Justin Gimelstob è entrato nella storia del tennis per due volte, ma sempre dalla parte sbagliata. La prima nel 2000, anche se lo avrebbe scoperto parecchio tempo dopo: perdendo al primo turno di Miami, che all’epoca si chiamava Ericsson Open, è diventato il primo giocatore battuto da un certo Roger Federer nel circuito professionistico. La seconda è avvenuta la notte di Halloween del 2018, e ha portato alla notizia odierna: Gimelstob ha deciso di lasciare il Consiglio d’Amministrazione ATP del quale faceva parte come uno dei rappresentanti dei giocatori. “Mi si spezza il cuore ma, visto il clima, non merito di occupare questa posizione così importante e che amo” ha scritto lo statunitense sul profilo Facebook. “Il mio comportamento ha danneggiato il mio sport e chi mi ha dato mandato di rappresentarli”. La vicenda riguarda l’aggressione a Randall Kaplan, uomo d’affari ed ex amico di Gimelstob: forse provocato da qualche commento sulla recente scomparsa del padre, l’ex tennista ha aggredito Kaplan di fronte alla di lui moglie, che avrebbe anche avuto un aborto spontaneo per lo choc. Pochi giorni fa Gimelstob ha patteggiato per tre anni di carcere con sospensione della pena, 60 giorni di servizi sociali e un anno di terapia per gestire la rabbia. Tuttavia, potrebbe rischiare di finire a processo per una condanna più severa: il giudice lo ha ammonito intimandogli di non dichiararsi innocente di fronte alla stampa, lui nel messaggio che abbiamo riportato ha già aggiunto di “contestare la versione dei fatti che è stata data”.
GIMELSTOB LASCIA IL BOARD ATP
Per quanto riguarda il ruolo di Justin Gimelstob nel board ATP, ci sono già sei candidati per sostituirlo; uno di questi è Daniel Vallverdu, che è coach di Grigor Dimitrov e ha lavorato in passato anche con Andy Murray. Nonostante anche Novak Djokovic (presidente del consiglio) fosse dalla sua parte, l’ex tennista ha dovuto alzare bandiera bianca; si dice inoltre che fosse stato lui a capeggiare la “fronda” per allontanare l’attuale presidente Chris Kermode, spinto dal desiderio di prenderne il posto. Al netto della fantapolitica nel mondo del tennis, la vicenda resta grave per ovvie ragioni. Del Gimelstob tennista possiamo raccontare poco: non si è mai spinto oltre il 63esimo posto nel ranking Atp, ha zero titoli nel singolare (e una finale persa) mentre è stato buon doppista con 13 trofei e una semifinale agli Australian Open, ma soprattutto due Slam nel doppio misto, entrambi nel 1998 e in coppia con Venus Williams. A dirla tutta, se si eccettuano queste vittorie, il suo nome è forse maggiormente noto per essere stato l’allenatore di John Isner per due anni, contribuendo alla crescita del gigante americano con il quale è tornato a lavorare nel 2018. Adesso però il futuro di Gimelstob è un punto di domanda: per come si è messa, una nuova sentenza per l’aggressione a Kaplan potrebbe anche riguardare quel carcere che pochi giorni fa gli è stato sospeso dal giudice.