Francesco Alberoni in questi giorni è tornato d’attualità dopo la scelta di accettare la proposta di Giorgia Meloni e Ignazio La Russa verso le prossime Elezioni: è candidato alle Europee nelle file di Fratelli d’Italia pur avendo avuto un passato di forte amicizia con la Lega di Umberto Bossi e non disdegnando le politiche e l’influenza di Salvini nell’arco parlamentare italiano. Il sociologo e professore tra i più esperti e influenti del panorama nazionale ha provato a spiegare la scelta della sua candidatura “in extremis” alle simpatiche “canaglie” Geppi Cucciari e Giorgio Lauro di “Un Giorno da Pecora” su Radio 1: «Mi candido alle europee con Fratelli d’Italia, me lo hanno chiesto una settimana fa La Russa e Meloni, io non ci avevo nemmeno pensato. Ho accettato subito perché sono contrario alla prosecuzione di questo governo gialloverde, che è un ‘bisticcio tra innamorati’: Di Maio, Salvini e Casaleggio», spiega Alberoni che volutamente lascia fuori dalla “contestazione” il Premier Conte, «non c’entra niente, proprio niente. Fa il premier, ma comandano gli altri, in particolare Casaleggio, che comanda su Di Maio e compagni». Secondo il sociologo candidato con FdI, tra i due vicepremier non c’è nessuna “passione spontanea”, bensì un semplice e calcolato “matrimonio di interesse”.
ALBERINO A 360 GRADI: SALVINI, L’EROTISMO E I MIGRANTI
Ma quindi perché candidarsi? Per Alberoni la risposta è semplice, «Voglio dare una mano ad un partito ancora piccolo, con una leader giovane, che ha nel destino il divenire di c.destra e magari un alleato di Salvini e della Lega». Lo stesso sociologo spiega a Cucciari & Lauro di esser stato sempre molto vicino alla Lega, «ero amico di Bossi e lo sono di Salvini. Perché non sono con loro? Intanto non me lo hanno chiesto. Ma se mai fossi andato, gli avrei detto di smetterla coi Cinquestelle». Scendendo nelle pieghe dei contenuti politici della sua candidatura, Alberoni spiega che sui migranti Salvini finora ha fatto bene ma «se dovesse esserci un problema in Libia, di guerra e di fuga, prenderei le decisioni adeguate. Porti chiusi o aperti? In qualche modo i profughi vanno salvati». Da Lorenzo il Magnifico a Mussolini, Alberoni non cade nella “trappola” dei conduttori sul parlarne “bene” in qualche modo «ha fatto cose buone? E’ da condannare. Ha fatto degli sbagli talmente grossi che è meglio non parlarne». Le ultime chicche “sparate” da Alberoni vanno dall’erotismo fino alla scrittura: «E’ una menzogna dire che la vita sessuale termina ad una certa età, perché può andare avanti tutta la vita. L’erotismo, poi non si spegne mai, specie nella donna. Nell’uomo si spengono l’erezione e l’eiaculazione, ma l’erotismo no». In merito alle accuse di scrivere in maniera “banale” – tanto che Dagospia spesso lo chiama Banal Grande – Alberoni si difende simpaticamente, «Scrivere in modo semplice è molto difficile. Scrivere in modo difficile è disordinato e basta».