Il caso di Manduria con la morte di Antonio Stano ancora al centro della nuova puntata di oggi di Storie Italiane. Le novità sulle aggressioni al pensionato 66enne da parte di una baby gang sono essenzialmente due. Gli inquirenti, infatti, stanno puntando la loro attenzione sulla presunta presenza di un uomo sulla quarantina. Non solo: ci sarebbero anche due ragazzine coinvolte in qualche modo nelle aggressioni. Queste novità, come spiegato dall’inviato da Manduria, sarebbero giunte da fonti indirette poichè sulla vicenda, da parte degli inquirenti c’è il massimo riserbo. In merito all’identikit dell’uomo sul quale sarebbe scattata la caccia, si parla di un soggetto tra i 30 ed i 40 anni, che avrebbe partecipato alle aggressioni subite nel mese di marzo in casa; l’uomo avrebbe avuto auto Fiat bianca ed avrebbe partecipato con i ragazzi alle aggressioni. Sarebbe alto 180, capelli scuri, ma le indicazioni sono poche. Intanto sono stati sequestrati e verificati i cellulari dei ragazzi coinvolti, all’interno dei quali sono state trovate tantissime chat, almeno 4 in cui si parla della vicenda. Ci sarebbero altri nomi e persone su cui si sta indagando, qualcuno sapeva e aveva partecipato ai raid ai danni di Stano ed avrebbe taciuto?
ANTONIO STANO, LE NOVITÀ SULLE AGGRESSIONI A MANDURIA
Gli inquirenti cercano di mantenere il massimo riserbo anche se l’inchiesta su Antonio Stano e le aggressioni, procede a passo spedito. Ci sarebbero anche due ragazze che avrebbero partecipato anche solo passivamente, assistendo a quanto accadeva, ed altre persone potrebbero essere già finite nel registro degli indagati. Don Gaetano è intervenuto alla trasmissione di RaiUno commentando: “Occorre stigmatizzare l’accaduto raccapricciante, siamo al limite, anzi fuori dalla decenza umana, non sono questi i comportamenti! Qualcuno sta collaborando e i nomi che stanno venendo fuori è perchè qualcuno ha iniziato a rompere il muro dell’omertà ed è questa la pista da seguire. nessuno può sottrarsi dalle responsabilità”. Ad intervenire duramente anche la criminologa Roberta Bruzzone: “è una storia veramente, mi auguro, unica nel suo genere per la gravità di quanto accaduto, per il fatto che la vittima sia stata abbandonata a se stessa ed al gruppo di aguzzini, si parla di soggetti privi di umanità. Ritengo inconcepibile che quest’uomo chiedesse aiuto platealmente e nessuno di tutti quelli che assistevano a questo scempio si è degnato a dargli una mano. Sarebbe bastato questo! Mi auguro venga presa in considerazione l’ipotesi di omicidio preterintenzionale”.