Mauro Coruzzi risponde alle domande al buio di Vieni da me nei panni di Platinette. Sempre schietto e sincero, ai microfoni di Caterina Balivo, Platinette si racconta senza filtri. Si parte dalle persone che, in questi anni, avrebbero dovuto porgere a Mauro/Platinette delle scuse: “Mi aspetterei delle scuse da Adinolfi, un politico che è grasso come me e che parla spesso delle persone come me. Dovrebbe delle scuse, però, non a me, ma alle persone che non hanno la mia ribalta”, spiega Platinette. C’è anche il capitolo dedicato all’amore con Coruzzi che si limita a sveare che “c’è stato un addio che non ho mai dimenticato e risale al periodo della maturità”. Una delle persone più importanti della sua vita è stata sicuramente la madre: “Mamma mi ha trasmesso l’allegria nonostante i guai dell’esistenza“. Da diversi anni, in Mauro coruzzi c’è anche Patinette. Di entrambi, però, c’è qualcosa che non sopporta: “Di Mauro non sopporto la presunzione mentre di Platinette non sopporto la presenza. Sta sempre in televisione, potrebbe stare un po’ a casa”.
Platinette replica alle accuse dei rider
Dal salotto di Vieni da me, Platinette replica alle accuse dei rider che hanno pubblicato la lista nera dei vip che non lasciano la mancia. Tra i tanti personaggi famosi finiti nella black list c’è anche Platinette: “Questa vicenda, purtroppo, ha avuto una ribalta brutta perchè la frase minatoria con cui i rider hanno chiuso il post su Facebook non mi piace” – spiega Platinette che poi aggiunge – “E’ vero che in America la mancia è già nel conto per prassi, ma nella mia testa, la mancia è quella che si dà a chi fa bene il proprio lavoro. Io ordino sempre cibo dalle app e non posso avere sempre uno o due euro da parte soprattutto perchè oggi, si paga sempre con le carte. Poi spiegatemi perchè le ragazze sono sempre puntualissime e gentilissime e i ragazzi no. Il tragitto dei rider si può seguire attraverso le app e i ragazzi, al contrario delle ragazze, dopo essere partiti, si fermano in piazza e poi ripartono andando dall’atra parte della città. Poi una volta, uno mi ha detto: voi guadagnate tanti soldi, potreste dare qualcosa a noi, ma non sanno quanto spendo“, conclude.