà a raccogliere informazione per fare chiarezza su questa vicenda.
RIFORMA PENSIONI, GLI EFFETTI SUI CONTI PUBBLICI
Continua a far discutere l’allarme lanciato da Moody’s sull’invecchiamento della popolazione in Italia. Fatto che, complici anche le misure di riforma pensioni approvate, come Quota 100, avrà un impatto negativo sui conti pubblici. Secondo l’agenzia di rating, le misure previdenziali approvate dal Governo faranno aumentare “la pressione sui conti pubblici di un Paese già altamente indebitato”. Questo del resto, aggiunge Moody’s, “è stato uno dei fattori che hanno contribuito alla nostra decisione di tagliare il rating dell’Italia a Baa3 nell’ottobre 2018”. Formiche.net ricorda che che secondo l’agenzia di rating, l’invecchiamento della popolazione metterà in crisi il settore della ristorazione, ma la Federazione italiana pubblici esercizi ha ricordato che “le imprese della ristorazione, se coinvolte, lo saranno solo in minima parte perché l’analisi di Moody’s non tiene conto del significativo cambiamento degli stili di vita nel nostro Paese, con un numero crescente di italiani che sceglie di consumare pasti fuori casa”.
RICORSI PRONTO PER PENSIONI DI CITTADINANZA
Oltre a Quota 100, tra le misure di riforma pensioni di quest’anno si può annoverare anche la pensione di cittadinanza, di fatto però facente parte di un altro provvedimento: quello del reddito di cittadinanza. Com’era già emerso all’inizio dell’anno, quanto il decreto in materia era ancora all’esame del Parlamento, le persone disabili non sembrano contente del provvedimento. Il sito del Corriere della Sera riporta in questo senso le parole di Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap, secondo cui ci sono delle lacune nella misura che sono state già evidenziate alle istituzioni, senza però ottenere un miglioramento della stessa. Enil Italia, la componente nazionale dell’European network on independent living, sembra ancora pronta a impugnare la norma, che ritiene “discriminante e incostituzionale, per rilevarne in sede giudiziale l’illegittimità e imporre al Governo il risarcimento dei danni” causati. L’associazione invita pertanto le famiglie con disabili che verranno penalizzate da reddito e pensione di cittadinanza a contattarla.
RIFORMA PENSIONI, SINDACATI PRONTI ALLA PROTESTA
Dopo un comizio a Perugia, nel quale ha citato anche la riforma pensioni varata da Elsa Fornero, Matteo Salvini ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero, nella quale ha detto: “Tanta gente oggi ci ringraziava dicendo che stiamo facendo quello che una volta faceva la sinistra: pensioni, lavoro, pace fiscale, assunzione di poliziotti, pompieri, carabinieri. E i problemi di ordine pubblico che sono in periferia, non in centro dove vivono quelli con la villa da otto telecamere”. Chi non sembra contento dell’operato dell’esecutivo sono i sindacati dei pensionati. Baldo Ilari, Segretario della Fnp-Cisl di Parma e Piacenza lamenta in particolare i tagli alle indicizzazioni che colpiscono anche quanto percepiscono un assegno mensile da 1.200 euro.
I SINDACATI VOGLIONO RIDISCUTERE LA RIFORMA PENSIONI
“La Fnp Cisl, nei mesi scorsi, ha chiesto al Governo di non procedere alla restituzione delle somme e di ridiscutere il taglio della rivalutazione”, spiega il sindacalista, secondo cui “i nuovi sacrifici vanno chiesti a chi si è arricchito in questi anni e a chi percepisce stipendi d’oro. I nostri obiettivi non hanno nulla di politico, ma sono quelli del mondo che rappresentiamo”. Ilari ha anche aggiungo che “in assenza di un riscontro da parte del Governo e per la poca attenzione nei loro confronti, i pensionati scenderanno in piazza a Roma il 1 giugno per la manifestazione nazionale, dopo essersi riuniti nell’assemblea di tutto il Nord Italia, fissata a Padova il prossimo 9 maggio”. Dopo le feste e i lunghi ponti, quindi, sembra che l’esecutivo dovrà affrontare la protesta dei pensionati.