Clima rovente in Venezuela, con lo scenario internazionale che presenta una netta spaccatura tra Juan Guaidò e Nicolas Maduro. Gli Stati Uniti d’America sono al fianco dell’opposizione ed hanno aumentato negli ultimi tempi la pressione anti Maduro, mentre Russia e Cina continuano a sostenere il presidente. Divisione anche in Italia, dove la Lega promuove Guaidò e il M5s, in passato a sostegno di Maduro, non prende una posizione precisa. Come riporta Sputnik News, il segretario di stato americano Mike Pompeo ha commentato: «Penso che nessuno dovrebbe avere dubbi che se il presidente prenderà questa decisione, se opterà per una soluzione militare, l’esercito statunitense riuscirà a portarla a termine in modo da ottenere il risultato desiderato dal presidente». Le unità missilistiche di contraerea russe a disposizione dall’esercito venezuelano non sarebbero in grado di fermare gli Usa in caso di iniziativa militare contro Maduro, ha aggiunto Pompeo. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MORTO UN 24ENNE AD ARAGUA
Venezuela, continua il confronto a distanza a suon di annunci e attacchi tra Juan Guaidò e Nicolas Maduro: nelle scorse ore sono dilagate le proteste e gli scontri e c’è purtroppo da registrare il decesso di una persona. Come riporta la stampa locale, un 24enne è morto nel corso delle proteste scoppiate nello stato di Aragua nel pieno del tentativo di rovesciare il governo da parte dell’antagonista. Il bilancio dei feriti è fermo a 95, ci cui 69 a Chacao e 26 ad Aragua: il giovane morto è Samuel Enrique Mendez e sui social network sta circolando un video in cui si può vedere un gruppo di manifestanti che marciano per le strade con il corpo del 24enne cantando l’inno nazionale. Attesi aggiornamenti nel corso delle prossime ore, con le proteste che potrebbero dilagare in tutto il Paese: secondo l’Ong per i diritti umani Foro Penal, sono 119 gli arrestati, tra cui 11 adolescenti. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GUAIDO’: “MADURO PRONTO A FUGA”
Maduro sarebbe stato pronto a scappare qualora la rivolta di piazza non fosse stata repressa con morti e scontri dei militari ancora fedeli al Presidente del Venezuela: lo ha rivelato il leader dell’opposizione Juan Guaidó in un nuovo messaggio video di quasi tre minuti rilanciato su YouTube. L’invito rivolto al suo popolo è quello di scendere ancora in piazza per non dare tregua al tiranno di Caracas dopo l’orrore delle immagini viste ieri, con la folla investita dai carroarmati che richiamava tempi e guerre lontane. «Sapevamo che l’inizio non sarebbe stato facile entrare in azione, ma abbiamo dimostrato che ci sono soldati disposti a difendere la Costituzione»; secondo l’autoproclamato presidente, «Maduro voleva scappare. L’usurpatore aveva tutto pronto per andarsene, e che sono state forze straniere che lo hanno obbligato a restare. Oggi non ha fatto altro che nascondersi: torneremo di nuovo in forma sostenuta nelle strade fino a mettere fine all’usurpazione» ha rilanciato ancora Guaidó mentre il suo acerrimo nemico di appresta a dire che il golpe sia stato del tutto evitato e fatto fallire. Questa notte Maduro ha annunciato: «Voglio felicitare voi Forze armate per l’atteggiamento fermo, leale, valoroso e di enorme saggezza con cui avete condotto la soluzione e la sconfitta del piccolo gruppo che pretendeva di riempire il Paese di violenza con una scaramuccia golpista». La guerra è servita.. (agg. di Niccolò Magnani)
DECINE DI FERITI A CARACAS
Clima di altissima tensione in Venezuela, con l’offensiva finale di Juan Guaidó contro Nicolas Maduro che ha causato scontri in tutto il Paese. E si contano i feriti dopo una giornata di violenze: secondo quanto riportano alcune fonti locali, sarebbero almeno 35 le persone che hanno riportato lesioni, mentre secondo altri siti il bilancio salirebbe almeno a 50. Ma non solo: secondo quanto riporta Tg Com 24, l’emittente radiofonica Radio Caracas Radio è stata chiusa dalla Commissione nazionale delle Telecomunicazioni. Il motivo? La diffusione degli appelli di sostegno al sollevamento militare da parte del leader dell’opposizione. Negli scorsi minuti il ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero Milanesi ha sottolineato: «Stiamo seguendo con la massima attenzione e in stretto contatto con l’ambasciata a Caracas, che continua ad essere operativa, l’evoluzione degli eventi in Venezuela. Condividiamo le giuste aspirazioni del popolo venezuelano alla democrazia, siamo contro le dittature e reiteriamo la richiesta di nuove elezioni presidenziali, pianamente libere e legittimate dalla comunità internazionale». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GOVERNO, “GOLPE FALLITO”
Nicolas Maduro è intenzionato a vendere cara la pelle e dopo l’annuncio video di Juan Guaidó, il leader dell’opposizione che circondato da un gruppo di soldati ha esortato i militari fedeli al governo e la popolazione civile a scendere in strada per chiedere la “cessazione definitiva dell’usurpazione”, ecco la reazione del presidente del Venezuela. Maduro ha dato ordine di schierare nelle strade i mezzi blindati che hanno cercato di disperdere i contestatori a forza di idranti. Come riportato da La Repubblica, in serata il ministro della Difesa, Vladimir Padrino Lopez, ha ridimensionato il tentativo di golpe di cui avevano parlato in primis Maduro e il suo ministro dell’Informazione, sottolineando che solo alcune unità delle Forze armate si erano unite ai golpisti, e che il tentativo è fallito. (agg. di Dario D’Angelo)
GUAIDO’ SFERRA OFFENSIVA FINALE CONTRO MADURO
In Venezuela sembra aver avuto una vertiginosa accelerata l’offensiva lanciata da Juan Guaidó contro Nicolas Maduro: il leader dell’opposizione che si è autoproclamato presidente dell’Assemblea ha infatti annunciato in un video che, dopo mesi di trattative, anche le forze militari sarebbero dalla sua parte, avendo dunque abbandonato il successore di Hugo Chavez. Apparso assieme a Leopoldo Lopez, altro esponente di punta dell’opposizione che era agli arresti domiciliari, Guaidó si è fatto riprendere mentre era simbolicamente circondato da alcuni uomini dell’esercito “agli ordini della Costituzione”, mostrando come parte di questo sia oramai dalla sua parte ed esortando invece i militari che sono ancora fedeli al presidente in carica a scendere in strada per porre fine a quella che lui definisce una “usurpazione”. Quella che il numero uno dell’assemblea chiama Operazione Libertà potrebbe essere il primo passo di un tentativo di saldare quella parte del popolo che da tempo segue Guaidó e i vertici delle forze armate al fine di “recuperare la sovranità nazionale”.
LA REPLICA DI MADURO, “UN GOLPE”
Tuttavia, a stretto giro di posta è arrivata la replica di Maduro che, di fronte all’appello di Guaidó rivolto attraverso i social network ha parlato senza mezze misure di golpe, facendo sapere di essere impegnato a fare tutto il possibile per sventarlo dato che si tratterebbe, secondo quanto scritto da Jorge Rodriguez (Ministro dell’Informazione), di un “ridotto gruppo di militari traditori che hanno occupato il Distributore Altamira” e che farebbero capo alle forze di ultadestra che da mesi cercano, con l’appoggio di alcuni partner occidentali, di rovesciare il governo in carica. In attesa di capire se e come la situazione possa degenerare, e con lo spettro incombente di una drammatica guerra civile, intanto le cancellerie internazionali prendono posizione auspicando che non si versi sangue e, come fatto sapere da Madrid ma anche dal presidente della Bolivia, Evo Morales, non verrà appoggiato alcun colpo di Stato in Venezuela.