La Resurrezione è un qualcosa che sopraffà l’immaginazione. È un dato che tocca sul vivo gli artisti che per forza di cosa hanno dovuto fare i conti con una dose inevitabile di arbitrarietà quando sono stati chiamati a rappresentarla. Per questo a volte la realtà della Resurrezione è resa più da dettagli indiretti che dai tentativi di essere letterali. È quello che accade in un meraviglioso affresco che Beato Angelico ha dipinto nell’ottava cella del corridoio di sinistra del convento domenicano di San Marco a Firenze, dove lui stesso aveva vissuto, per un lungo tratto della sua vita.
Il soggetto in realtà è quello delle Marie al sepolcro, così come dal Vangelo di Marco e da Luca. Ci sono dunque “Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Salome” (Mc 16,1) e Giovanna (Lc 24,10). Sull’angolo della tomba sta seduto un angelo che a gesti, come per un alfabeto muto, spiega loro l’accaduto. In tutto sono dunque quattro donne. Tre se ne stanno in disparte, con i loro vasi di unguenti portati per ungere il corpo del Signore. Una sola si è staccata e si avventurata sin sul bordo del sepolcro. È Maria di Magdala. Ed è proprio questo il dettaglio che restituisce l’accaduto. Maria Maddalena si è avvicinata con minor timore, viene da pensare, in virtù di una sperimentata dimestichezza con il Signore. Si è avvicinata al Sepolcro per guardarvi dentro.
È un’immagine stupenda: Maria con una mano s’appoggia al bordo della tomba e con l’altra si protegge il viso in un gesto istintivo per proteggersi non tanto dalla luce, che semmai è alle sue spalle, dove Gesù risorto appare dentro una mandorla sfolgorante, ma per proteggersi da quell’inaudito che il sepolcro vuoto le ha fatto presagire. Maria si sente sopraffatta da un “troppo” che ha superato ogni immaginazione e desiderio.
Davanti a sé ha solo un indizio: ma quello basta a farle capire che la promessa del Signore era una promessa vera, reale e non una semplice consolazione per quelli che gli volevano bene e che dovevano fare i conti con la resistenza per la sua comparsa. Maria è sopraffatta da quello che ha intuito, ha anche chiuso gli occhi e la mano con cui cerca un appoggio può essere vista quasi come un aiuto a non cadere.
Ma c’è un altro aspetto che colpisce in questo meraviglioso dettaglio. L’Angelico coglie proprio l’istante della scoperta da parte di Maria di Magdala, ma lascia un passo indietro le altre, ancora inconsapevoli dell’accaduto. Maria tiene quest’istante tutto per sé, non accenna ancora a comunicare alle altre quello che ha scoperto. È probabilmente solo un istante, ma un istante in cui lei sta sperimentando la profondità del rapporto personale con il Signore. Sta sperimentando la presenza del Signore nelle fibre più intime del suo cuore. Quale indizio più credibile e vero di questo dell’avvenuta Resurrezione?