Borghetto di Valeggio (di cui il primo è una delle sue frazioni) sul Mincio, in Veneto, è uno dei Comuni italiani più belli che sorgono sull’acqua. In provincia di Verona, nei pressi del fiume che è l’unico emissario del Lago di Garda che si trova a nord rispetto a questo luogo incantevole, sorge infatti la località di Borghetto, un villaggio della Bassa Veronese fatto di tanti mulini e le cui casette tipiche e le tante cascate che l’architettura liquida delle acque crea ne fanno non solo una sorta di unicum lungo la penisola italiana ma anche uno dei borghi riconosciuti tra i più belli nel nostro Paese. Come detto, Borghetto è una frazione di Valeggio sul Mincio e, sia grazie al recupero di casette e mulini avvenuto in età moderna, sia per via dello scenario in cui sorge e che ancora mostra i segni risalenti alla sua fondazione, durante la dominazione longobarda, offre soprattutto al tramonto uno scenario da favola. Andiamo alla scoperta di questo villaggio attraversandone simbolicamente uno dei suoi ponti levatoi.
LA STORIA DEL BORGHETTO, DAI VISCONTI AD OGGI
Come detto, il villaggio di Borghetto nasce proprio dove il fiume Mincio si biforca ed è per questo motivo che in età medievale questa frazione era utilizzata come una importante stazione di pedaggio: la sua peculiarità è che le casette del centro abitato e le fortificazioni che hanno resistito all’azione corrosiva del tempo sembrano formare un singolare tutt’uno col fiume stesso, che si insinua e vi scorre in mezzo, tanto che si potrebbe romanticamente pensare che sorgano proprio dalle acque. Le origini di Borghetto vanno fatte risalire al periodo longobardo in cui si riteneva questa zona un importante avamposto strategico del territorio mediante il controllo dei flussi fluviali sul Mincio stesso. A dominare lo scenario sono ovviamente il Ponte Visconteo, vale a dire un suggestivo ponte-diga fatto costruire nel 1393 dall’allora duca di Milano, Gian Galeazzo Visconti, e che oggi è conosciuto anche come il “pontelongo”, e poi anche il bel castello scaligero che, edificato nello stesso periodo, racconta di quel vivace periodo in cui Valeggio fu trasformato in un avamposto fortificato difeso da una cerchia poligonale di mura e circondato da una fossa d’acqua.
IL TORTELLINO E LA “FESTA DEL NODO D’AMORE”
E oggi invece cos’è il Borghetto di Valeggio sul Mincio? Innanzitutto c’è da dire che, nonostante la sua riqualificazione che ne ha fatto uno dei Borghi più belli d’Italia pur rispettandone le tradizioni e gli stili locali, in alcuni angoli sembra davvero di passeggiare in un’altra epoca dato che addirittura alcuni dei mulini hanno le ruote che girano ancora mentre altri sono stati conservati così bene che oggi, pur perduta la loro funzione originaria, fungono da strutture ricettive oppure ospitano alcune delle attività artigianali che ancora sopravvivono qui. Infatti, una volta lasciata la vettura nel grande parcheggio fuori da Borghetto, ci si può avventurare a piedi attraversando e riattraversando più volte il fiume. Oltre al succitato ponte-fortezza che merita una foto soprattutto quando il giorno comincia a scolorarsi nella sera e al Castello Scaligero, va ricordato che qui va in scena la cosiddetta “Festa del Nodo d’Amore”: infatti, il terzo martedì di giugno i protagonisti diventano i celebri tortellini di Valeggio che vengono serviti su una tavolata da record per migliaia di commensali e che viene allestita proprio sul ponte visconteo. Il “nodo d’amore” invece è una allusione alla malinconica leggenda del legame che unì il capitano Malco e la ninfa Silvia che annodarono proprio un fazzoletto (proprio come il tortellino ripieno che oggi li ricorda), simbolo del loro sentimento, prima di scomparire entrambi nelle acque del Mincio. Infine, meritano comunque una menzione i dintorni di Borghetto, tra la valle del fiume, i paesaggi rurali della Bassa Veronese e senza dimenticare che, nei paraggi, meritevoli di una visita non c’è solo il capoluogo scaligero ma, appena entrati in Lombardia, pure Mantova.